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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Libero Rassegna Stampa
01.07.2025 Gli ‘Accordi di Abramo’ crescono
Analisi di Carlo Nicolato

Testata: Libero
Data: 01 luglio 2025
Pagina: 15
Autore: Carlo Nicolato
Titolo: «Israele e Siria verso la pace. Gli Accordi di Abramo crescono»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 01/07/2025, pag. 15, con il titolo "Israele e Siria verso la pace. Gli Accordi di Abramo crescono", la cronaca di Carlo Nicolato. 

Carlo Nicolato
Carlo Nicolato

Mohammed Bin Salman (Arabia Saudita), Donald Trump (Usa), Ahmed al Sharaa (Siria) potrebbero allargare gli Accordi di Abramo alla Siria. La caduta del regime di Assad, in Siria, ha aperto le porte a questa possibilità. Con buona pace di chi continua a parlare di escalation di guerra in Medio Oriente.

Con un ordine esecutivo, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump revoca le sanzioni alla Siria. È il sigillo con cui la Casa Bianca certific che i colloqui tra Israele e la nuova Siria non sono più solo una diceria. I giornali israeliani parlano di trattative già avanzate e di un accordo di pace che mette la parola fine alle ostilità tra i due Paesi quasi in dirittura di arrivo. Si parla di «aspirazione ad ampliare gli Accordi di Abramo», quelli che tracciano una via verso la normalizzazione dei rapporti di Israele con i Paesi islamici moderati, e di risoluzione delle questioni territoriali in ballo, prima di tutto quella che riguarda le alture del Golan.
Ma c’è anche più di un indizio, giusto i tre che servono per fare una prova, che suggerisce che Siria e Israele potrebbero andare oltre la “non belligeranza” e avvicinarsi a qualcosa di simile a un riconoscimento ufficiale reciproco. Il primo di questi indizi, l’ultimo in ordine di tempo, riguarda il tentativo di assassinio del presidente siriano Ahmed Al Sharaa. Secondo quanto riporta il sito della tv libanese Lbci di mezzo ci sarebbe una cellula legata allo Stato islamico che stava pianificando l’attentato ad Al Sharaa durante la sua visita a Daraa, nella Siria meridionale, bloccata giusto in tempo dalle forze di sicurezza siriane probabilmente su imbeccata dei servizi segreti israeliani attivi nell’area.

SVOLTA ANTI-IRANIANA

Il secondo indizio riguarda lo smantellamento sistematico in Siria delle basi militari, delle sedi politiche e dei canali mediatici legati ai gruppi della resistenza palestinese. Anche questa rivelazione arriva da fonti libanesi che sostengono come al-Sharaa già pochi giorni dopo la caduta di Assad avesse chiesto lo scioglimento immediato di tutte le formazioni armate palestinesi in Siria. Una ventina di organizzazioni sono state costrette a chiudere e gli operatori che vi lavoravano a riparare in fretta all’estero. Il terzo indizio riguarda l’apertura degli Stati Uniti allo stesso al-Sharaa che il presidente Trump ha fugacemente incontrato durante la sua visita in Medio Oriente di un mese fa. Il tycoon parlò di lui in termini entusiastici, definendolo un tipo «tosto dal passato forte», e promise la revoca delle sanzioni alla Siria. Cosa poi effettivamente avvenuta una decina di giorni dopo. In mezzo si inseriscono anche le recenti dichiarazioni dell’inviato Usa nell’area e ambasciatore in Turchia, Tom Barrack, che oltre ad aver rivelato anche lui i «colloqui riservati della nuova amministrazione siriana con Israele su tutte le questioni principali», ha spiegato che la guerra tra Iran e Israele potrebbe aver aperto una nuova strada in Medio Oriente che coinvolga anche Libano e Turchia. «Il presidente Ahmed Al Sharaa ha dichiarato di non odiare Israele e di volere la pace su questo confine.
Penso che questo accadrà anche con il Libano. Un accordo con Israele è essenziale» ha spiegato. Barrack come altri prima di lui non ha escluso un clamoroso prossimo incontro tra lo stesso al-Sharaa e Netanyahu di cui Trump si sarebbe fatto promotore. Ma c’è anche chi va oltre.
Secondo il diplomatico britannico Craig Murray la trattativa è di respiro ancora più ampio e si gioca sul riconoscimento da parte di Damasco dello Stato di Israele con relativo scambio di ambasciatori entro la fine del 2026 in cambio di un consistente sostegno finanziario occidentale e della revoca di tutte le sanzioni alla Siria.

I MARGINI DELLA TRATTATIVA

Rimane tuttavia aperta la questione del Golan dove alla fine dello scorso anno Netanyahu ha tenuto un discorso in cui ha ribadito che le Alture rimarranno parte di Israele per l’eternità. Murray è convinto che la questione del Golan sia del tutto secondaria per il presidente siriano, ma sembra non lo sia per alcuni dei suoi sostenitori secondo i quali il ritiro di Israele da quelle alture dovrebbe essere una condizione sine qua non per un accordo.
Il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar ha ribadito ieri l’esatto opposto, e cioè che «in qualsiasi accordo di pace, il Golan rimarrà parte dello Stato di Israele», ma ha anche detto che «Israele è interessato ad ampliare il cerchio di pace e normalizzazione dell’Accordo di Abramo», e che «ha interesse ad aggiungere Siria e Libano, nostri vicini, al cerchio di pace e normalizzazione, salvaguardando al contempo gli interessi essenziali e di sicurezza dello Stato ebraico».
Insomma per Netanyahu, atteso alla Casa Bianca lunedì prossimo, si tratta di un’occasione imperdibile e più l’accordo con la nuova Siria avrà carattere politico e duraturo, più è elevata la possibilità che si crei un effetto domino con gli altri Paesi dell’area. Il tutto agevolato dalle benevoli pressioni di Trump che vedrebbe realizzato un capolavoro di diplomazia, il suo più grande successo in politica estera.

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