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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Libero Rassegna Stampa
12.07.2025 L’Europa si prepara al suicidio
Editoriale di Mario Sechi

Testata: Libero
Data: 12 luglio 2025
Pagina: 1/14
Autore: Mario Sechi
Titolo: «La commissione sta lavorando al suicidio perfetto dell’Europa»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 12/07/2025, a pag. 1/14 con il titolo " La commissione sta lavorando al suicidio perfetto dell’Europa" l'editoriale di Mario Sechi.


Mario Sechi

Dombrovskis (commissario all'Economia) con Giorgia Meloni. La prossima "finanziaria" dell'UE sarà un'altra stangata. Un suicidio economico per i paesi europei. E la Commissione non capisce mai i propri errori.

L’Unione europea è una sovrastruttura ibrida dai confini sempre più indefiniti e in -finiti, ha un potere quasi imperiale sulle nazioni, traccia e vincola in anticipo le scelte di politica economica dei governi, interviene sulle più svariate materie, ha una dimensione da super Stato etico che impone regole di comportamento filosofico e culturale che sono spesso in contrasto con la diversità dei costumi del mosaico di popoli che la compongono. La sua “crisi” è scoppiata quando la globalizzazione ha cominciato a dare segni di stanchezza e arretramento di una lunga fase di espansione economica e diffusione della democrazia. La crisi finanziaria innescata dalla bolla americana del 2007-2008, il seguente shock sull’Euro e le pressioni sul debito sovrano, la pandemia e la guerra in Ucraina hanno accelerato il testacoda e aperto un ciclo politico favorevole ai partiti conservatori. La Banca centrale europea di volta in volta ha rattoppato con interventi straordinari i buchi che si aprivano nei bilanci pubblici e privati, ha domato la corsa dell’inflazione, ma non poteva riparare il cortocircuito della politica, per quello servono gli statisti e non i banchieri centrali.
Ieri abbiamo avuto un’ulteriore prova del deficit politico dell’Unione, della sua preoccupante schizofrenia: mentre il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky annunciava l’intesa con Donald Trump sulla fornitura di armi per contenere l’offensiva della Russia; mentre Giorgia Meloni ospitava a Roma il forum sulla ricostruzione dell’Ucraina e incontrava il commissario all’Economia Valdis Dombrovskis per discutere di Patto di Stabilità e spese per la sicurezza; mentre gli Stati devono cambiare la strategia sul commercio mondiale, stretti tra i dazi americani e la grande muraglia della manifattura cinese; mentre le monarchie del gas e del petrolio del Medio Oriente disegnano le nuove rotte dell’energia (con gli Stati Uniti e la Russia) e controllano la leva del prezzo del petrolio e del gas; mentre torna lo scontro tra le grandi potenze e si formano nuove sfere di influenza tra blocchi geopolitici, cosa fa l’Europa? Studia una stangata fiscale sul tabacco (in tutte le sue forme, compreso quello riscaldato e le sigarette elettroniche) per finanziare il bilancio dell’Unione. Con un travestimento etico (la salute, il bene), si tocca il portafoglio dei cittadini europei, mirando a categorie di consumatori portatori del peccato originale del fumo. Non solo, la bozza sulle nuove entrate, mostra una furia gabellatrice preoccupante: secondo il Financial Times è allo studio una tassa annuale su tutte le aziende attive nell’Unione con un fatturato netto superiore a 50 milioni di euro, un prelievo sui rifiuti elettronici, una tassa sui pacchi del commercio a lunga distanza, un aumento della tassa sui rifiuti di plastica non riciclati. Ideologia Green, Serve altro? Sono idee che scaricherannoil costo sui consumatori,il rischio di una spinta dell’inflazione è notevole. A Bruxelles parlano dimercati aperti, sono professionisti dell’anti-trumpismo senza pragmatismo, ma sono i primi a chiudere la porta. Mancando completamente di senso storico, lavoranocome contabili piegati sulla partita doppia senza vedere cosa accade là fuori, nel mondo reale. Qualche giorno fa, Jamie Dimon, il numero uno di JPMorgan - che ha incontrato la premier Meloni a Palazzo Chigi - ha avvisato i naviganti: le aziende europee rischiano di soccombere di fronte alla sfida americana e cinese. L’Unione europea che si scaglia contro i dazi degli Stati Uniti, quella che ha aperto irresponsabilmente le porte allaCina, quella che ha quasi distrutto l’industria dell’auto con la transizione elettricaa tappeforzate, quell’Unione dovei partiti socialisti hanno imposto un’agenda ideologica che ha fallito l’aggancio con l’innovazione e l’era dell’intelligenza artificiale, quella a caccia perenne dimaterie primee risorseenergetiche, invece di alleggerire la propria struttura burocraticae smantellarele pesanti barriereall’innovazione e al fare business (il castello di regole che Mario Draghi ha chiesto di abolire in più occasioni), di fatto sta lavorando alla costruzione di un tentacolare sistema di dazi interni che finirà per deprimere gli investimenti el’innovazione, alimentando una nuova corsa dei prezzi. È una manovra kamikaze, il suicidio perfetto.

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