Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Israele, quei 7 soldati ventenni di cui nessuno parla Commento di David Zebuloni
Testata: Libero Data: 26 giugno 2025 Pagina: 6 Autore: David Zebuloni Titolo: «Quei 7 soldati ventenni uccisi da Hamas»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 26/06/2025, a pag. 6 con il titolo "Quei 7 soldati ventenni uccisi da Hamas" il commento di David Zebuloni.
David ZebuloniL'esercito israeliano è un esercito di leva, Israele manda i suoi ragazzi a combattere a Gaza per cercare di liberare gli ostaggi e proteggere la popolazione civile da Hamas e tagliagole islamisti. Sono 879 i soldati caduti dal massacro del 7 ottobre, onore ai caduti!
Una delle poesie storiche della letteratura israeliana porta la firma della grande poetessa Zelda, e si intitola: «Ogni persona ha un nome». Secondo la tradizione ebraica e israeliana, infatti, il modo più simbolico e dignitoso di commemorare i defunti è quello di recitare il loro nome e raccontarne la storia. Così, dal 7 ottobre a oggi, Israele è impegnata nel racconto delle sue vittime. Non solo volti, ma nomi, vissuti, amori, dolori, sogni e speranze.
E mentre il mondo versa lacrime di coccodrillo per i morti palestinesi (e chi se ne importa se tra loro vi sono anche i terroristi di Hamas: ogni palestinese fa numero), Israele seppellisce oggi altre sette giovani vittime innocenti. Per l’esattezza, un ufficiale e sei soldati sono caduti in combattimento contro i terroristi di Hamas a Khan Yunis, nell’idealizzata Striscia di Gaza, nella scorsa tormentata notte.
Il tenente Matan Shai Yashinovsky, di Kfar Yona, aveva 21 anni ed era comandante di reparto del battaglione 605 della brigata “Barak”. Insieme a lui sono stati uccisi anche il sergente maggiore Alon Davidov, di Kiryat Yam, 21 anni, paramedico da combattimento, e il sergente maggiore Ronel Ben-Moshe, 20 anni, di Rehovot. Poi ancora: il sergente maggiore Niv Redia, 20 anni, di Elyakhin; il sergente Ronen Shapiro, 19 anni, di Mazkeret Batya; e il sergente Shachar Manoav, 21 anni, di Ashkelon. Infine, il sergente Maayan Baruch Perlstein, 20 anni, di Ashahar.
Alon era figlio unico, un ragazzo timido e introverso, molto amato dai suoi amici. Maayan era appassionato di rock degli anni ’90, di cinema, di filosofia e di scacchi. Shachar, di origini etiopi, era il fratello minore del noto attore Shlomo Manoav. Ronel, invece, ha sempre sognato di diventare ingegnere edile: era a un passo dalla fine della leva militare e stava valutando l’università alla quale iscriversi. Ronel aveva anche un altro sogno: diventare marito e padre. Un sogno che non potrà mai più realizzare.
Secondo un’indagine preliminare dell’Idf, i terroristi di Hamas hanno piazzato un ordigno esplosivo su un blindato destinato a missioni di ingegneria, e sono poi fuggiti. Il blindato ha preso fuoco ed è stato completamente distrutto; l’identificazione dei corpi è durata molte ore. La tragica notizia è arrivata appena dopo la pubblicazione dei nomi delle ultime vittime dei missili iraniani lanciati sui civili israeliani nelle scorse notti. Tra loro, Ivet Shmilovich, 95 anni, superstite della Shoah, uccisa a casa sua a Petach Tikwa. A sud, invece, nella città di Beer Sheva, sono stati uccisi i due giovani innamorati Eitan Sacks e Noa Boguslavsky, di soli 18 anni. Una giovane coppia il cui amore è stato interrotto, spezzato per sempre, dall’odio islamista più radicale. Insieme a loro sono state uccise anche la mamma di Eitan, Michal Sacks, di 50 anni, e la vicina settantenne Naomi Shaanan.
In questo straziante e poco incoraggiante quadro di guerra, vi è in Israele un ente ancora capace di diffondere speranza alla popolazione stremata: il Magen David Adom (MDA), l’organizzazione nazionale di soccorso e pronto intervento medico di Israele, equivalente alla Croce Rossa italiana. Negli ultimi 12 giorni di guerra, il MDA ha assistito 1.347 vittime, tra cui 28 deceduti, 17 feriti gravi, 29 in condizioni moderate, 872 lievemente feriti e 401 persone colpite da attacchi di panico.
«Nelle ultime settimane, il MDA ha avuto un carico di lavoro incredibile che ha comportato un costo incrementale di 180mila euro al giorno», racconta a Libero Quotidiano il presidente dell’Associazione Amici di Magen David Adom in Italia Ets, Gianemilio Stern.
«La sede centrale in Israele ha dunque lanciato un appello a tutte le associazioni amiche del Magen David Adom nel mondo, con una lunga lista di equipaggiamenti necessari per affrontare questo momento di crisi. Così, l’Associazione Amici di Magen David Adom in Italia ha lanciato a sua volta un appello su tutti i suoi canali social, a partire dal sito www.amdaitalia.org, spiegando l’urgenza della situazione e raccogliendo, da oltre 200 donatori, contributi in grado di garantire la messa in sicurezza di 100 soccorritori e la modifica di tre ambulanze per l’evacuazione di persone disabili o anziane in sedia a rotelle. Esiste oggi una catena diretta che unisce i donatori italiani, il Magen David Adom in Italia e le vittime israeliane della Guerra».
Per inviare la propria opinione a Libero, telefonare 02/999666, oppure cliccare sulla e-mail sottostante