Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
I pacifisti del sabato: irrilevanti Commento di Daniele Capezzone
Testata: Libero Data: 23 giugno 2025 Pagina: 1 Autore: Daniele Capezzone Titolo: «La settimana pari c’è la piazza dem, quella dispari tocca a Conte: la sinistra vive solo di questo»
Riprendiamo da LIBERO di oggi 23/06/2025, a pag. 1/14, con il titolo "La settimana pari c’è la piazza dem, quella dispari tocca a Conte: la sinistra vive solo di questo", il commento di Daniele Capezzone.
Daniele CapezzoneLa sinistra italiana sembra vivere solo di piazze e talk-show, senza proposte concrete né capacità di incidere politicamente. Meglio così! Intanto il governo segue una linea prudente e coerente sullo scacchiere internazionale. I sondaggi restano fermi, e l'opposizione si limita a competere al proprio interno per frammenti di consenso
E quindi ora cosa se ne fanno? Delle piazze e delle piazzate, voglio dire. Ormai la sinistra italiana vive praticamente solo di questo: la settimana pari la piazza di Elly, la settimana dispari quella di Conte, mentre il dinamico duo Bonelli & Fratoianni non salta mai un turno neanche per un lieve affaticamento muscolare. Piccolo “dettaglio”: la storia corre veloce, e sembra quasi irridere con le sue violente accelerazioni chi si attarda in corteo a recitare stanchi e inutili slogan.
L’ultimo esempio si è registrato tra sabato pomeriggio e la notte appena successiva. Quelli sparacchiano cori e apparecchiano striscioni contro il riarmo? Neanche otto ore dopo, parte la devastante azione militare voluta da Trump contro il regime iraniano e i suoi impianti nucleari.
Per carità: sarebbe ingiusto accusare di irrilevanza solo l’opposizione italiana, mentre è ormai fuori gioco l’intera galassia delle organizzazioni sovranazionali. L’Onu oscilla tra posizioni inutili e dichiarazioni dannose (tipo quelle di ieri del solito Antonio Guterres, dal cuore sempre più tenero verso i dittatori).
L’Ue è ormai un set per le foto di rito e per le pompose allocuzioni di Macron. Perfino il G7 conta sempre meno.
IL GOVERNO E TRUMP Ma- ecco il punto- in uno scenario così difficile da interpretare e decodificare, non sarebbe utile un po’ di misura, una dose minima di pensiero, un’attitudine riflessiva? Ad esempio il governo si regola così (e fa molto bene, a mio avviso): ha scelto una linea saggia, ispirata alla vicinanza a Trump e insieme alla coesione transatlantica, e modula ogni sua mossa in base a quella bussola. Senza scenate, senza fughe in avanti (o all’indietro), senza forzature.
E la sinistra, invece? La dimensione della riflessione appare completamente desertificata. L’attività parlamentare pure. E allora cosa resta?
Il mix piazza & talk-show, pur sapendo bene (anzi: proprio sapendo bene) di essere completamente irrilevanti.
Starei per dire che, scomparsa la “rappresentanza”, è rimasta solo la “rappresentazione”: una sorta di sceneggiata, una recita continua, una costante invettiva morale (noi siamo buoni, gli altri sono cattivi), un esaurirsi dell’azione politica nel mettersi in posa plastica contro qualcuno (a scelta: Meloni, Salvini, Trump, Musk, Netanyahu, e così via). Per questa via, non accade mai che l’opposizione si comporti in modo minimamente costruttivo, dando l’idea di cosa farebbe se fosse al governo, se insomma avesse responsabilità istituzionali e di conduzione politica del paese. E allora?
E allora rimane solo lo strillo, l’accusa roboante, il dito puntato.
SONDAGGI INCHIODATI Con un doppio effetto tragicomico. Primo: non si sposta un solo voto, anzi non c’è nemmeno la speranza più tenue di intercettare un elettore esterno al recinto dell’attuale centrosinistra. Non a caso i sondaggi sono inchiodati: la somma delle forze del centrosinistra è sempre la medesima (36-38%) da un paio d’anni. Secondo: a quel punto, la competizione è tutta interna, per contendere ai presunti alleati una fettina di quel consenso. E allora ecco Schlein che insegue Conte, Conte che rilancia giocando ad alzare costantemente l’asticella, Bonelli & Fratoianni che sguazzano in quest’atmosfera gruppettara.
È un mondo a parte, chiuso e autoreferenziale. Impermeabile alla realtà. Auguri, compagni. Ne avete bisogno.
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