Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
L’Iran deve cambiare regime Analisi di Armin Navabi pubblicato su Quillette tradotto da Giulio Meotti
Testata: Il Foglio Data: 14 luglio 2025 Pagina: 1 Autore: Armin Navabi Titolo: «L’Iran deve cambiare regime»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 14/07/2025, nella sezione Un Foglio Internazionale, un articolo di Armin Navabi originariamente pubblicato su Quillette tradotto da Giulio Meotti dal titolo: "L’Iran deve cambiare regime".
Armin Navabi, dissidente iraniano, spiega che chi dorme tranquillo in Europa deve ringraziare Israele. Racconta il sostegno di molti iraniani ai raid israeliani contro il regime di Teheran, visto come nemico interno e oppressore. Sostenere questa azione significa dare una chance alla libertà in Iran e alla pace in Medio Oriente
Il 17 giugno 2025, ho ricevuto un videomessaggio da una donna a Teheran. Aveva il volto coperto e la voce alterata. Diceva: ‘Anche se Israele bombarda, mi sento più minacciata dalla Repubblica islamica che da Israele’”. Così scrive il dissidente iraniano Armin Navabi su Quillette. “Non è la sola a provare questi sentimenti. Ho vissuto metà della mia vita in Iran. Da quando me ne sono andato, ho passato molto tempo a parlare con persone ancora bloccate sotto il regime. Faccio parte di reti di attivisti da anni. In occidente, spesso si dimentica che non è stato Israele a iniziare questa guerra. La Repubblica islamica combatte contro iraniani e israeliani dal 1979. Ci sono state esecuzioni di massa e impiccagioni pubbliche. Bambini sono stati uccisi per strada. Donne sono state violentate in carcere. Manifestanti sono stati accecati. E nel frattempo, il governo ha promesso di annientare Israele – senza provocazione – fin dalla sua fondazione. I manifestanti in Iran cercano di rovesciare il regime da decenni. Sono stati uccisi a colpi d’arma da fuoco per strada. Nel 2019, il regime ha ucciso oltre 1.500 persone in tre giorni, senza tuttavia essere chiamato a rispondere delle proprie azioni né ottenere giustizia. Eppure la gente ha continuato a lottare. Ora, per la prima volta, vedono gli uomini che hanno ordinato le uccisioni – i generali, i comandanti – eliminati. Non con hashtag o risoluzioni Onu, ma con veri e propri attacchi aerei. Da Israele. E ne sono grati. Il regime non ha costruito un solo rifugio antiaereo pubblico. Non ci sono sirene o allarmi. Non hanno fatto nulla per avvertire la popolazione quando le bombe hanno iniziato a cadere. Invece, hanno interrotto l’accesso a internet. Proprio quando la gente aveva bisogno di sapere dove cadevano le bombe, dove evacuare e dove trovare cibo e carburante, il governo ha oscurato l’intero paese. Hanno così tanta paura delle proteste che preferiscono che la gente muoia confusa nel buio piuttosto che rischiare un’altra rivolta. Ci sono molte ragioni per cui spero ardentemente che questo regime cada. Significherebbe niente più finanziamenti al terrorismo, niente più missili inviati a Hezbollah e droni agli houthi e niente più pagamenti a Hamas. Novanta milioni di iraniani sarebbero in grado di ricongiungersi al mondo. Non ci sarebbe più diplomazia degli ostaggi. Non ci sarebbe più fuga di cervelli, con i più talentuosi iraniani che lasciano il paese. Israele avrebbe finalmente un po’ di respiro, senza questa minaccia esistenziale nel vicinato. Il medio oriente non sarebbe più tenuto in ostaggio da uno stato canaglia: un cambio di regime a Teheran è una precondizione per la pace e la prosperità nella regione. Israele sta demolendo la Repubblica islamica in tempo reale. Trenta alti comandanti dei pasdaran sono stati annientati. I tentacoli per procura del regime – Hamas, Hezbollah, gli houthi, Kataib Hezbollah in Iraq – sono stati tutti decapitati o lasciati in difficoltà. Le reti di difesa aerea del regime sono state oscurate, i suoi lanciamissili fumano, i suoi sistemi di comunicazione hackerati. Israele sta sistematicamente eliminando il più pericoloso sponsor del terrorismo del pianeta e lo sta facendo con una chiarezza morale che il resto del mondo gli ha esternalizzato decenni fa. I depositi di munizioni di Hezbollah sono crateri visibili dallo spazio; le loro scorte di armi guidate con precisione sono ora disperse con precisione. Gli houthi possono lanciare droni solo se la Repubblica islamica fornisce loro i pezzi di ricambio, il che è probabilmente difficile ora che molti responsabili delle spedizioni sono morti e i magazzini sono in fiamme. Kataib Hezbollah ha cercato di colmare il vuoto in Iraq; invece, gli attacchi statunitensi e israeliani hanno trasformato i loro posti di comando in carbone. Ogni arto della piovra della Repubblica islamica è cauterizzato o si dimena. All’interno della Repubblica Islamica, il regime è in condizioni ancora peggiori. I siti radar intorno a Isfahan, Shiraz e Bandar Abbas sono stati manomessi o bruciati, lasciando gli equipaggi dei missili a fissare schermi vuoti. Il regime si vanta dei suoi missili ipersonici, ma non si può lanciare ciò che non si può vedere o coordinare. Mentre l’occidente esternalizzava la chiarezza morale per elaborare dichiarazioni Onu, comunicati stampa Ue e interminabili colloqui a Vienna, la Repubblica islamica armava milizie che hanno bombardato un centro comunitario ebraico a Buenos Aires e ucciso marines statunitensi a Beirut. Cancellando il regime in Iran, si cancella il più grande motore della finanza jihadista. Che la si chiami prevenzione o autodifesa, ciò che Israele sta facendo porterà, si spera, allo smantellamento di una mafia teocratica che ha strangolato il medio oriente per quarantasei anni. Israele si trova in prima linea in un conflitto globale che Washington e Bruxelles liquidano erroneamente come regionale. Se Israele dovesse cadere, il regime iraniano guadagnerebbe profondità strategica, corridoi terrestri incontrastati e lo slancio ideologico per spingere la sua guerra verso occidente. Le reti terroristiche legate al regime tendono a espandersi fino a quando non vengono neutralizzate. Missili balistici, droni, unità informatiche e milizie per procura proiettano già la potenza del regime verso il Mediterraneo e i Caraibi. I due oceani che separano gli Stati Uniti dall’Iran non possono più garantire la sicurezza americana. Le guerre arrivano quando l’avversario sceglie. I manifestanti che hanno scandito ‘Liberate la Palestina’ sembrano ignari del fatto che nessun esercito moderno ha fatto di più per liberare la popolazione di Gaza da Hamas delle Forze di difesa israeliane. Nel frattempo, un vero e proprio impero del male è stato scosso dalle fondamenta. Quando crollerà, la catena di approvvigionamento jihadista globale perderà il suo banchiere, il suo armiere e il suo faro ideologico. Senza i capitali e i depositi petroliferi sciiti, il campo jihadista sunnita si dividerà o si dissolverà. Il Cremlino perderà un partner destabilizzante e il Partito comunista cinese una comoda distrazione. La decisione giusta è ovvia. Dobbiamo sostenere i tentativi di Israele di indebolire il regime e offrire al popolo iraniano l’opportunità di rovesciare il suo odiato e oppressivo governo. Se state leggendo questo articolo da un paese occidentale dove dormite sonni tranquilli, avete già beneficiato di una guerra che non avete dovuto combattere. Il minimo che possiate fare è ammettere chi l’ha combattuta per voi e perché”.
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