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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Libero Rassegna Stampa
02.07.2025 Netanyahu negli Usa: che Trump troverà?
Cronaca di Amedeo Ardenza

Testata: Libero
Data: 02 luglio 2025
Pagina: 1/12
Autore: Amedeo Ardenza
Titolo: «Trump aspetta Netanyahu. «Con Bibi sarò duro: settimana prossima a Gaza si fa la tregua»»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 02/07/2025, a pag. 1/12, con il titolo "Trump aspetta Netanyahu. «Con Bibi sarò duro: settimana prossima a Gaza si fa la tregua»", la cronaca di Amedeo Ardenza.

Dopo aver sistemato l'Iran e decapitato Hezbollah, Israele si trova ancora a combattere a Gaza, il primo fronte aperto dopo il 7 Ottobre. Netanyahu vola negli Usa a incontrare Trump e sa che il presidente americano è determinato a obbligarlo a fare una tregua nella Striscia. Che Trump troverà? Quello che lo ha aiutato a vincere contro l'Iran o quello che lo ha obbligato già una volta ad accettare una tregua sbagliata a Gaza, all'inizio dell'anno?

Contro il programma nucleare dell’Iran c’è stato bisogno delle bombe e il lavoro non è stato neppure completato. Stesso discorso con gli Houthi, gli Usa hanno bombardato il gruppo ribelle yemenita affinché smettesse di attaccare le navi battente bandiera americana nel Mar Rosso.
Adesso Donald Trump ha un altro obiettivo: far cessare le armi a Gaza. È dal 27 ottobre del 2023 che le Israeli Defense Forces (Idf) sono entrate nell’enclave palestinese con il duplice obiettivo di liberare gli ostaggi rapiti dai terroristi il 7 ottobre dello stesso anno e sconfiggere il gruppo islamico. Ventuno mesi di guerra con due interruzioni: le due ultime settimane di novembre 2023 e un’altra tregua di 42 giorni fra gennaio e marzo di quest’anno.
Se è vero che le Idf continuano, di settimana in settimana, a elencare i chilometri di tunnel distrutti, i depositi di armi sequestrati, l’alto numero di operativi di Hamas uccisi o arrestati, mentre i lanci di missili dalla Striscia sono quasi azzerati, è anche vero che sul fronte della liberazione degli ostaggi i risultati sono scarsi. La maggior parte di loro è stata liberata da Hamas durante i due periodi di tregua. Solo in pochi altri casi le Idf sono riuscite a strappare gli ostaggi dalle mani dei loro sequestratori e in alcuni casi anche a uccidere per errore dei sequestrati che erano riusciti a liberarsi da soli.
In questo conflitto in apparenza senza fine sono rimasti uccisi a Gaza 879 militari israeliani e decine di migliaia di palestinesi (quasi tutti operativi di Hamas secondo le Idf, quasi tutte donne e bambini secondo Hamas) mentre l’enclave palestinese assomiglia sempre più a un grande ammasso di macerie.
Nelle ore in cui il ministro israeliano per gli Affari strategici Ron Dermer è a Washington per preparare con il segretario di Stato Marco Rubio e il vicepresidente J.D. Vance l’imminente visita del primo ministro Benjamin (Bibi) Netanyahu alla Casa Bianca, lo stesso presidente si è pronunciato con la sua solita schiettezza. Rivolto alla stampa, Trump ha assicurato che sarà «molto fermo» la settimana prossima con Netanyahu quanto alla necessità di porre fine alla guerra a Gaza.
Il presidente ha peraltro precisato che anche Bibi «vuole porre fine alla guerra», dicendosi poi convinto che la prossima settimana sarà raggiunto un cessate il fuoco e un accordo di rilascio degli ostaggi. «La scorsa settimana però - scriveva ieri il Times of Israel - il capo della Casa Bianca aveva detto che un accordo sarebbe stato raggiunto questa settimana».
Nonostante la stanchezza delle Idf, composte in larga parte da giovani coscritti e da riservisti un po’ meno giovani, e a dispetto delle suppliche per una tregua da parte del Forum dei famigliari degli ostaggi, Bibi ha mantenuto la rotta sulla guerra a Hamas fino alla vittoria.
Una linea che gli ha permesso di mantenere all’interno della sua coalizione i due partiti della destra estrema che gli garantiscono la maggioranza alla Knesset. Partiti che, per la durata della tregua di inizio anno, sono anche usciti dal governo per segnalare la loro contrarietà a ogni compromesso con il gruppo del terrore. Se darà ascolto a Trump firmando una tregua con Hamas, Bibi rischia dunque di trovarsi in minoranza in Parlamento. E tuttavia il suo margine negoziale con il commander in chief è molto ridotto.
Se la guerra di Israele contro l’Iran è durata solo dodici giorni ampio merito va al presidente Usa che ha dato ordine ai velivoli B2 e ai sottomarini nella regione di bombardare l'Iran.

 

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