Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Netanyahu merita il sostegno dell’Occidente Analisi di Walter Russell Mead sul Wall Street Journal (Traduzione di Giulio Meotti)
Testata: Il Foglio Data: 23 giugno 2025 Pagina: 1 Autore: Giulio Meotti Titolo: «Netanyahu merita il sostegno dell’occidente»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 23/06/2025, nella sezione Un Foglio Internazionale la traduzione di Giulio Meotti dell'analisi di Walter Russell Mead pubblicata sul Wall Street Journal dal titolo: "Netanyahu merita il sostegno dell’occidente".
Walter Russell Mead, scrive sul Wall Street JournalWalter Russell Mead racconta l’incontro con Netanyahu pochi giorni prima degli attacchi israeliani all’Iran, quando il premier sembrava politicamente isolato. Ma con un’operazione militare audace, Bibi ha ribaltato la situazione, colpendo il regime iraniano nel suo momento di massima debolezza. Ora combatte una guerra decisiva per Israele e per la sicurezza delll'Occidente
Se riesci a mantenere la calma quando tutti intorno a te / La perdono e te ne danno la colpa…’. Questi versi tratti da 'Se' di Rudyard Kipling mi risuonavano nella mente l’8 giugno, mentre mi sedevo con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu per una conversazione informale nel suo ufficio di Gerusalemme. Gli ultimi attacchi di Israele contro l’Iran non erano ancora stati lanciati, e l’opinione diffusa era che Bibi, come amici e nemici chiamano il premier più longevo nella storia di Israele, fosse con le spalle al muro”. Così Walter Russell Mead sul Wall Street Journal. “Le notizie secondo cui il premier israeliano era ai ferri corti con Trump erano ovunque. Per decenni, la popolarità di Bibi tra i conservatori americani ha contribuito a consolidare la sua posizione. Ma la situazione sembrava cambiare all’inizio della scorsa settimana. Da voci del mondo ‘Maga’ come Tucker Carlson è emerso un coro di critiche anti-sraeliane e anti Netanyahu. L’apparente calore di Trump verso un accordo nucleare in stile Obama con l’Iran era forse un segnale che i repubblicani americani stavano mettendo Bibi sotto l’autobus? Risoluzioni delle Nazioni Unite, mandati di arresto della Corte penale, manifestazioni, focolai antisemiti nelle università d’élite e, più recentemente, un’azione diplomatica della Francia per convincere i paesi occidentali a riconoscere lo stato palestinese: molti, in patria e all’estero, incolpavano Netanyahu del crescente isolamento di Israele (…) Alla fine della settimana, Bibiaveva ribaltato la situazione. Una serie di attacchi militari ha messo a nudo la debolezza del regime iraniano. La crisi di governo si è placata. Trump ha elogiato l’audace attacco di Israele. Come nei mesi successivi al 7 ottobre, un primo ministro
determinato ha sfruttato la macchina militare israeliana per orchestrare una serie di vittorie che hanno sbalordito il mondo. Oggi Netanyahu pensa che tempi disperati richiedano scelte rischiose. Credendo che il regime iraniano sia motivato da un odio implacabile contro Israele, vedendolo assemblare gli elementi nucleari e non di un arsenale che potrebbe cancellare Israele dalla mappa, e sapendo che i successi di Israele hanno ridotto l’Iran alla sua posizione più debole da decenni, Bibi ha lanciato la campagna che definirà il suo posto nella storia. Questa è la decisione della sua vita. La guerra è imprevedibile e le prime vittorie di Israele, sebbene incoraggianti, non sono garanzia di successo finale. L’Iran è stato indebolito, ma rimane il nemico più formidabile di Israele. La potenza aerea israeliana, per quanto efficace, potrebbe non essere sufficiente a raggiungere pienamente gli obiettivi nella guerra. In questa campagna, Bibi meriterà l'unica cosa che sa di non ottenere: il sostegno incondizionato dell'occidente. La sicurezza americana sarà rafforzata se vincerà e gravemente indebolita se fallirà. Speriamo che prevalga. Cina e Russia seguiranno da vicino la situazione”.
(Traduzione di Giulio Meotti)
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