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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Libero Rassegna Stampa
08.07.2025 Crolla il mito della sinistra
Analisi di Fabio Rubini

Testata: Libero
Data: 08 luglio 2025
Pagina: 6
Autore: Fabio Rubini
Titolo: «Crolla il mito della sinistra. I sindaci e i governatori più amati dagli italiani sono di Centrodestra»

Riprendiamo da LIBERO di oggi 08/07/2025, a pag. 6, con il titolo "Crolla il mito della sinistra. I sindaci e i governatori più amati dagli italiani sono di Centrodestra", la cronaca di Fabio Rubini.


Fabio Rubini

Roberto Gualtieri, sindaco di Roma, uno dei meno amati d'Italia. Crolla il mito degli amministratori locali di sinistra. In testa ai sondaggi ci sono sindaci e governatori di centrodestra. La sinistra sarà anche bravissima a boicottare Israele ed esporre bandiere palestinesi, ma è incapace di creare consenso fra i suoi cittadini.

Non solo i governatori, ma anche i sindaci di centrodestra sono in testa alle classifiche di gradimento dei cittadini italiani. A certificarlo una volta di più è la “governance poll” pubblicata ogni anno dal Sole 24ore e curata dal sondaggista Antonio Noto. Si tratta di una graduatoria stilata confrontando il gradimento degli intervistati con il risultato di quando il governatore o il sindaco è stato eletto.
Bene, i risultati del 2025 dicono che tra i sindaci il più amato è Marco Fioravanti, primo cittadino di Fratelli d’Italia che governa assieme al centrodestra Ascoli Piceno. E ancora che nei primi dieci posti della classifica, i sindaci appartenenti alla coalizione di governo sono ben cinque, contro i quattro del centrosinistra e un solo civico apartitico, Paolo Calcinaro di Fermo. Così scopriamo che in Veneto il sindaco più amato è il leghista Mario Conte (di lui si parla anche in chiave post-Zaia per le regionali) che si è piazzato settimo; anche in Piemonte il primo della classifica è un leghista, il sindaco di Novara Alessandro Canelli. Anche in Abruzzo il più amato è di centrodestra: l’aquilano Pierluigi Biondi (Fdi). Nel Lazio la prima è Chiara Frontini, civica tendente al centrodestra.
Al centrosinistra va invece il primato in Emilia Romagna col sindaco di Parma Michele Guerra (lo scorso anno era primo), che si piazza secondo nella classifica generale; la Puglia con il barese Vito Leccese; la Campania col sindaco di Napoli Gaetano manfredi e la Lombardia con il primo cittadino di Mantova, Mattia Palazzi, che però perde quasi 11 punti rispetto al 2024.
Indietro in classifica gli altri sindaci delle grandi città, tutti di centrosinistra: Beppe Sala (Milano) è nono; Sara Funaro (FIrenze) è 55°; Matteo Lepore (Bologna) è 58°; Stefano Lo Russo (Torino) 72°; Roberto Gualtieri (Roma) 89°.
Il centrodestra è protagonista anche nella classifica dei governatori regionali. I primi due della classe sono leghisti: il governatore del Friuli-Venezia Giulia Massimiliano Fedriga e quello del Veneto, Luza Zaia. Al terzo posto una new entri, il forzista piemontese Alberto Cirio. Il primo governatore di centrosinistra è il toscano Eugenio Giani, quarto, che precede un terzetto formato da Roberto Occhiuto (Calabria), Renato Schiafani (Sicilia) e Vincenzo De Luca (Campania). Decimi parimerito il lombardo Attilio Fontana e l’umbra Stefania Proietti.
Subito dopo la pubblicazione della classifica si è scatenata la ridda di commenti politici. A Roma Forza Italia rimarca con Maurizio Gasparri come «Gualtieri si sia piazzato tra i peggiori sindaci d’Italia» avendo perso il 13% rispetto alla percentuale che lo aveva issato al Campidoglio. «un tracollo». Unico leader a commentare la classifica è stato Matteo Salvini, forte dei buoni risultati dei leghisti: «Un risultato che premia il buongoverno degli amministratori della Lega» e cita «i primi cittadini di Treviso e Ferrara, Mario Conte e Alan Fabbri, e ai presidenti di Friuli-Venezia Giulia e Vento, Fedriga e Zaia».
Va citato il caso più emblematico: quello della Sardegna dove il risultato di Alessandra Todde, quartultima, ha avuto due chiavi di lettura diverse. Per il centrodestra è la dimostrazione del fallimento della sua amministrazione. Cinquestelle e sinistra, invece, fanno notare come l’1,1% di gradimento in più rispetto al risultato elettorale sta a significare il buon governo dell’ex parlamentare.
A raffreddare un po’ gli animi ci ha pensato il sondaggista Antonio Noto: «Il Governance Poll non va assolutamente confuso con le intenzioni di voto. Non si analizza uno scenario competitivo con altri concorrenti, ma la scelta posta agli intervistati riguarda solo l’amministratore in carica, a prescindere dall’appartenenza politica, che non viene menzionata nell’intervista. Questo fa sì che il giudizio si concentri esclusivamente sull’operato e solo in tal senso vanno interpretati i dati. Il Governance Poll non è una proiezione del consenso quando si voterà». E ancora: «Il trend complessivo, sia per sindaci che presidenti, è prevalentemente in diminuzione rispetto al consenso ottenuto nell’urna - spiega Noto - questo è vero anche per molti che occupano la parte alta della classifica. La peculiarità degli amministratori è la prossimità, e in un contesto in cui la politica nazionale sembra sempre più rivolta agli scenari internazionali, oltre che a quelli del perimetro nazionale, restano proprio governatori e primi cittadini a far fronte alle esigenze del territorio e se qualcosa non funziona, che sia o meno responsabilità dei sindaci o dei presidenti di Regione, è a loro che i cittadini addebitano la colpa in prima istanza. Chi governa localmente diventa un parafulmine rispetto a responsabilità che non gli competono».

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