Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Sharren Haskel: Boicottare Israele rende più poveri anche i palestinesi Intervista di Fausto Carioti
Testata: Libero Data: 11 luglio 2025 Pagina: 4 Autore: Fausto Carioti Titolo: ««Boicottare Israele rende più poveri anche i palestinesi»»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 11/07/2025, a pag. 4 l'intervista di Fausto Carioti a Sharren Haskel dal titolo “Boicottare Israele rende più poveri anche i palestinesi”.
Fausto Carioti
Sharren Haskel, viceministro degli Esteri di Israele
Il boicottaggio dei prodotti israeliani da parte delle Coop è un caso internazionale, sollevato ieri da Sharren Haskel, viceministro israeliano degli Esteri e membro del partito di centrodestra Nuova Speranza. L’esponente del governo Netanyahu è in visita diplomatica a Roma.
In tre giorni ha incontrato il suo omologo Edmondo Cirielli e i ministri Luca Ciriani (Rapporti con il Parlamento) e Anna Maria Bernini (Università e ricerca), e si è confrontata con parlamentari della maggioranza e dell’opposizione (non dei Cinque Stelle, di loro non si è presentato nessuno). Prima di tornare in Israele, Haskel si siede al tavolo con alcuni giornalisti, nella sede dell’ambasciata d’Israele.
Conferma che il bilancio delle relazioni tra le due nazioni è positivo: «Consideriamo l’Italia un Paese amico. E sappiamo che i canali del dialogo col vostro governo sono aperti».
Ammette che «a volte sulla situazione umanitaria la conversazione è un po’ difficile», ma assicura che il suo governo si è reso «molto disponibile a facilitare numerose richieste» per il programma “Food for Gaza”, coordinato dalla Farnesina, e «per aiutare i rifugiati che l’Italia ha voluto portare qui, per curare i bambini nei vostri ospedali». Le relazioni sono buone anche nella collaborazione scientifica. «Col ministro dell’Università», racconta Haskel, «abbiamo parlato di aziende nel settore dell’intelligenza artificiale e di come costruire un ponte dall’India all’Italia attraverso il Medio Oriente».
Il tono cambia quando si tocca l’argomento del Bds, il programma di «boicottaggio, disinvestimento e sanzioni» contro Israele, che ha attecchito anche negli atenei italiani. «Ne ha discusso con il ministro Bernini?», le viene chiesto. «Sì», risponde, «e penso che questo debba destare preoccupazione. I movimenti di boicottaggio che cercano di tagliare fuori una parte, tagliano tutti i canali della diplomazia, del confronto. E in questi casi non è solo una delle parti a perdere: ci rimettono tutte».
Ricorda che Israele è uno dei primi Paesi nel mondo per numero di start-up, nuove imprese nei settori più avanzati.
Nvidia, il colosso dei semiconduttori che sulle ali dell’intelligenza artificiale è diventato la società più capitalizzata al mondo, ha annunciato che costruirà un enorme campus tecnologico nel nord di Israele.
«Alcuni dei nostri ricercatori e professori universitari più brillanti sono all’avanguardia in campi come la medicina, la tecnologia, l’intelligenza artificiale, la biologia, l’archeologia e tanti altri», nota Haskel. «E l’Italia ha una cultura e una storia così ricche, un sistema educativo e una comunità scientifica di alta qualità. Tutto questo può portare benefici a entrambi i Paesi. Quindi penso che quegli estremisti che cercano di escludere una parte abbiano uno scopo preciso: distruggere ogni possibilità di un futuro migliore».
Le prime vittime sono proprio i palestinesi che i sostenitori del boicottaggio dicono di difendere. «Guardate SodaStream», dice il viceministro.
L’azienda israeliana che produce, e vende in tutto il mondo, gasatori e cilindri di anidride carbonica per rendere frizzante l’acqua che esce dal rubinetto di casa. «Le Coop hanno deciso di boicottarla». Fino a dieci anni fa, racconta, «SodaStream operava nei territori dell’autorità palestinese, e impiegava centinaia di palestinesi secondo le leggi israeliane.
Questo significa che ricevevano uno stipendio cinque volte superiore rispetto a quello che avrebbero ottenuto altrove. Palestinesi ed ebrei lavoravano insieme, si conoscevano, si frequentavano. C’erano rapporti di amicizia. Parliamo del benessere economico di almeno cinquecento famiglie palestinesi». A causa delle minacce di boicottaggio, però, «SodaStream ha detto basta. Ha deciso di abbandonare la Cisgiordania e di trasferire lo stabilimento in Israele».
L’azienda ha comunque voluto fare qualcosa che avesse «valore sociale», scegliendo il Negev, «un’area con molte comunità beduine, alcune delle quali in condizioni di forte povertà. Hanno dato lavoro ai beduini, offrendo stipendi elevati. E ora la Coop italiana sta boicottando un progetto di coesione sociale, di collaborazione tra ebrei e beduini. È una follia, una politica dell’esclusione, una politica distruttiva. Invece di costruire ponti, li stanno demolendo».
Stesso discorso per gli altri settori. «Progetti di alta tecnologia e di medicina in cui collaborano palestinesi ed ebrei: è questo che dovreste promuovere.
Invece dicono che ogni progetto del genere debba essere boicottato. È davvero triste. Ma penso che il governo italiano», conclude, «tutto questo lo abbia compreso. E speriamo di continuare la forte cooperazione tra i nostri due Paesi».
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