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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Il Foglio Rassegna Stampa
02.07.2025 Spie iraniane in Israele
Analisi di Micol Flammini

Testata: Il Foglio
Data: 02 luglio 2025
Pagina: 1/I
Autore: Micol Flammini
Titolo: «Khamenei adesca israeliani»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 02/07/2025, a pag. 1/I, con il titolo "Khamenei adesca israeliani", l'analisi di Micol Flammini.

Micol Flammini
Micol Flammini

Il regime iraniano sta reclutando spie in Israele. Sta succedendo dal 7 ottobre in poi, quando l'Iran credeva che Israele fosse debole e penetrabile. Le reclute sono giovanissime e quasi mai portano a termine la loro missione prima di essere arrestate. Almeno ad una di queste spie era stato chiesto di assassinare Netanyahu.

All’inizio i compiti sono molto semplici: scattare foto, visitare concessionarie di automobili, ritirare pacchi. I guadagni sono buoni, soprattutto se misurati all’impegno. Il rischio però è alto, ed è l’ultimo fattore che viene preso in considerazione quando i problemi di soldi portano ad accettare la proposta ricevuta online da uno sconosciuto. Ieri la polizia israeliana e il servizio di sicurezza interna dello Shin Bet hanno annunciato di aver arrestato una coppia di Ra’anana, città nella parte centrale di Israele. E’ il secondo arresto in ventiquattro ore. Nell’ultimo anno sono state incriminate trenta persone per spionaggio, venti casi, invece, sono stati archiviati. Tutte le spie arrestate agivano per conto dello stesso paese: la Repubblica islamica dell’Iran. Lo schema non è difficile da rintracciare, il regime di Teheran ha sempre cercato di creare una rete di spie dentro a Israele, cercando israeliani disposti a tradire il proprio paese, oppure a volte inconsapevoli del tradimento. La ricerca di agenti sul territorio israeliano si è fatta particolarmente meticolosa dopo il 7 ottobre, quando l’invasione da parte di Hamas ha mostrato la debolezza e i buchi della sicurezza israeliana. Il regime iraniano ha pensato che dopo l’attacco dei terroristi della Striscia, Israele fosse abbastanza debole e sufficientemente distratto da non badare alla ricerca di spie sul proprio territorio.

Gli israeliani assoldati da Teheran sono in genere molto giovani, molti non hanno portato a termine la loro missione. Un ragazzo di ventiquattro anni è stato contattato online, gli è stato chiesto prima di scattare foto attorno alla sua casa, poi di appostarsi davanti a un negozio, infine di spostare una valigia. Un’altra spia aveva ricevuto istruzioni di fotografare le scie di intercettazione di un missile. Due ragazzi di Tiberiade sono stati avvicinati in cambio di migliaia di shekel, avrebbero dovuto uccidere un israeliano e le missioni precedenti prevedevano filmati a strutture come centri commerciali, posti di blocco, ospedali. Nessuno ha ricevuto un addestramento, soltanto un settantenne, arrestato con l’accusa di aver cospirato per assassinare il primo ministro Benjamin Netanyahu, aveva compiuto due viaggi in Iran. Al ritorno in Israele si era reso conto che non avrebbe avuto modo di avvicinare il premier e si era offerto di colpire politici meno in vista. Un ragazzo di diciotto anni aveva ricevuto 1.800 dollari per raccogliere informazioni sull’ospedale in cui era ricoverato l’ex primo ministro e attuale sfidante principale di Netanyahu, Naftali Bennett: è stata una delle operazioni più di successo, il ragazzo, identificandosi come parente del politico, aveva ricevuto dettagli anche sulle misure di sicurezza. Teheran ha cercato soggetti fragili: giovani, persone con problemi economici o che si sono trasferite di recente in Israele. Finora la rete creata è stata prevedibile e limitata e le motivazioni sono varie, spiega al Foglio una fonte militare: non in tutti i paesi il motivo economico funziona; Israele ha previsto il tentativo dell’Iran di portare persone fragili dalla sua parte; il 7 ottobre è stato sì il momento di maggiore vulnerabilità, ma è stato anche il momento in cui la società si è compattata, e tutti gli apparati di sicurezza si sono mobilitati.

Per inviare al Foglio la propria opinione, telefonare: 06/5890901, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@ilfoglio.it

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