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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Libero Rassegna Stampa
07.07.2025 Gli orrori di Hamas: l’Onu tace
Cronaca di David Zebuloni

Testata: Libero
Data: 07 luglio 2025
Pagina: 10
Autore: David Zebuloni
Titolo: «Esce l’inchiesta ufficiale sugli stupri. Gli orrori di Hamas su donne e uomini»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 07/07/2025, a pag. 10 con il titolo "Esce l’inchiesta ufficiale sugli stupri. Gli orrori di Hamas su donne e uomini" il commento di David Zebuloni.

Inseguire il sogno di Israele, tra realtà e illusioni | Kolòt-Voci
David Zebuloni

Pubblicato un nuovo rapporto sulle violenze sessuali subite dalle donne israeliane il 7 ottobre e nel periodo di prigionia a Gaza, nelle mani di Hamas. Una serie di orrori indicibili che, a quanto pare, non interessano alle istituzioni internazionali. Lo stesso rapporto lamenta infatti il silenzio assordante e vergognoso dell'ONU.

Secondo il Sunday Times, un nuovo rapporto sugli indicibili crimini sessuali commessi dai terroristi di Hamas durante il massacro del 7 ottobre - il più esteso e il più dettagliato pubblicato finora - sarà presentato domani (martedì) alla First Lady di Israele. Si tratta di un documento ufficiale che raccoglie tutte le testimonianze registrate circa le violenze sessuali gravi e sistematiche avvenute durante l’attacco di Hamas nel sud di Israele, e presenta un quadro ampio dell’uso dello stupro come strumento deliberato di guerra.
Il rapporto analizza i racconti inediti di 15 ostaggi rilasciati da Gaza, 17 sopravvissuti al massacro, un gruppo scelto di professionisti nell’ambito terapeutico, 27 membri delle forze di emergenza intervenuti subito dopo l’attacco, oltre a fotografie e prove forensi.
Secondo questo documento, le vittime venivano spogliate, aggredite sessualmente e poi uccise dai terroristi di Hamas: un sadico rituale molto più diffuso di quanto si pensasse.
In almeno sei luoghi diversi, infatti, si sono verificati 15 episodi di violenza sessuale che includevano stupri singoli o di gruppo. Gran parte delle vittime sono state uccise durante le aggressioni, e quelle sopravvissute soffrono oggi di traumi tali che impediscono loro di condurre una vita regolare. In alcuni casi, il trauma impedisce loro persino di parlare e di testimoniare. Non è tutto: il 7 ottobre molte donne sono state trovate nude o semivestite, legate ad alberi o a pali. Sui loro corpi vi erano evidenti segni di violenze quali mutilazioni di genitali, inclusi spari agli organi sessuali. Alcuni stupri sono stati commessi su cadaveri di donne.
Tutti gli atti di violenza sessuale documentati si sono verificati al Nova Festival, sulla strada 232, nella base di Nahal Oz, e nei kibbutz Re’im, Nir Oz e Kfar Aza. Tuttavia, secondo il rapporto, anche gli ostaggi hanno subito degli abusi sessuali, tra cui nudità forzata, molestie fisiche e verbali, minacce di matrimonio forzato e stupri. Due delle vittime di violenza sessuale sono uomini, uno dei quali è stato rasato completamente in tutto il corpo.
Il documento ufficiale è stato redatto sotto la guida della professoressa Ruth Halperin-Kaddari, direttrice del Centro Rackman per il progresso della condizione femminile presso l’Università Bar-Ilan, in collaborazione con Sharon Zagagi-Pinhas (ex procuratrice militare) e la giudice emerita Nava Ben-Or. Secondo loro, lo scopo del documento è «contrastare la negazione, la disinformazione e il silenzio globale» rispetto a quella che definiscono «una delle dimensioni meno raccontate dell’attacco di Hamas».
Il rapporto esprime inoltre profonda delusione per la debole risposta e il mancato coinvolgimento di organi internazionali, in particolare delle Nazioni Unite e dei suoi dipartimenti dedicati ai diritti delle donne. Il documento infatti chiede al Segretario Generale Onu di inviare una missione d’inchiesta in Israele e di inserire Hamas nella lista nera delle Nazioni Unite come organizzazione che utilizza la violenza sessuale come armadi guerra.
«Nel caso di violenza sessuale durante un conflitto armato, non è necessario identificare l’aggressore specifico per dimostrarne la responsabilità», ha dichiarato in merito la giudice emerita Nava Ben-Or. «Chi ha preso parte all’attacco è diretto responsabile di tutte le sue conseguenze».

 

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