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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Libero Rassegna Stampa
06.07.2025 Lo scrittore Sansal sarà in carcere, abbandonato dall'Occidente
Cronaca di Mauro Zanon

Testata: Libero
Data: 06 luglio 2025
Pagina: 8
Autore: Mauro Zanon
Titolo: «Nessuna grazia per lo scrittore Sansal. Vecchio e malato, resterà in carcere»

Riprendiamo LIBERO di oggi, 06/07/2025, a pagina 8, con il titolo "Nessuna grazia per lo scrittore Sansal. Vecchio e malato, resterà in carcere", il commento di Mauro Zanon.

Mauro Zanon
Mauro Zanon

Nessuna grazia presidenziale: Bouallem Sansal, 80enne e malato, resta nelle galere algerine, per aver osato criticare il regime e aver scritto romanzi di fantascienza sull'islam. La reazione dell'Europa, a parte l'inutile protesta francese, è il silenzio più totale, una vergogna per le democrazie occidentali.

Tradizionalmente, la sera prima della Giornata dell’indipendenza, il 5 luglio, il presidente algerino firma numerosi provvedimenti di grazia. Negli ultimi anni, la grazia è stata concessa a detenuti condannati o in custodia cautelare, malati cronici o ultrasessantacinquenni. Boualem Sansal, scrittore franco-algerino, in carcere ad Algeri dallo scorso 16 novembre e appena condannato in appello a cinque anni di carcere e 500mila dinari di multa (circa 3.500 euro) per «attentato all’unità nazionale, oltraggio al corpo costituito, atti lesivi all’economia nazionale e detenzione di video e pubblicazioni che minacciano la sicurezza e la stabilità del paese», rientrava in questo quadro: ha 80 anni e soffre di un cancro alla prostata. Ma il suo nome, nonostante l’ottimismo delle autorità francesi e del mondo intellettuale parigino, non figura nel decreto di clemenza per la liberazione o la riduzione della pena che il presidente dell’Algeria, Abdelmadjid Tebboune, ha firmato a beneficio di 6.
797 detenuti. «Il governo algerino ci ha preso in giro per due mesi», ha denunciato Noëlle Lenoir, ex ministra degli Affari europei sotto Chirac e presidente del Comitato di sostegno a Boualem Sansal. La grazia per l’autore de “Il giuramento dei barbari”, romanzo che lo fece entrare nel mirino del regime algerino, “«non ci sarà e questo è deplorevole», ha aggiunto Lenoir, sottolineando amaramente che «tutti i prigionieri politici e di opinione in Algeria sono stati esclusi dalla grazia presidenziale annuale». La presidente del Comitato di sostegno allo scrittore franco-algerino ha riferito che «c’erano alcuni segnali che potevano sembrare positivi”, frutto di “negoziati discreti portati avanti dalle diplomazie francese e tedesca». Lenoir ha ricordato che il presidente del gruppo sovranista Udr all’Assemblea Nazionale, Éric Ciotti, aveva ritirato la sua proposta di risoluzione per abrogare gli accordi franco-algerini del 1968 e del 2013 per non irritare Algeri, e che l’avvocato di Sansal, Pierre Cornut-Gentille, aveva ottenuto un visto per recarsi in Algeria e parlare con il suo cliente. «Avevamo questa speranza, ma tutto è crollato, quando questo sfortunato giovane giornalista, Christophe Gleizes, è stato condannato e imprigionato», ha detto sconsolata Noëlle Lenoir. Il riferimento è al caso del reporter sportivo di 36 anni che si era recato nel maggio 2024 nella Cabilia, regione berbera a est di Algeri, per scrivere un articolo sulla squadra di calcio Jsk. Arrestato con l’accusa di essere entrato in contatto con un dirigente del Jsk, anche leader del Mak, il Movimento per l’autodeterminazione della Cabilia, classificato come “terroristico” dal 2021 dalle autorità algerine, Gleizes è stato condannato a sette anni di prigione per “apologia di terrorismo”. Insomma, un altro dossier incandescente sull’asse Parigi-Algeri, sullo sfondo di una crisi diplomatica dove le vecchie ferite coloniali mai veramente ricucite si uniscono a nuovi affaire. Come quello che coinvolge l’influencer Amir Boukhors, detto Amir DZ, oppositore politico che vive in Francia, vittima di un sequestro per cui sono stati incriminati un agente del consolato algerino di Créteil, vicino Parigi, e un ex alto diplomatico dell’ambasciata dell’Algeria in Francia. Di certo, la mancata grazia a Sansal, incarcerato per un’intervista al media parigino Frontières e alcuni messaggi scambiati con l’ex ambasciatore di Francia ad Algeri Xavier Driencourt giudicati oltraggiosi dal regime algerino, rappresenta un grande flop per la diplomazia francese, e in particolare per il presidente della Repubblica, Emmanuel Macron. Quest’ultimo, a fine marzo, dopo una telefonata con Tebboune, si era detto ottimista sull’imminente liberazione del romanziere, su un “gesto di umanità” da parte del suo omologo algerino.
Ma venerdì sera, da Algeri, è arrivato un altro schiaffo diplomatico.

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