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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Informazione Corretta Rassegna Stampa
22.06.2025 C’è un’emittente televisiva nemica in mezzo a noi
Commento di Ben Cohen

Testata: Informazione Corretta
Data: 22 giugno 2025
Pagina: 1
Autore: Ben Cohen
Titolo: «C’è un’emittente televisiva nemica in mezzo a noi»

C’è un’emittente televisiva nemica in mezzo a noi
Commento di Ben Cohen
(Traduzione di Yehudit Weisz)
https://www.jns.org/the-enemy-broadcaster-in-our-midst/

Irib, la Tv di Stato iraniana, da poco bombardata dagli israeliani, è un canale che fa propaganda di odio 24 ore su 24. E non si limita al pubblico iraniano, perché da quasi vent'anni ha il suo braccio internazionale: Press TV. Una Tv esplicitamente nemica che parla nella nostra lingua.

La voce dietro quel segnale di chiamata risulterà probabilmente sconosciuta alla maggior parte delle persone nate negli ultimi 50 anni, ma sarebbe stata immediatamente riconosciuta da molti appartenenti alla generazione dei nostri nonni e bisnonni. Lo speaker era William Joyce, un traditore fuggito da Londra a Berlino nel 1939 per trasmettere propaganda nazista agli ascoltatori  in Gran Bretagna. Soprannominato “Lord Haw Haw” per il modo in cui la sua pronuncia indolente e strascicata, tipica dell'alta borghesia, modulava la pronuncia di “Germany Calling”, Joyce – che in realtà era un americano nato a Brooklyn da padre cattolico irlandese e madre protestante irlandese di modeste condizioni – divenne una delle principali figure di propaganda di odio della Seconda Guerra Mondiale. Il suo ultimo discorso, nell'aprile del 1945, si concluse con le parole “Heil Hitler e addio.” Tentò poi di fuggire dalla Germania, ma venne catturato dalle truppe britanniche e riportato a Londra, dove all'inizio del 1946 fu giustiziato per alto tradimento.                           Il caso di Joyce, così come quello del poeta americano Ezra Pound – un antisemita isterico che svolse una funzione simile alla radio italiana durante la dittatura di Mussolini – è diventato un ammonimento sui pericoli dello schierarsi dalla parte del nemico. Eppure, in quasi ogni guerra, si trovano uno o più individui felici di seguire l'esempio di Joyce. L'attuale conflitto tra Israele e Iran illustra questa situazione. È vero, questa è una guerra che, in questo momento, Israele sta combattendo da solo, quindi l'analogia non è esatta. Ma l'Iran ha dimostrato in numerose occasioni dalla Rivoluzione islamica del 1979 – il bombardamento della caserma dei Marines statunitensi a Beirut nel 1983, il bombardamento del Centro ebraico AMIA a Buenos Aires nel 1994, l'uccisione di oltre 600 militari statunitensi in Iraq tra il 2003 e il 2011 – che il regime e i suoi alleati stanno conducendo una “guerra senza fine” contro gli Stati Uniti e la più ampia alleanza occidentale. Israele può essere il primo obiettivo sulla linea d'attacco iraniana, ma non sarà l'ultimo. Gli alleati del regime iraniano in Occidente stanno attualmente contrastando questa affermazione con tutte le loro forze, aiutati dai media ufficiali della Repubblica Islamica.

La settimana scorsa Israele aveva bombardato la sede centrale di Teheran dell'Islamic Republic of Iran Broadcasting ( IRIB ) mentre uno dei suoi presentatori farneticava (ancora) in onda, ed aveva correttamente messo in evidenza che, in quanto principale veicolo della propaganda del regime, la Radio-Televisione risponde alla definizione di un legittimo obiettivo militare. Tale giustificazione non riguarda esclusivamente Israele; la NATO fece lo stesso quando bombardò la sede di Belgrado della principale emittente televisiva serba durante la liberazione del Kosovo nel 1999, mentre ancora più indietro nel tempo, la Royal Air Force disturbò la trasmissione radiofonica di una cerimonia ufficiale tedesca del 1943 per celebrare il decimo anniversario del potere di Hitler, facendo volare i suoi aerei a bassa quota, coprendo con i rumori il programma mentre i tedeschi sconcertati cercavano invano di  sintonizzarsi.                                                                                                             L'Iran non è l'unico Stato che si oppone alle democrazie occidentali e che utilizza i media per raggiungere i cittadini insofferenti di quelle democrazie, in inglese, francese e spagnolo, tra le altre lingue. L'esempio più noto è Al Jazeera , l'emittente statale del Qatar che ha investito milioni di dollari per consolidare la propria immagine di fonte giornalistica coraggiosa e indipendente. Un altro esempio è la rete russa RT .  Da parte sua, l'IRIB ha un canale internazionale, Press TV . Ricordo di aver visto manifesti pubblicitari di Press TV sui mezzi pubblici durante una visita a Londra nel 2007, che la pubblicizzavano come l'unica emittente disposta a dire la verità al potere, infrangendo le bugie e gli inganni dei media occidentali. Da nessuna parte si accennava al suo legame con l'IRIB. Ancora oggi, bisogna curiosare nel sito web di Press TV per scoprire che il suo CEO, Ahmad Noroozi, è anche vicepresidente dell'IRIB World Service.

Negli Stati Uniti, Press TV è stata controllata dal 2013, un'azione che è stata seguita nel 2023 con la sua aggiunta all'elenco del Dipartimento del Tesoro delle nazionalità specificamente controllate e dei soggetti indesiderati. Anche emittenti e governi di altri Paesi hanno intrapreso azioni contro la rete, tra cui Germania e Regno Unito. Nel Regno Unito, la revoca della sua licenza nel 2011 è stata innescata dalla trasmissione di una “confessione” di Maziar Bahari, un dissidente iraniano, che era stata estorta sotto tortura. (Questa flagrante violazione del diritto umanitario è una pratica standard per IRIB, che le è valsa il soprannome di “Torture TV”). Eppure Londra rimane l'unica città occidentale in cui Press TV possiede sia una redazione che uno studio che produce e trasmette notiziari e tavole rotonde. Tra le sue proposte più sgradevoli c'è un programma antisemita senza remore intitolato “Palestine Declassified”, prodotto a Londra e condotto da Chris Williamson, ex parlamentare, fedele alleato di Jeremy Corbyn, l'ex leader antisemita del Partito Laburista britannico e candidato di prim'ordine alla carica di William Joyce. (Tra l'altro, anche Corbyn ha condotto programmi su Press TV , così come George Galloway, un altro ex membro del parlamento britannico che non ha mai incontrato un dittatore che non abbia adulato.)

Tra gli ospiti abituali di Williamson c'è David Miller, un accademico scozzese caduto in disgrazia che, a mio avviso, è l'agitatore più sfacciatamente antisemita in una costellazione che include anche diverse testate di estrema sinistra in Europa e Nord America.

L'hashtag preferito di Miller è “#dismantle Zionism”, (demolire il sionismo) con cui intende la chiusura di organizzazioni, scuole ed enti di beneficenza ebraici che abbiano qualsiasi affiliazione, o anche solo simpatia, per lo Stato di Israele, sostenendo che questa sia una manifestazione di “suprematismo ebraico.” Tutto questo viene trasmesso da Londra dalla stessa rete che trasmette le confessioni degli oppositori iraniani del regime, ottenute con la tortura. C'è un metodo in tutto questo; come ha scritto il mio collega Toby Dershowitz , “L'IRIB , e il regime più in generale, tentano di collegare i prigionieri alle potenze straniere che il regime spesso diffama, principalmente gli Stati Uniti e Israele. Ciò è in linea con lo schema dell'IRIB di diffamare il 'grande Satana' e il 'piccolo Satana' in televisione, radio e nei resoconti scritti.”

Con l'eccezione degli Stati Uniti e forse della Germania, i Paesi occidentali hanno reagito in modo fiacco all'attuale campagna di Israele, riconoscendo che l'Iran rappresenta una minaccia molto concreta, ma prendendo le distanze dalle necessarie azioni di Gerusalemme.

Comunque, è forse troppo chiedere al governo del Regno Unito di bloccare completamente le attività londinesi di Press TV?

Ben Cohen Writer - JNS.org
Ben Cohen


takinut3@gmail.com

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