Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Israele deve combattere contro qualche ebreo traditore che lo contesta Commento di Antonio Donno
Testata: Informazione Corretta Data: 07 luglio 2025 Pagina: 1 Autore: Antonio Donno Titolo: «Israele deve combattere contro qualche ebreo che lo contesta»
Israele deve combattere contro qualche ebreo che lo contesta Commento di Antonio Donno
Israele vince la guerra, una guerra che per di più non ha iniziato, che sta combattendo per difendersi. Ma intellettuali ebrei come Anna Foa parlano di "fine di Israele" o di "suicidio di Israele". Mai vista una tale dissociazione dalla realtà. Tipica dei traditori che vengono premiati.
Terminata la “guerra dei 12 giorni”, la situazione nel Medio Oriente sembra rientrata in una sorta di normalità. Sgominati gli Hezbollah sostenuti dall’Iran, rinchiusa Hamas nella Striscia di Gaza, con grande sofferenza della popolazione locale, anche se, in alcune circostanze, ha manifestato contro i dominatori sanguinari, che hanno prontamente e ferocemente domato nel sangue quelle ribellioni. Insomma, Hamas non rappresenta le istanze del popolo palestinese contro Israele, se non nelle affermazioni utili per ottenere il consenso in seno alla politica internazionale, bensì il progetto di distruggere lo Stato ebraico, anche a costo di gravi perdite umane tra la popolazione locale. Del resto, lo aveva affermato il sanguinario capo di Hamas, Yahya Sinwar, tempo fa brillantemente eliminato da Israele: ogni perdita umana tra i palestinesi è utile per la causa; ogni civile palestinese ucciso dall’esercito israeliano è un martire, la cui funzione è di rinfocolare l’odio contro gli ebrei che occupano una fetta del sacro territorio dell’Islam.
Oggi l’Iran, il nemico numero-uno di Israele, non è più in grado – almeno per momento – di nuocere allo Stato ebraico. Tra il 2024 e l’anno in corso, Israele ha conseguito eccellenti risultati nella guerra contro i suoi nemici. Hezbollah è stato schiantato anche nelle sue sedi in Libano. Benché, a livello internazionale, si siano levate voci contro Gerusalemme per aver operato gravi incursioni in Libano, distruggendo molte sedi di Hezbollah situate in alcuni piani dei grattacieli di Beirut e uccidendo diversi civili libanesi, si deve però dire che il governo libanese ha permesso ai terroristi di Hezbollah di sistemarsi all’interno di quegli edifici. La realtà è che il potere politico in Libano è nelle mani del gruppo terroristico: il Libano è una sede privilegiata di Hezbollah, è uno Stato avamposto del terrorismo anti-israeliano, è uno Stato privo ormai di una propria legittimità internazionale, di una sua statualità che si conferma nei propri cittadini, abituati ormai a vivere nel pericolo continuo di essere eliminati.
Hamas è in fase di estinzione. Benché si sia arroccata nella Striscia di Gaza, tenendo sotto continuo ricatto i cittadini di quel territorio, Hamas vive esclusivamente degli aiuti umanitari destinati alla popolazione, ma che vengono sottratti dai terroristi per le proprie esigenze. È una situazione disastrosa per i gazawi, tenuti sotto minaccia di morte da Hamas in ogni momento. Si parla oggi di trattative tra Hamas e Israele. Netanyahu è fermo nelle sue proposte, consapevole della superiorità attuale di Israele e della debolezza di Hamas, che, come sempre, conta sulla ipocrisia e sulla doppiezza di parte importante della politica internazionale. Oltre che sull’incremento dell’antisemitismo. Dopo aver pubblicato La fine di Israele, un libro che ha suscitato veementi proteste in seno al mondo ebraico e tra coloro che sostengono Israele, Anna Foa, il 6 luglio scorso, su “La Stampa”, ha pubblicato un articolo nel quale afferma che l’accettazione di una tregua restituirebbe “un’anima a Israele”. Un’affermazione vergognosa, degna, appunto, di una persona che ha pubblicato La fine di Israele.
I successi di Israele contro i propri nemici, sia nel 2004, sia in quest’anno, dimostra che Israele è nel pieno della sua vitalità, nel suo progresso continuo, nella difesa della propria democrazia in una regione senza democrazia, cara signora Foa. Nathan Greppi, nel suo fondamentale libro, La cultura dell’odio. Media, università e artisti contro Israele (Torino, Lindau, 2025), dedica una parte a “L’odio antiisraeliano nei media italiani” (pp. 75-119). Non cita esplicitamente Anna Foa, ma il sottoscritto si permette di farlo in questa sede. L’incremento dell’antisemitismo, legato ai fatti di Gaza, manipolati contro Israele a livello internazionale, ha coinvolto anche quegli ebrei, soprattutto i più elevati a livello culturale, che detestano Netanyahu e il suo governo. Foa è uno di questi.
Le trattative in corso sono ad un punto morto. Israele non deve cedere di un millimetro sulle proprie richieste, che sono scaturite, e ancora sanguinano nel cuore degli israeliani, dall’orrendo crimine del 7 ottobre 2023. Anna Foa, hai forse dimenticato quello che Israele ha subito quel giorno?