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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Il Foglio Rassegna Stampa
02.07.2025 La BBC sapeva dei cori 'Morte a Israele'
Analisi di Giulio Meotti

Testata: Il Foglio
Data: 02 luglio 2025
Pagina: 1/I
Autore: Giulio Meotti
Titolo: «'Morte ai sionisti'»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 02/07/2025, a pagina 1/I, l'analisi di Giulio Meotti dal titolo: "Morte ai sionisti".

Informazione Corretta
Giulio Meotti

Morte a Israele, Morte ai Sionisti, Morte all'IDF, delirio collettivo al festival di Glastonbury, quando si esibisce il duo inglese Bob Vylan. La Bbc non batte ciglio e continua la sua diretta, indisturbata, tenendola poi per giorni anche nei suoi canali social e web. La cosa fa giustamente scalpore nel Regno Unito. Ma è evidente come la Tv pubblica britannica stia continuando a fare propaganda contro Israele. L'imam sempre più in aumento!

Voleva “uccidere tutti i sionisti” Mohamed Sabry Soliman, l’islamista che a Boulder, in Colorado, ha tirato le molotov contro un gruppo di ebrei che manifestava per gli ostaggi israeliani a Gaza. Non li ha uccisi tutti, ma una sì. Ieri è morta Karen Diamond, una delle otto persone, di età compresa tra 52 e 88 anni, ricoverate per ustioni dopo le molotov. Tra i feriti c’è anche Barbara Steinmetz, che era sopravvissuta all’Olocausto. Diamond era un pilastro della sua comunità ebraica, membro di Bonai Shalom, una sinagoga conservatrice di Boulder.

Pochi giorni prima di Boulder, due membri dello staff dell’ambasciata israeliana a Washington erano stati uccisi a colpi di pistola al grido di “Free Palestine”.

Da Glastonbury, la Bbc ha trasmesso il Festival della musica dove il gruppo punk rap Bob Vylan ha gridato slogan di morte agli ebrei, fra una esibizione degli Oasis, Harry Styles e Coldplay. E lo scandalo non si ferma. Il rabbino capo del Regno Unito ieri ha condannato la gestione da parte della tv pubblica inglese dell’esibizione di Glastonbury: Ephraim Mirvis ha parlato di “un momento di vergogna nazionale”. Si scopre intanto che il direttore generale della Bbc, Tim Davie, era al Festival mentre si cantava “morte alle Idf” e ora rischia il posto. Sono stati i Bob Vylan a scatenare la folla in un delirio di israelofobia. “Morte, morte alle Forze di difesa israeliane”, hanno urlato e il pubblico li ha seguiti. Si fatica a pensare a un altro evento nel Regno Unito in cui una folla abbia invocato la morte di altri esseri umani.

Oltre a Bob Vylan, si è esibita anche la band irlandese Kneecap. Il loro frontman, Liam O’Hanna ha sventolato la bandiera di Hezbollah e gridato “Lunga vita a Hamas, lunga vita a Hezbollah” durante un concerto a Londra. Gli è stato permesso di esibirsi a Glastonbury, nonostante i procedimenti legali in corso. Gli Stati Uniti ieri hanno revocato il visto al gruppo Bob Vylan. E il Times ha rivelato che il direttore generale della Bbc è stato informato in diretta dei cori che invocavano la morte dei soldati israeliani pronunciati a Glastonbury, ma non ha interrotto la diretta streaming. La diretta streaming contenente i cori è rimasta su iPlayer per cinque ore. Il vice ministro degli Esteri israeliano, Sharren Haskel, ieri ha chiesto le dimissioni di Davie: dal 7 ottobre, la Bbc è più volte stata criticata per la sua faziosità antisraeliana, dal rifiuto di chiamare Hamas “terroristi” alla produzione di un film da Gaza con i figli dei capi di Hamas.

“La ragione per cui sono vivo oggi è che i miei antenati hanno avuto un momento in cui si sono resi conto che il loro paese stava cadendo a pezzi e stava diventando pericoloso per gli ebrei e per me, quel momento è arrivato quando ho visto le riprese di Glastonbury” scriveva ieri sul Telegraph Gideon Falter, direttore generale della Campagna contro l’antisemitismo. “Decine di migliaia di giovani al più importante festival musicale del paese cantavano ‘morte’, in scene che ricordavano le grandi manifestazioni a Teheran o Sana’a, trasmesse nelle case di milioni di inglesi dall’emittente nazionale”.

Più che una nota stonata, Glastonbury sembra una colonna sonora occidentale.

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