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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Bet Magazine Rassegna Stampa
13.07.2025 La Scrittura ebraica? Una 'patria portatile'. Nei libri, l’identità di un Popolo-Nazione
Commento di Ugo Volli

Testata: Bet Magazine
Data: 13 luglio 2025
Pagina: 20
Autore: Ugo Volli
Titolo: «La Scrittura ebraica? Una 'patria portatile'. Nei libri, l’identità di un Popolo-Nazione»

Riprendiamo da BET Magazine di luglio e agosto 2025, il commento di Ugo Volli intitolato "La Scrittura ebraica? Una 'patria portatile'. Nei libri, l’identità di un Popolo-Nazione".

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Ugo Volli

Giornata Europea della Cultura Ebraica, un evento annuale iniziato nel 1999. Ha come primo scopo quello di illustrare i modi di vita, la liturgia, i costumi e il patrimonio spirituale del popolo ebraico

Dal 1999, ogni anno si svolge all’inizio di settembre la Giornata Europea della Cultura Ebraica. È una manifestazione aperta, improntata al dialogo, non confessionale, che ha come primo scopo quello di illustrare i modi di vita, la liturgia, i costumi e il patrimonio spirituale del popolo ebraico e insieme di aprire alla cittadinanza le opere d’arte e di artigianato conservate nei musei ebraici, nelle sinagoghe, nei centri comunitari. Si aprono così al pubblico anche i luoghi di culto perché possa farsi un’idea della vita religiosa ebraica, si spiegano i riti, si mostrano gli arredi e gli ornamenti dei libri sacri, insomma si cerca di condividere la bellezza della spiritualità ebraica. Questo accadrà anche quest’anno, domenica 14 settembre, nella Sinagoga Centrale di Milano con visite organizzate per il pubblico che voglia avere un’idea concreta dell’ebraismo. Ogni anno però la Giornata viene dedicata a un tema specifico, intorno a cui si organizzano conferenze, mostre, spettacoli, proiezioni, talk show, per approfondire il modo in cui la tradizione ebraica se n’è occupata, ma anche per mostrare le numerose vie d’incontro e di dialogo con cui l’ebraismo ha interagito con la cultura europea. Gli ebrei sono arrivati in Europa ai tempi di Giulio Cesare e non l’hanno mai abbandonata, neppure nei momenti più terribili di cacciata e sterminio. Ma in questi ventun secoli in cui si è anche formata l’identità europea; oltre alle persecuzioni gli ebrei hanno conosciuto numerosi momenti di collaborazione, di scambio, di fruttuosa interazione.

Ogni anno il tema prescelto permette di esporre questi rapporti e di riflettere sulla loro fecondità da un punto di vista specifico.

Quest’anno il tema è particolarmente stimolante. Si parla degli ebrei come “popolo del libro”. L’attaccamento degli ebrei ai libri è tradizionale. Il poeta tedesco Heinrich Heine una volta scrisse che la Torà (la Scrittura ebraica), fin dall’antichità è stata per gli ebrei la “patria portatile”; il grande critico e scrittore George Steiner ha ampliato questo concetto: “Ieri, oggi, domani la nostra vera patria sarà sempre un testo”. Una definizione molto simile dell’ebraismo si trova anche nelle altre religioni, nonostante gli ovvi dissidi teologici.

Nel Corano, gli ebrei sono definiti Ahal al-Kitab, cioè “Popolo del Libro”; ma va in questo senso anche l’idea cristiana che risale a Paolo di Tarso e Agostino di Ippona degli ebrei come testimoni e portatori della Rivelazione, seppure il loro libro venga definito “antico” Testamento. Questo riconoscimento si spiega innanzitutto con il fatto che la presenza del libro e della scrittura è preminente già nel testo della Torà: vi si dice che Mosé scrive il Libro sacro, lo legge al popolo e lo consegna ai sacerdoti; che ogni ebreo ha l’obbligo di ricopiare per se stesso il libro sacro e quest’obbligo è ribadito soprattutto per i re di Israele: si prescrive che l’episodio della guerra di sterminio mossa da Amalek debba essere scritto in un libro “perché se ne conservi il ricordo”. Nelle parti successive delle Scritture ebraiche, la presenza dei libri si moltiplica ancora, a partire dalla stessa pluralità di questi testi.

Dopo la distruzione romana di Gerusalemme anche la “Torà orale”, l’altro lato della Rivelazione che doveva essere trasmesso secondo le modalità della tradizione e non della scrittura, diventa un libro, anzi una sorta di enciclopedia (la Mishnà, cioè “ripetizione” e il Talmud, “studio”). Di qui si è sviluppata ininterrottamente una produzione ricchissima di altri libri, in forma soprattutto di commenti, ma anche di trattati, di lettere e talvolta di opere narrative.

Si può dire che le circostanze del lungo esilio, le persecuzioni e le limitazioni imposte dalle autorità fecero sì che fino a tempi assai recenti la creatività ebraica si poté esprimere quasi solo per mezzo della scrittura. Anche dopo l’emancipazione, quando fiorirono musicisti, pittori, architetti ebrei, la comunicazione scritta (letteratura, poesia, scienza, storia, psicologia) è stata lo strumento principale di espressione dell’ebraismo.

Nomi come quelli di Einstein, Freud, Kafka, Benjamin, Celan, Primo Levi, Singer, Roth sono solo alcuni fra i più noti. In questo quadro così vasto e ricco, la partecipazione alla Giornata Europea della Cultura ebraica da parte della Comunità ebraica di Milano ha inevitabilmente il carattere di un piccolo sondaggio, di una esemplificazione, che deve tener conto anche delle difficili circostanze della guerra imposta a Israele da una terribile aggressione terroristica e del riaffermarsi dell’antisemitismo conseguente a questa aggressione. Si parlerà così con Fiamma Nirenstein dei “Libri dell’odio” e si discuterà del “Nuovo rifiuto di Israele” con gli autori del libro così intitolato. Ma si andrà anche indietro fino al libro biblico dei Salmi, forse la più popolare delle Scritture ebraiche, mille volte tradotte, usate per preghiere cristiane oltre che ebraiche, e variamente musicate. Proprio l’esecuzione di alcune fra queste riscritture musicali oltre che il commento tradizionale, saranno oggetto di un modulo della giornata. Vi sarà poi un collegamento con la Nuova biblioteca nazionale di Gerusalemme, una riflessione sul “Santuario del Libro” del Museo di Gerusalemme con la partecipazione di Maurizio Molinari; un dibattito sulla diffusione della letteratura israeliana contemporanea nel mondo con il francesista Cyril Aslanov, le traduttrici letterarie Raffaella Scardi e Sara Ferrari e l’autore Roy Chen. E per finire questa carrellata di testi, un viaggio nel musical, fra i compositori ebrei che hanno reso grande Broadway. Un programma molto vasto e differenziato, come lo sono i libri del popolo ebraico.

 

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bollettino@tin.it

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