Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Non c'è la pace di Hamas Commento di Iuri Maria Prado
Testata: Il Riformista Data: 08 luglio 2025 Pagina: 3 Autore: Iuri Maria Prado Titolo: «Non c'è speranza nella proposta di pace di Hamas»
Riprendiamo dal RIFORMISTA di oggi, 08/07/2025, a pagina 3, il commento di Iuri Maria Prado dal titolo "Non c'è speranza nella proposta di pace di Hamas".
Iuri Maria Prado
Ennesima ipotesi di tregua. Hamas pone condizioni inaccettabili. Ma per i nostri quotidiani di sinistra, la colpa è di Netanyahu che "spegne la speranza" della pace. Un'ennesima vergognosa prova della nostra stampa di sinistra.
C’è l’ennesima ipotesi di tregua - per l’ennesima volta pregiudicata da Hamas, che intromette nelle linee di accordo condizioni impreviste e inaccettabili - e tu che fai?
Scrivi che “Netanyahu spegne la speranza prima dei negoziati” (così, testualmente, titola HuffPost del 6 luglio).
Fare un titolo come quello significa due cose.
Vuol dire, simultaneamente, nascondere il motivo del rifiuto israeliano di accettare quelle (nuove) condizioni e legittimare la parte che inaccettabilmente le ha poste per far saltare l’accordo o comunque per alterarne il quadro.
Il tutto, con il messaggio moraleggiante secondo cui la “speranza” di pace è frustrata dall’inopinato capriccio del leader israeliano.
Che poi il punto di incaglio riguardasse la sciocchezzuola degli aiuti, vale a dire la pretesa di Hamas di tornare al proprio ruolo di appaltatore/predone grazie alla posizione di esclusiva monopolistica dell’Onu - che quel ruolo garantiva e copriva - ovviamente non è questione capace di interessare i titolisti di quel giornalismo ispirato.
La realtà è che la faccenda degli aiuti non è neppure una variabile importante della guerra di Gaza: è pressoché tutta la guerra di Gaza.
Non è un caso che sin dal primo momento, sin dall’originario ricorso sudafricano alla Corte Internazionale di Giustizia, le pressioni su Israele - sulla scorta dello spauracchio della carestia - riguardassero l’obbligo di fornire gli aiuti per il tramite dell’organizzazione, l’Unrwa, che in buona sostanza li incamerava senza curarsi del fatto che finissero nelle mani di Hamas.
Non è un caso che le Nazioni Unite abbiano sempre rivendicato, senza nessun fondamento e senza mai rispondere delle proprie inefficienze, la propria “insostituibilità” nel governo degli aiuti.
Era vero.
Le Nazioni Unite, con l’Unrwa, erano genuinamente insostituibili: ma per Hamas, non ai fini della ricezione degli aiuti da parte della popolazione civile.
L’Unrwa, figlia dell’Onu, non è più da tempo - semmai lo è stata - un’organizzazione internazionale: è un’organizzazione palestinese, documentatamente e vastamente compromessa con Hamas.
Se non per altro, perché è Hamas a esercitare il potere di fatto sulla Striscia.
Perdere il controllo degli aiuti significa perdere la guerra: e non perché gli aiuti cessano di arrivare a una popolazione che ne ha bisogno, ma perché cessano di essere la fonte di approvvigionamento e il motivo di ricatto e potere di chi li gestiva in quel modo.
Oscurare questa realtà chiarissima con titoli melodrammatici sulle speranze che crollano a causa delle bizze israeliane è abbastanza facile.
Ma non serve neppure al fine di offrire prospettive alla gente bisognosa, salvo credere che il bisogno sia soddisfatto con il ritorno alla tranquillità del sistema latifondiario precedente.
E cioè il sistema che rifocillava i terroristi e prendeva a strozzo i civili, mentre i signori dell’Onu garantivano quell’ordine criminale strillando che Israele usava la fame come arma di guerra.
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