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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Libero Rassegna Stampa
21.06.2025 Netanyahu: 'avanti anche senza Trump'
Cronaca di Maurizio Stefanini

Testata: Libero
Data: 21 giugno 2025
Pagina: 2
Autore: Maurizio Stefanini
Titolo: «Khamenei prende di mira le città arabe di Israele. Katz: abbattere il regime»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 21/06/2025, a pag. 2, con il titolo "Khamenei prende di mira le città arabe di Israele. Katz: abbattere il regime" la cronaca di Maurizio Stefanini.

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Maurizio Stefanini

Israel Katz (ministro della Difesa) e Benjamin Netanyahu intensificano gli attacchi ai bersagli del regime iraniano, anche per destabilizzarlo. La guerra continua, a prescindere da quel che deciderà di fare Donald Trump.

«Il nostro principale obiettivo è fermare il programma nucleare, eliminare la minaccia, mentre il secondo obiettivo è fermare la capacità balistiche dell'Iran. Se Trump vuole partecipare o meno è una sua decisione, lui farà ciò che è meglio per gli Stati Uniti. Io farò ciò che è meglio per Israele». Così ha detto il primo ministro israeliano, Benyamin Netanyahu in una intervista all'emittente israeliana del circuito Kan. «Ho ordinato di intensificare gli attacchi contro obiettivi del regime a Teheran per destabilizzare il regime iraniano», dice dunque ministro della Difesa israeliano Israel Katz, secondo il Times of Israel. «Dobbiamo colpire tutti i simboli del regime e i suoi meccanismi di oppressione, come i Basij, così come la base del potere del regime, il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica», ha dichiarato ieri mattina in una riunione con il capo di Stato Maggiore dell'esercito, Eyal Zamir, e altri alti ufficiali. L’obiettivo è portare a «un'evacuazione di massa della popolazione da Teheran, al fine di destabilizzare il regime e aumentare la deterrenza in risposta al lancio di missili sul fronte interno israeliano, continuando al contempo a colpire strutture e scienziati per contrastare il programma nucleare iraniano, fino al pieno raggiungimento di tutti gli obiettivi dell'operazione».
Ma lo stesso Zamir, capo di Stato Maggiore, ha invitato gli israeliani a prepararsi per una «campagna prolungata» contro l'Iran. In un video il generale sostiene che l'Iran sta «costruendo da anni un piano chiaro per distruggere lo Stato di Israele» e che negli ultimi mesi «il piano ha raggiunto il punto di non ritorno, dove le capacità hanno raggiunto la capacità operativa». Per il capo di Stato Maggiore dell’Idf, Israele ha avviato l'operazione Rising Lion il 13 giugno scorso «quando l’Iran possedeva circa 2.500 missili terra-terra, con un elevato tasso di produzione, tanto che entro circa due anni si prevedeva che ne possedesse circa 8.000».
Anche se la frequenza dei missili con cui l'Iran prova a contrattaccare è diminuita, infatti, quelli che stanno colpendo stanno facendo più impressione. Il fatto che siano stati danneggiati cinque ospedali fa capire che siano stati scelti apposta come bersagli, forse anche come rappresaglia per quelli che Israele è accusato di avere colpito nella Striscia di Gaza. Le sirene d'allarme hanno suonato nel centro e nel nord di Israele per un’ondata di 20 missili. Esplosioni si sono udite a Tel Aviv, dove le case hanno tremato nel centro della città per la potenza delle deflagrazioni. L'ospedale Rambam nella città portuale israeliana di Haifa ha affermato di aver accolto 19 feriti provenienti dal luogo di un attacco missilistico iraniano.
Due persone hanno riportato ferite da gravi a moderate, mentre le altre hanno riportato ferite lievi, secondo quanto riferito dall'ospedale. Ma c'è stato un attacco missilistico iraniano anche in una zona residenziale a Be’er Sheba, città nel sud di Israele già colpita.
Sia Haifa che Be’er Sheba sono anche città con una forte presenza di arabi israeliani.
Ma una serie di esplosioni sono state avvertite ieri sera anche a Teheran, come premessa di una nuova prevedibile nottata di martellamento. Anche un terremoto di magnitudo 5.1 è stato registrato nel nord dell’Iran. L'Esercito israeliano (Idf) «sta colpendo attualmente infrastrutture militari nel centro e nell'ovest dell'Iran» ha affermato la stessa Idf su Telegram. L'Iran a sua volta accusa Israele di avere colpito tre ospedali. Secondo fonti iraniane non confermate, un drone israeliano a Teheran ha cercato di colpire uno scienziato nucleare. Il portavoce dell'Idf ha riferito che più di 25 aerei da combattimento dell'aeronautica israeliana hanno distrutto oltre 35 infrastrutture per lo stoccaggio e il lancio di missili a Tabriz e Kermanshah, nell'Iran occidentale.
Secondo Tasnim, migliaia di iraniani, sventolando bandiere nazionali, si sono radunano nelle piazze principali di Teheran e di altre città dopo la preghiera del venerdì, per partecipare a una marcia «della rabbia e della vittoria», per esprimere «il proprio disgusto per l'aggressione del regime sionista e la propria solidarietà e il proprio sostegno alle forze armate.

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