Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Sepolcri imbiancati: Keir Starmer (premier britannico) ed Emmanuel Macron (presidente francese) prendono subito le distanze da Israele, nel momento in cui sta lottando per la sua sopravvivenza. E si rifiutano di difenderlo.
“La Francia non ha preso parte alla conduzione degli attacchi israeliani in Iran.” “È probabile che continuino. Si tratta di una nuova fase”, ha dichiarato il Presidente Macron.
La Gran Bretagna non ha alcuna intenzione di difendere Israele quando l'Iran reagirà agli attacchi israeliani. Il Regno Unito non è stato coinvolto negli attacchi contro i siti nucleari e militari di Teheran e non è coinvolto nell'intercettazione delle rappresaglie iraniane come lo era stato l'anno scorso, hanno affermato fonti della difesa. Insomma, Francia e Gran Bretagna si lavano le mani di fronte a una situazione che non li riguarda. E la Russia? “Vladimir Putin ha sottolineato che la Russia condanna le azioni di Israele, che costituiscono una violazione della Carta delle Nazioni Unite e del Diritto Internazionale”, ha affermato la presidenza russa. Eppure, nessuno di loro può ignorare l'elemento fondamentale della politica estera degli ayatollah. L'articolo 11 della Costituzione della Repubblica Islamica dell'Iran afferma esplicitamente che “il governo islamico ha l'obbligo di condurre la propria politica (estera) sul principio dell'unità islamica e di intraprendere un'azione efficace per il raggiungimento dell'unità politica, economica e culturale del mondo musulmano.” Si tratta ovviamente dell'Islam sciita e Teheran non fa mistero della sua volontà di dominare l'intero Medio Oriente sunnita, compreso l'Egitto, e nel frattempo di distruggere lo Stato ebraico. Questo perché per i leader iraniani questo Stato, al quale negano ogni legittimità e che preferiscono chiamare “entità sionista”, è un abominio. Per distruggerlo, finanziano e armano movimenti terroristici come Hezbollah in Libano – ora neutralizzato – e Hamas, e strumentalizzano gli Houthi nello Yemen. Lo sapevano tutti, e d’altronde nel 1998, Josep Borrell, allora Ministro degli Esteri spagnolo, dichiarò: “L'Iran vuole distruggere Israele? Possiamo conviverci.”
Solo che il programma nucleare iraniano, è un'altra storia. Arma chiave della politica egemonica degli ayatollah, è fonte di preoccupazione per la comunità internazionale. Da qui i numerosi sforzi per limitarlo ricorrendo a trattati o sanzioni. Lunedì 9 giugno, le accuse mosse contro l'Iran e le sue sospette attività di arricchimento dell'uranio erano così pesanti che il Direttore dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (AIEA) non è riuscito a mascherare la tensione che aleggiava a Vienna. L'ultimo rapporto dell'AIEA parla da solo. Implacabile. “L'Agenzia non può ignorare lo stoccaggio di oltre 400 chili di uranio altamente arricchito. Secondo diverse fonti diplomatiche, è chiaro che l'Iran sta ‘ingannando’.” Gli esperti ritengono che Teheran continui ad aumentare la produzione di uranio arricchito senza essere in grado di rassicurare la comunità internazionale sui suoi scopi civili e pacifici. Inoltre, in risposta al rapporto, gli iraniani hanno annunciato la loro intenzione di aumentare “in modo significativo” la produzione di uranio arricchito. Da qui la reazione del Ministro della Difesa israeliano: “Noi ci troviamo ad una svolta decisiva. Se non la cogliamo ora, non avremo modo di impedire all'Iran di acquisire armi nucleari che metterebbero a repentaglio la nostra esistenza.”