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Luce nel buio del tunnel. Come gli ostaggi a Gaza celebravano Hanukkah 13/12/2025

Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.



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Libero Rassegna Stampa
06.07.2025 Trump è stufo. Pronte sanzioni a Putin. Ma le userà?
Cronaca di Mirko Molteni

Testata: Libero
Data: 06 luglio 2025
Pagina: 11
Autore: Mirko Molteni
Titolo: «Kiev colpisce la base dei caccia russi. Trump è stufo: «Pronte sanzioni a Putin»»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 06/07/2025, a pag. 11 con il titolo "Kiev colpisce la base dei caccia russi. Trump è stufo: «Pronte sanzioni a Putin»" l'analisi di Mirko Molteni. 

Mirko Molteni
Mirko Molteni

Putin non intende fermare il suo sterminio in Ucraina. La sua inutile trattativa con Trump serve solo a prendere tempo. Il presidente americano dà segni di impazienza e parla di nuove sanzioni. Ma la smetterà di trattare Putin come suo amico?

La pressione russa su 1.200 km di fronte, che gli ucraini faticano a tamponare, prosegue. E il presidente americano Donald Trump, dopo la telefonata «deludente» al presidente russo Vladimir Putin, ieri minacciava nuove sanzioni: «Credo che Putin sia molto preoccupato per le sanzioni. E il Senato, come sapete, sta valutando sanzioni pesanti, molto pesanti». Al presidente ucraino Volodymir Zelensky preme rimpinguare le scorte dei missili antiaerei Patriot. E Trump ha riaperto alla possibilità di riprenderne le forniture: «Hanno bisogno dei Patriot. Non voglio vedere bambini uccisi. Sono incredibilmente efficaci. Sapete, abbiamo abbattuto 14 obiettivi su 14».
Dovrà convincere il Pentagono, che non vuole intaccare le riserve Usa, o accordarsi col cancelliere tedesco Friedrich Merz, disposto a rigirare all’Ucraina i Patriot destinati alla Bundeswehr. Le forze ucraine hanno colpito con droni la base aerea russa di Borisoglebsk, nella regione di Voronezh, da cui decollano caccia russi Sukhoi Su-30, Su-34 e Su-35 armati con le bombe plananti guidate KAB, sganciate sulle postazioni dei soldati ucraini. È per ridurre tale minaccia che l'aeroporto è stato attaccato da droni che avrebbero distrutto «un deposito delle bombe guidate» e «un aereo d’addestramento», mentre altri aerei sarebbero stati colpiti.
Borisoglebsk non è però che una delle tante basi da cui i russi lanciano incursioni. Altri droni ucraini hanno causato danni, ancora da valutare, a una fabbrica russa di sistemi elettronici, la VNIIR-Progress di Cheboksary, in Chuvashia, a 1.300 km dal confine ucraino. Dall’impianto escono le antenne Kometa montate sui missili Iskander-K, sui droni Shahed e sulle citate bombe KAB. La fabbrica era già stata attaccata una prima volta il 9 giugno. L’esercito ucraino afferma di aver respinto piccole puntate russe nella regione di Sumy, fra Khotin e Yunakhiv, dove Mosca ha inviato «piccoli gruppi d’assalto» per operazioni che non sono l’offensiva temuta, ma piuttosto ricognizioni per saggiare le difese.
Intanto sembra che i russi stiano aprendo un nuovo fronte sul confine fra Donetsk e Dnipropetrovsok, dove secondo il sito Deep State, filo-Kiev, hanno preso i villaggi di Zelenyi Kut e Novo-Ukrainka, vicino alla contesa Dachne. Ma il maggiore ucraino Viktor Tregubov: «I combattimenti sono ancora sul confine del Donetsk».
Il generale Oleksandr Syrskyi, comandante dell'esercito ucraino, paventa «una nuova offensiva russa a Kharkiv», dato che «i russi cercano d’avanzare con la forza dei numeri». Il Ministero della Difesa di Mosca ha annunciato d’aver distrutto due lanciatori di missili Patriot e due sistemi radar AN/MPQ-65 che guida tali missili antiaerei, oltre a siti di assemblaggio e stoccaggio di droni. Perciò Zelensky ha esortato ieri alla «produzione congiunta con gli alleati di armi e droni». E, attraverso un post su X, ha confermato che «questa settimana abbiamo raggiunto un accordo con un’azienda americana per la produzione di droni e un altro accordo è stato concluso con la Danimarca per la prima co-produzione di armi per l’Ucraina all’estero».

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