Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Il caso Albanese: la sinistra si trova bene con l'antisemitismo Commento di Aldo Torchiaro
Testata: Il Riformista Data: 13 luglio 2025 Pagina: 3 Autore: Aldo Torchiaro Titolo: «Il caso Albanese: se la sinistra ritrova sé stessa solo contro Israele»
Riprendiamo dal RIFORMISTA, di oggi 13/07/2025 a pagina 3 il commento di Aldo Torchiaro dal titolo "Il caso Albanese: se la sinistra ritrova sé stessa solo contro Israele".
Aldo Torchiaro
Una petizione online della sinistra italiana (intellettuali come Barbero e tutti i partiti di sinistra, compresa +Europa) chiede il Nobel per la Pace per Francesca Albanese. Non è solo una scelta sbagliata, è sintomo di una complicità ideologica della sinistra con l'antisionismo.
Ci mancava anche la petizione su Change.org per conferire a Francesca Albanese nientedimeno che il Nobel per la Pace. La sinistra sa ritrovare la sua unità solo quando incarna battaglie antioccidentali o contro Israele: sostenere con tale veemenza Francesca Albanese, di cui il 99% degli italiani ignorano e continueranno a ignorare l’esistenza, nasconderne l’assoluta inadeguatezza nel ruolo istituzionale di mediazione internazionale e spingersi fino alla forzatura della sua candidatura al Nobel per la pace è indice della crisi di idee e di verità in cui la sinistra italiana a trazione Conte–Schlein è precipitata. Piuttosto che presentare una idea alternativa di governo, il centrosinistra si premura di difendere in toto di una funzionaria Onu in rotta con Israele, gli Stati Uniti, e qualunque forma di neutralità.
Nessuna presa di distanze ma cittadinanza onoraria e candidatura a Nobel per la pace
Siamo al paradosso che Hamas offre il suo scudo a sostegno di Albanese. E questo, lontano dal suggerire una opportuna presa di distanze, offre a 5S, Cgil e Anpi il destro per uniformarsi, senza un sussulto di prudenza. È Hamas – lo stesso movimento responsabile del massacro del 7 ottobre, della carneficina di civili e del sequestro di ostaggi israeliani – a definirla «vittima di un’ingiustizia americana» e a benedirne pubblicamente l’operato. E ciò basterebbe, in qualunque Paese dotato di raziocinio istituzionale, per una presa di distanze. Invece no. A Firenze, il consigliere Dimitrij Palagi (Sinistra Progetto Comune) ha depositato una risoluzione per conferire la cittadinanza onoraria a Francesca Albanese e sostenerne la candidatura al Nobel per la pace. Per Palagi, le critiche verso Albanese sarebbero un «insulto alla comunità internazionale impegnata per la pace». Parole che sembrano scritte a Gaza City, non a Palazzo Vecchio. Angelo Bonelli (Avs) reputa «Indecente il silenzio di fronte alle rappresaglie politiche contro chi combatte per la verità e la giustizia. Albanese rappresenta la coscienza del diritto internazionale». Verrebbe da chiedergli se anche il plauso di Hamas rientri nella stessa coscienza. E arriva anche il governatore Vincenzo De Luca: nella sua diretta del venerdì rivolge «la più concreta e affettuosa solidarietà» alla relatrice, definendo «una vergogna» le sanzioni Usa.
Il sostegno dei 5 Stelle
Il Movimento 5 Stelle non è da meno. In un comunicato, il M5S romano esprime «massimo sostegno a Francesca Albanese» e vanta iniziative come l’approvazione municipale per esporre la bandiera palestinese su edifici istituzionali. Un uso ideologico delle istituzioni locali per marcare una posizione partigiana nella guerra di una grande democrazia contro il terrorismo. La Cgil, invece, ha diffuso una nota in cui «esprime rammarico per le sanzioni imposte dagli Stati Uniti», chiedendo addirittura che il governo italiano si attivi per la loro rimozione. Una priorità per i lavoratori, evidentemente. Tanto più che – come la stessa sigla ricorda con orgoglio – l’Organizzazione Internazionale del Lavoro ha riconosciuto la Palestina come Stato osservatore. Un simbolo, certo. Ma anche un altro tassello nella narrazione ideologica che sostituisce il lavoro con il feticcio della lotta senza quartiere allo Stato ebraico. In quanto Stato ebraico.
Intanto, anche chi in ambito internazionale conosce e monitora il lavoro della Albanese lancia appelli accorati. Nella direzione opposta a quella della vulgata. Hillel Neuer, direttore di UN Watch, ha rivolto un appello personale alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni tramite una video intervista realizzata dall’Ambasciatore Luigi Mattiolo per l’associazione Setteottobre: «Signora Presidente, è tempo che l’Italia condanni Francesca Albanese. Lei ha attaccato Israele in modo ossessivo. Ha giustificato il terrorismo. Ha banalizzato la Shoah. E rappresenta una vergogna per le Nazioni Unite». Il video è pubblico, il tono è fermo. L’appello, per ora, è rimasto senza risposta da parte del governo. Il punto non è la legittimità delle critiche a Israele, ma l’abdicazione a ogni forma di equilibrio. Quando una relatrice Onu – per definizione imparziale – diventa paladina di una sola parte, e quando i suoi più accesi sostenitori sono regimi o movimenti autori di crimini contro l’umanità, l’istituzione stessa perde credibilità.
Albanese, perché la Sinistra la difende
La sinistra italiana non difende Francesca Albanese perché ne sposa il profilo. L’“Avvocato”, come viene chiamata, non ha neppure mai sostenuto l’abilitazione ad esserlo, come segnala su X Riccardo Puglisi. La sinistra la difende perché Albanese rappresenta l’ennesima occasione per gridare contro Israele e contro tutto ciò che non rientra nella mitologia terzomondista e filopalestinese.
E così, nella retorica ipocrita della “pace”, si trova fianco a fianco con chi inneggia al martirio, sequestra donne e bambini e lancia razzi sui civili. Questa non è neutralità. È complicità ideologica. E scusate se noi la chiamiamo con il suo nome.
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