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Luce nel buio del tunnel. Come gli ostaggi a Gaza celebravano Hanukkah 13/12/2025

Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.



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Libero Rassegna Stampa
09.07.2025 Walker Meghnagi: gli ebrei, il coraggio di dire la verità
Editoriale di Walker Meghnagi

Testata: Libero
Data: 09 luglio 2025
Pagina: 1
Autore: Walker Meghnagi
Titolo: «Gli ebrei, l’Europa e il coraggio di dire la verità»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 09/07/2025, a pag. 1 con il titolo "Gli ebrei, l’Europa e il coraggio di dire la verità", l'editoriale di Walker Meghnagi, presidente della comunità ebraica di Milano.


Walker Meghnagi

I pro Pal manifestano contro Libero. Solidarietà della comunità ebraica milanese a uno dei pochi quotidiani che osano difendere gli ebrei e Israele, in un momento di odio dilagante in tutti i media.

Caro Direttore, in un tempo in cui le parole sembrano perdere significato, e la verità viene continuamente piegata fino a scomparire, sento il bisogno, profondo e sincero, di esprimere a nome mio personale e della Comunità ebraica che rappresento la nostra più sentita gratitudine per il lavoro che Lei e il Suo giornale portate avanti con coraggio, coerenza e dignità.
Oggi più che mai chi sceglie di difendere Israele, chi osa raccontare la realtà dei fatti, chi si oppone alla retorica dilagante e manipolatoria che ha conquistato ampi settori del mondo mediatico, accademico e culturale, si espone a forme di ostilità sempre più esplicite, dure e violente. Lo sappiamo bene noi, che ogni giorno ci troviamo a dover giustificare la nostra semplice esistenza, a camminare controvento in un’Europa che troppo spesso ha smarrito la memoria e la misura.
La vostra voce è una delle poche che riescono ancora a rompere questo silenzio assordante, a resistere all’appiattimento morale che trasforma la vittima in carnefice, che nega agli ebrei – e solo agli ebrei – il diritto a una narrativa onesta, complessa, umana.
In questo contesto, le parole che pubblicate, gli articoli che scegliete di far uscire, i principi che guidano il vostro lavoro quotidiano, hanno per noi un valore che va ben oltre il giornalismo. Sono un gesto di vicinanza, un atto di resistenza etica. E ci ricordano che non siamo soli.
La nostra vicinanza nei vostri confronti è piena, fraterna, autentica. Continuare a raccontare la verità oggi non è solo difficile, è anche pericoloso. Per questo, ci teniamo a farvi sapere che il vostro coraggio non passa inosservato. E che in mezzo a tanto rumore, la vostra voce è chiara, preziosa e, per noi, vitale.
Con stima, amicizia e gratitudine profonda.

 

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