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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Libero Rassegna Stampa
05.07.2025 Fra Trump e Zelensky un accordo
Analisi di Carlo Nicolato

Testata: Libero
Data: 05 luglio 2025
Pagina: 10
Autore: Carlo Nicolato
Titolo: «Fra Trump e Zelensky un accordo per rinforzare le difese aeree ucraine «Proteggeremo i cieli»»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 05/07/2025, pag. 10, con il titolo "Fra Trump e Zelensky un accordo per rinforzare le difese aeree ucraine «Proteggeremo i cieli»", la cronaca di Carlo Nicolato. 

Carlo Nicolato
Carlo Nicolato

L'incontro fra Zelensky e Trump è andato meglio del previsto. Il presidente Usa ha cambiato ancora idea (per l'ennesima volta) e dopo aver negato i missili anti-aerei all'Ucraina, adesso promette di proteggere i suoi cieli. Dove vuole andare Trump e cosa si aspetta da Putin?

È andato meglio di quanto Zelensky potesse aspettarsi l’incrocio di telefonate tra lui, il presidente americano e il rivale russo, dal quale ne esce in pratica come vero vincitore dopo che Trump si è detto «molto deluso» di Putin e al contrario ha promesso al leader ucraino di aiutarlo per la protezione dei cieli. «Oggi abbiamo parlato della situazione: dei raid aerei russi e, più in generale, della situazione al fronte. Il presidente Trump è molto ben informato», ha confermato Zelensky in una nota ufficiale. «Abbiamo discusso delle possibilità relative alla difesa aerea e abbiamo concordato di lavorare per aumentare la protezione del cielo. Abbiamo concordato un incontro tra i nostri team. Abbiamo anche parlato in dettaglio delle capacità dell'industria della difesa e delle possibilità di produzione congiunta», ha aggiunto lasciando supporre dunque che la telefonata di ieri sia l’inizio di una collaborazione più intensa, anche se ovviamente non è ancora chiaro quale sia il programma di Trump in proposito. Di sicuro, ha ribadito Zelensky, ci sono piani per investimenti congiunti su nuove tecnologie e droni, come dimostra l’accordo già raggiunto con l’azienda americana Swift Beat per la produzione di centinaia di migliaia di aeromobili a pilotaggio da remoto.
Il presidente ucraino ha inoltre espresso i suoi migliori auguri per il Giorno dell’Indipendenza degli Stati Uniti, ringraziando per il sostegno finora ricevuto. Nella telefonata di ieri invece Putin aveva sostenuto di volere una soluzione negoziata al conflitto in Ucraina, a patto però che la Russia raggiunga i suoi obiettivi con «l’eliminazione delle cause di fondo» del conflitto.
In particolare, ha riferito il consigliere presidenziale russo Yuri Ushakov, il presidente russo «ha insistito sul fatto che qualsiasi accordo di pace futuro debba prevedere l’abbandono da parte dell’Ucraina della sua intenzione di adesione alla Nato e il riconoscimento delle conquiste territoriali della Russia». Una presa di posizione perentoria che ha profondamente deluso Trump che contava sul suo rapporto privilegiato con il capo del Cremlino per chiudere in fretta la guerra. Il presidente americano deve essere rimasto ancora più deluso dopo aver appreso la notizia che poche ore dopo la chiamata le forze russe hanno compiuto l’ennesimo attacco in massa sull’Ucraina, in particolare sulla capitale, provocando la morte di una persona e il ferimento di altre 23.
L’attacco è stato effettuato con l’utilizzo di 550 «armi aeree» tra i quali 330 droni Shahed di tipo iraniano e diversi tipi di missili. Negli ultimi mesi la Russia ha notevolmente intensificato questo tipo di attacchi e solo a giugno ha lanciato 5.337 droni Shahed, di gran lunga il numero mensile più alto dall'inizio dell'invasione. Il ministro degli Esteri ucraino Andrii Sybiha ha postato su X delle foto che dimostrano come i droni utilizzati dai russi utilizzino anche componenti fabbricati in Cina. I bombardamenti hanno anche danneggiato l’ambasciata polacca il cui governo ha subito inviato una protesta formale a Mosca sottolineando che ciò è «contrario al diritto internazionale, in particolare alla Convenzione di Vienna del 1961». E secondo gli ucraini avrebbero anche provocato danni alla linea elettrica della centrale nucleare di Zaporizhia, causando un blackout che ha lasciato senza energia 50mila persone.
L’Aiea ha confermato che «attualmente la centrale fa affidamento sull’energia dei suoi generatori diesel di emergenza, il che evidenzia una situazione di sicurezza nucleare estremamente precaria».
«Questo è stato uno degli attacchi aerei più vasti, deliberatamente massiccio e cinico...
La Russia sta dimostrando ancora una volta che non porrà fine alla guerra e al terrore», ha commentato Zelensky che di conseguenza ha sottolineato l’importanza di un continuo e crescente supporto militare da parte degli alleati, in particolare per quanto riguarda la difesa aerea. «I Patriot sono veri difensori della vita», ha aggiunto facendo velato riferimento alla sospensione degli aiuti americani che includevano sistemi essenziali di difesa aerea e in particolare proprio un numero considerevole di Patriot. Trump ha negato che vi sia stata in realtà una sospensione e secondo tre funzionari Usa che hanno parlato con la NBC News questo stop sarebbe da addebitarsi a una decisione esclusiva del segretario alla Difesa statunitense Pete Hegseth.
È ancora fumata nera invece sul 18esimo pacchetto di sanzioni dell’Unione Europea, bloccato di fatto dall’opposizione della Slovacchia che chiede garanzie sugli effetti delle norme che metteranno fine alle importazioni di energia russa. Giovedì si erano conclusi gli incontri tra i rappresentanti della Commissione europea e le autorità slovacche, segnati da progressi e «buone discussioni», ma Bratislava ha chiesto più tempo per risolvere il nodo energia e dare il suo via libera.

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