Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Contractors ma senza verità Commento di Iuri Maria Prado
Testata: Il Riformista Data: 06 luglio 2025 Pagina: 4 Autore: Iuri Maria Prado Titolo: «Gaza, il video dei contractors che non sparano sui civili anche se i media scrivono l’esatto contrario»
Riprendiamo dal RIFORMISTA di oggi, 05 e 06/07/2025, a pagina 4, il commento di Iuri Maria Prado dal titolo "Gaza, il video dei contractors che non sparano sui civili anche se i media scrivono l’esatto contrario".
Iuri Maria Prado
La fondazione americana GHF distribuisce il cibo a Gaza, Hamas spara e uccide, i media danno sempre la colpa a Israele senza nemmeno verificare chi abbia sparato. Nonostante non vi siano prove, i nostri giornali continuano a dire che gli israeliani sparano sui civili palestinesi in coda per il cibo. E che tutta l'operazione di distribuzione degli aiuti sia una trappola. Una vergogna per l'informazione!
È vero che l’Associated Press ha diffuso un filmato in cui si vedono i “contractors” – addetti al presidio dei centri di distribuzione degli aiuti a Gaza – che sparano sui civili? No, non è vero. È vero che su giornali, siti web, blog e social è stato scritto che l’Associated Press ha diffuso un filmato in cui si vedono i contractors che sparano sui civili? Sì, è vero. Quindi tutti quelli hanno scritto il falso.
In quel filmato non si vede assolutamente nulla. Si vede gente accalcata, certo. Si vedono i contractors, certo. Si sentono, a tratti, degli spari, ma non si sa di che cosa (la stessa Associated Press parla di granate stordenti, proiettili di gomma e spray al peperoncino).
In un altro tratto del video si sente qualcuno che dice “Credo che ne abbia colpito uno”, e un altro risponde “Sì, accidenti!” (Yeah hell, boy!”), frase che alcuni, come il sito euronews.com, volenterosamente postato su X dal giornalista di Avvenire Nello Scavo, hanno tradotto così: “Sì, cavolo, un ragazzo!”. Insomma, spazzatura, quanto meno se intesa a documentare ciò che vorrebbe e cioè, appunto, che i contractors sparano intenzionalmente per colpire i civili.
Si faccia attenzione. Che il sistema di distribuzione degli aiuti sia male organizzato – anche se sta migliorando – è indiscutibile. Che sia gli israeliani sia i contractors possano essere impreparati ed equipaggiati male, con armamenti inadeguati, è non solo possibile ma probabile. Che in quello scenario difficilissimo, pieno di gente disperata e simultaneamente infestato di terroristi, possano essere stati commessi errori anche gravi, e occasionalmente anche crimini, è tutt’altro che escluso. Ebbene: ci sono responsabilità per quella cattiva organizzazione e per gli errori, ed eventualmente i crimini, cui essa può aver dato luogo? Certo che ci sono.
Ma non è l’operazione sicaria di cui si vaneggia da settimane, il programma di completamento genocidiario che attira i poveracci con il miraggio del pane e poi li abbatte. Ma proprio questo, contro il vero, è stato detto. È invece il tentativo, problematico, di farla finita con l’andazzo precedente, vale a dire il sistema della joint venture criminale Onu/Hamas, con gli aiuti che finivano a quest’ultima e non alla popolazione civile, cui semmai erano rivenduti a strozzo dai tagliagole. Un sistema che andava molto bene a tutti: ai terroristi che ne profittavano, all’Onu che lo copriva e alla brava gente – si fa per dire – impegnata a manifestare contro l’uso della fame come arma di guerra.
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