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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Il Riformista Rassegna Stampa
26.06.2025 Le fake news sull’introvabile acqua a Gaza
Analisi di Marco Del Monte

Testata: Il Riformista
Data: 26 giugno 2025
Pagina: 1
Autore: Marco Del Monte
Titolo: «Le fake news sull’introvabile acqua a Gaza: dai testi biblici ai tunnel costruiti da Hamas, vero responsabile della siccità»

Riprendiamo dal RIFORMISTA, l'analisi di Marco Del Monte dal titolo "Le fake news sull’introvabile acqua a Gaza: dai testi biblici ai tunnel costruiti da Hamas, vero responsabile della siccità".

Acqua per Gaza - Un Ponte Per
Israele è accusato ingiustamente di causare la siccità a Gaza, ma le fonti storiche e bibliche dimostrano che la zona è sempre stata ricca di falde acquifere. La vera causa dell’emergenza idrica è la costruzione massiccia di tunnel da parte di Hamas, che ha alterato il sottosuolo. Le sinistre occidentali ignorano questo e continuano a colpevolizzare Israele senza basi reali, affidandosi alla propaganda di Hamas

La guerra d’Israele si è sdoppiata con l’apertura del conflitto con l’Iran, giunto tutt’altro che al termine. E per i pacifisti nostrani si è presentata l’opportunità di accusare Israele di aver attaccato uno Stato pacifico, democratico che ha buoni rapporti col mondo, difensore dei diritti umani in generale e dei diritti delle donne in particolare, tant’è che presiede le relative commissioni in sede ONU. La realtà, invece, è che Israele ora si trova a combattere una guerra asimmetrica con Hamas a Gaza e una convenzionale con lo Stato dell’Iran.

Le sinistre occidentali hanno già classificato quest’ultima come una vile aggressione, non considerando che sono vent’anni che l’Iran e i suoi proxies bombardano quotidianamente Israele con continue salve di missili. Tra le tante “amenità” che circolano c’è pure quella che a Gaza, oltre la carestia che causa la morte di tanti bambini, il cui numero supera quello di tutti gli altri (uomini combattenti e no, donne e vecchi), si sta andando incontro alla siccità per colpa di Israele. Questo è veramente troppo, cerchiamo, quindi, di dimostrarne l’inconsistenza. Facciamo riferimento ai testi biblici come i cinque libri di Mosè, le opere di Isaia e di Amos, ma anche ai testi storici (Erodoto, Giuseppe Flavio, Tacito). La prima volta che si parla di Gaza è quando il re filisteo Avimelech si scontra prima con Abramo e poi con suo figlio Isacco per l’utilizzo dei pozzi d’acqua di proprietà dei Gazawi dell’epoca. Un’altra testimonianza riguarda la presenza di acqua nella zona intorno a Beer Sheva (che in ebraico vuol dire proprio “i sette pozzi”) e che si trova sull’attuale confine tra Israele e Gaza.

Queste testimonianze ci dicono che l’unica zona a sud dell’attuale Israele (Gaza appunto) era fornita di falde acquifere, tanto che gli abitanti di questa Striscia di terra erano gli unici che non scendevano in Egitto durante i periodi di siccità che periodicamente colpivano la terra di Canaan. A Gaza l’acqua non è mai mancata e la costruzione dei famigerati 750 chilometri di tunnel ne è la prova. Per realizzare questa complessa città sotterranea, che sta dando tanto filo da torcere ad Israele, sono occorse seimila tonnellate di solo cemento. Sottolineo di solo cemento, perché per realizzare le strutture in calcestruzzo armato, servono altrettante tonnellate di ferro, circa un terzo di inerti, metà di ghiaia, ma soprattutto dalle due alle quattro mila tonnellate di acqua potabile, che vorrebbe dire 4mila metri cubi di acqua. Il calcestruzzo non si può fare con l’acqua di mare, perciò deve essere stata per forza utilizzata acqua locale, anche proveniente dagli impianti di dissalazione presenti a Gaza.

La profondità delle falde oscilla tra i 10 e i 30 metri, dal che si deduce che molte strutture sotterranee che sono arrivate a superare questi limiti hanno evidentemente disturbato o intercettato o deviato le falde acquifere esistenti, innescando ovviamente siccità e carestia.
Così stando le cose appare chiarissimo chi è il colpevole. Queste false notizie, questa malcelata imperizia sono pane quotidiano, come si è visto alla ennesima manifestazione convocata in “duplex” Roma-Aja del 21 giugno, Israele è stato accusato anche di provocare la siccità nella martoriata Gaza.

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redazione@ilriformista.it

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