Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Netanyahu: sì al piano Usa Analisi di Carlo Nicolato
Testata: Libero Data: 14 luglio 2025 Pagina: 8 Autore: Carlo Nicolato Titolo: «Netanyahu: sì al piano Usa «Ma non lasceremo Gaza». Pezeshkian ferito nei raid»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 14/07/2025, pag. 8, con il titolo "Netanyahu: sì al piano Usa «Ma non lasceremo Gaza». Pezeshkian ferito nei raid", la cronaca di Carlo Nicolato.
Carlo Nicolato
Netanyahu accetta le condizioni Usa per la tregua con Hamas. Ma non intende affatto lasciare la Striscia di Gaza, perché questo vorrebbe dire lasciare Hamas al potere.
Israele ha ammesso l’errore, ha spiegato cioè che l’attacco nei pressi di un sito di distribuzione idrica nella zona centrale di Gaza che ha causato la morte di 10 persone, tra i quali 6 bambini, è stato causato da un «malfunzionamento tecnico» mentre le Idf davano la caccia a un agente della jihad islamica. «Il proiettile ha colpito a decine di metri di distanza dall'obiettivo designato», afferma l'Idf, e «l’incidente è ora sotto inchiesta». L’ammissione è significativa, perché dimostra che Israele non ha problemi a riconoscere i propri errori, quando li commette. Altre volte non è successo ma nemmeno da Gaza sono arrivate le prove fotografiche delle presunte stragi, segno che non è poi così disdicevole pensare che tali stragi siano state in molti casi gonfiate se non addirittura inventate dalle “autorità” della Striscia. Altre nove persone sarebbero state uccise dal bombardamento di un edificio da parte di un drone, mentre 31 avrebbero perso la vita sabato scorso, anche queste colpite mentre si trovavano vicino a un sito di distribuzione di aiuti. Il computo dei morti dall’inizio della guerra nella Striscia di Gaza è salito così a oltre 58mila, ma anche in questo caso si tratta di numeri di parte, cioè diffusi dalle stesse autorità di cui sopra che non si possono certo dire imparziali. La Croce Rossa ha comunque denunciato che in queste ore il suo ospedale da campo ha registrato il suo più grande afflusso di morti in più di un anno di attività, e che la stragrande maggioranza delle oltre 100 vittime accolte aveva ferite da arma da fuoco.
Tutto questo mentre l’accordo con Hamas per una tregua appare sempre più lontano. A tale proposito il premier israeliano Netanyahu nega di averlo ostacolato e accusa i media locali di dare troppa eco alla propaganda dei terroristi. «Abbiamo accettato l'accordo, il quadro Witkoff, e in seguito la versione modificata che i mediatori hanno suggerito, Hamas invece l'ha rifiutato» ha detto Netanyahu, riferendosi alle ultime proposte in discussione a Doha. «Cosa vuole Hamas? Vuole rimanere a Gaza. Vuole che ce ne andiamo, in modo da potersi riarmare, in modo da poterci attaccare ancora e ancora. Non lo accetterò» ha aggiunto assicurando di star facendo «tutto il possibile» per far tornare a casa gli ostaggi: «Sto incontrando le famiglie, conosco le difficoltà che stanno attraversando, la loro sofferenza. Sono determinato a riportare a casa gli ostaggi».
L’Iran intanto ha ammesso che il presidente Masoud Pezeshkian è rimasto ferito a una gamba il mese scorso durante un raid aereo israeliano mentre si trovava a una riunione del Consiglio supremo di sicurezza nazionale iraniano.
Il meeting si stava tenendo il 16 giugno ai piani inferiori di un edificio nella parte occidentale di Teheran, insieme al presidente del parlamento iraniano Mohammad Bagher Ghalibaf, al capo della magistratura Gholam-Hossein Mohseni-Eje'i e ad altri alti funzionari di alto livello. I caccia israeliani hanno preso di mira i punti di accesso e di ingresso dell'edificio, probabilmente nel tentativo di impedire a coloro che si trovavano all'interno di uscire e all'aria di entrare, ma Pezeshkian e gli altri sono riusciti lo stesso a riparare tramite una botola di emergenza di cui probabilmente gli israeliani erano all’oscuro. Nella fuga sono rimasti leggermente feriti alle gambe, tanto che il presidente è già apparso in tv una decina di giorni fa.
Intervistato dal noto quanto criticato giornalista americano Tucker Carlson, Pezeshkian ha accusato Israele di aver tentato di ucciderlo sostenendo che il nemico si sarebbe avvalso di informazioni ottenute da spie dispiegate sul campo. Interessante notare che in tale occasione il presidente iraniano ha tenuto a sottolineare che gli americani in questo caso non c’entrano niente e che lui e il suo Paese sono disposti a riprendere le trattative con Washington sul nucleare.
Molto avanzate invece sarebbero le trattative e la contestuale collaborazione tra Israele e la nuova Siria di Ahmad al-Shara, noto anche come Al Jolani, come dimostra l’arresto in queste ore a Damasco di un terrorista di Hezbollah che stava pianificando attacchi terroristici. L’arresto sarebbe avvenuto grazie anche alle soffiate dei servizi israeliani.
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