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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Libero Rassegna Stampa
04.07.2025 Albanese si dice avvocato e non lo è
Lettera di Dorothy Shea

Testata: Libero
Data: 04 luglio 2025
Pagina: 13
Autore: Dorothy Shea
Titolo: ««La relatrice sulla Palestina si dice avvocato e non lo è»»

Riprendiamo da LIBERO del 04/07/2025, a pag. 13, con il titolo "«La relatrice sulla Palestina si dice avvocato e non lo è»" la lettera di Dorothy Shea al Segretario Generale ONU. 

Dorothy Shea, rappresentante degli Usa presso le Nazioni Unite
Gli Usa chiedono di cacciare Francesca Albanese dal suo ruolo istituzionale all'ONU (relatrice speciale per i Territori). Ecco la lettera di Dorothy Shea, la rappresentante permanente degli Usa alle Nazioni Unite, in cui spiega perché la Albanese sia inidonea, sia per la sua ideologizzazione che la porta a odiare Israele, sia per la sua professionalità (dice di essere avvocato, ma non risulta).

Eccellenza, gli Stati Uniti la ringraziano per la sua lettera datata 21 aprile 2025 e le scrivono nuovamente per esprimere gravi preoccupazioni per il proseguimento delle attività di Francesca Albanese, la “Relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati dal 1967” . La sua lettera conferma che la signora Albanese non è un membro dello staff delle Nazioni Unite e presta servizio a titolo personale esprimendo solo opinioni personali. (...) La signora Albanese si è impegnata in annidi virulento antisemitismo e sostegno al terrorismo, condotta che la rende inadatta a ricoprire il ruolo di Relatrice Speciale e va condannata. Gli Stati Uniti si sono fortemente opposti al rinnovo della nomina della signora Albanese, avvertendo che avrebbe dimostrato disprezzo per il codice di condotta dei relatori speciali e avrebbe portato ulteriore disonore alle Nazioni Unite. Questi avvertimenti si stanno dimostrando veri, e gli Stati Uniti ribadiscono la loro richiesta di condannare direttamente la signora Albanese e di chiedere pubblicamente la sua immediata rimozione. Nelle ultime settimane, la signora Albanese ha inviato lettere minatorie a dozzine di entità in tutto il mondo, tra cui aziende e organizzazioni senza scopo di lucro, e ha preparato una bozza di rapporto per la 59a sessione del Consiglio per i diritti umani identificando impropriamente tali entità come coinvolte in presunti illeciti. Questi materiali sono pieni di retorica incendiaria e false accuse, confermando – ancora una volta – che la signora Albanese manca completamente di imparzialità e credibilità. I destinatari delle lettere di minaccia della signora Albanese includono più di 20 entità statunitensi, tra cui molte delle più importanti società americane in vari settori (...). Nelle sue lettere, la signora Albanese fa accuse estreme, come il fatto che le entità potrebbero contribuire a presunti reati tra cui «gravi violazioni dei diritti umani», «apartheid» e «genocidio».
Afferma erroneamente che i destinatari hanno violato «norme preventive del diritto internazionale» e affrontano l’esposizione a «potenziali responsabilità penali», e chiede che cessino le attività relative a Israele.
Queste lettere costituiscono un’inaccettabile campagna di guerra politica ed economica contro l'economia americana e mondiale. Le attività commerciali specificamente prese di mira dalla signora Albanese contribuiscono e aiutano a rafforzare la sicurezza nazionale, la prosperità economica e il benessere umano in Medio Oriente, Nord Africa ed Europa. L'interruzione di queste attività avrebbe impatti significativi e destabilizzanti.
Le accuse della signora Albanese secondo cui Israele sta commettendo un «genocidio» e si sta impegnando in un «apartheid» sono false e offensive. Israele sta combattendo una guerra legittima di autodifesa in cui sta attaccando obiettivi militari. Questa guerra è stata provocata dal fatto che Hamas ha commesso il peggior massacro di ebrei dai tempi dell'Olocausto – di per sé un atto di genocidio – e ha rapito 251 ostaggi; 53 ostaggi rimangono in cattività. Israele ha adottato ampie misure per ridurre i danni accidentali ai civili, mentre Hamas usa deliberatamente i civili come scudi umani. Israele non è uno stato di "apartheid", ma piuttosto una democrazia in cui i suoi cittadini arabi possiedono uguali diritti e sono rappresentati in posizioni di influenza in tutto il governo e nella società.
(...) La signora Albanese ha anche travisato le sue qualifiche per il ruolo affermando di essere un avvocato internazionale, nonostante abbia ammesso pubblicamente di non aver superato un esame di avvocato odi non essere stata autorizzata a esercitare la professione legale. Gli errori legali alla base delle recenti accuse della signora Albanese dimostrano questa mancanza di qualificazione. Considerati nel loro insieme, questi fatti mettono in discussione qualsiasi presunto privilegio e immunità della signora Albanese come esperta in missione per le Nazioni Unite. Gli Stati Uniti osservano inoltre che lo status di esperto in missione della Relatrice speciale non le conferisce l'immunità per i suoi discorsi o comportamenti al di fuori del corso dell'esecuzione della sua missione.
Per le ragioni di cui sopra, gli Stati Uniti vi chiedono, ancora una volta, di condannare le attività della signora Albanese e di chiedere specificamente la sua rimozione, incoraggiando gli Stati membri del Consiglio dei Diritti Umani ad agire. La mancanza di tale azione fino ad oggi ha permesso alla signora Albanese di portare avanti la sua campagna di guerra economica contro entità in tutto il mondo, comprese le principali aziende americane. Continuare a non farlo non solo screditerebbe le Nazioni Unite, ma richiederebbe anche azioni significative in risposta alla sua cattiva condotta.

 

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