Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Contractors ma senza verità Commento di Iuri Maria Prado
Testata: Il Riformista Data: 06 luglio 2025 Pagina: 4 Autore: Iuri Maria Prado Titolo: «Gaza, il video dei contractors che non sparano sui civili anche se i media scrivono l’esatto contrario»
Riprendiamo dal RIFORMISTA di oggi, 05 e 06/07/2025, a pagina 4, il commento di Iuri Maria Prado dal titolo "Gaza, il video dei contractors che non sparano sui civili anche se i media scrivono l’esatto contrario".
Iuri Maria Prado
La fondazione americana GHF distribuisce il cibo a Gaza, Hamas spara e uccide, i media danno sempre la colpa a Israele senza nemmeno verificare chi abbia sparato. Nonostante non vi siano prove, i nostri giornali continuano a dire che gli israeliani sparano sui civili palestinesi in coda per il cibo. E che tutta l'operazione di distribuzione degli aiuti sia una trappola. Una vergogna per l'informazione!
È vero che l’Associated Press ha diffuso un filmato in cui si vedono i “contractors” – addetti al presidio dei centri di distribuzione degli aiuti a Gaza – che sparano sui civili? No, non è vero. È vero che su giornali, siti web, blog e social è stato scritto che l’Associated Press ha diffuso un filmato in cui si vedono i contractors che sparano sui civili? Sì, è vero. Quindi tutti quelli hanno scritto il falso.
In quel filmato non si vede assolutamente nulla. Si vede gente accalcata, certo. Si vedono i contractors, certo. Si sentono, a tratti, degli spari, ma non si sa di che cosa (la stessa Associated Press parla di granate stordenti, proiettili di gomma e spray al peperoncino).
In un altro tratto del video si sente qualcuno che dice “Credo che ne abbia colpito uno”, e un altro risponde “Sì, accidenti!” (Yeah hell, boy!”), frase che alcuni, come il sito euronews.com, volenterosamente postato su X dal giornalista di Avvenire Nello Scavo, hanno tradotto così: “Sì, cavolo, un ragazzo!”. Insomma, spazzatura, quanto meno se intesa a documentare ciò che vorrebbe e cioè, appunto, che i contractors sparano intenzionalmente per colpire i civili.
Si faccia attenzione. Che il sistema di distribuzione degli aiuti sia male organizzato – anche se sta migliorando – è indiscutibile. Che sia gli israeliani sia i contractors possano essere impreparati ed equipaggiati male, con armamenti inadeguati, è non solo possibile ma probabile. Che in quello scenario difficilissimo, pieno di gente disperata e simultaneamente infestato di terroristi, possano essere stati commessi errori anche gravi, e occasionalmente anche crimini, è tutt’altro che escluso. Ebbene: ci sono responsabilità per quella cattiva organizzazione e per gli errori, ed eventualmente i crimini, cui essa può aver dato luogo? Certo che ci sono.
Ma non è l’operazione sicaria di cui si vaneggia da settimane, il programma di completamento genocidiario che attira i poveracci con il miraggio del pane e poi li abbatte. Ma proprio questo, contro il vero, è stato detto. È invece il tentativo, problematico, di farla finita con l’andazzo precedente, vale a dire il sistema della joint venture criminale Onu/Hamas, con gli aiuti che finivano a quest’ultima e non alla popolazione civile, cui semmai erano rivenduti a strozzo dai tagliagole. Un sistema che andava molto bene a tutti: ai terroristi che ne profittavano, all’Onu che lo copriva e alla brava gente – si fa per dire – impegnata a manifestare contro l’uso della fame come arma di guerra.
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