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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Informazione Corretta Rassegna Stampa
15.06.2025 Il fuoco sciita
Commento di Niram Ferretti

Testata: Informazione Corretta
Data: 15 giugno 2025
Pagina: 1
Autore: Niram Ferretti
Titolo: «Il fuoco sciita»

Il fuoco sciita
Commento di Niram Ferretti

Israel Planned Bigger Attack on Iran, but Scaled It Back to Avoid War - The  New York Times
L'Iran alimenta da decenni una visione millenarista e rivoluzionaria che pone la distruzione di Israele al centro della sua agenda, Dopo la rivoluzione islamica del 1979, Israele e gli USA sono diventati i “due Satana”, bersagli di una politica estera basata su terrorismo e sostegno a gruppi armati come Hezbollah, Houthi e Hamas

L’Iran, con le fiamme ha lunga dimestichezza, da Zoroastro in poi. Fuoco sacro, purificatore, escatologico, quello con il quale, nell’Armageddon finale, Israele dovrebbe essere combusto. Sono antiche storie, iscritte in un passato di profezie in cui tra cieli corruschi e fiamme, i guerrieri di Allah si scontreranno nella battaglia decisiva contro l’empietà.

Come ha evidenziato Matthias Küntzel, uno dei maggiori studiosi mondiali del complesso intreccio tra jihadismo, antisemitismo e islamismo “La politica estera iraniana non è mai orientata allo status-quo ma è millenarista e rivoluzionaria, con la distruzione di Israele in cima alle sue priorità”.

Gli USA per Teheran sono il Grande Satana, la culla del peccato. Così era per l’ayatollah Khomeini, l’esule di Parigi che tornò in patria, Lenin sciita, a “liberare” il popolo oppresso dallo Scià, pedina dell’impero del male americano. Bei tempi quelli prerivoluzionari, quando tra Israele e Iran i rapporti erano ottimi. Tutto svanito, naturalmente, con la rivoluzione del ’79 e il ritorno del rigorismo islamico.

Da allora Israele e gli USA sono diventati i due Satana in combutta, il minore e il maggiore, i nemici da abbattere, finora solo con proclami, ma da colpire, soprattutto con tanto terrorismo esportato sull’onda della rivoluzione khomeinista. Terrorismo da esercitare o direttamente, o tramite proxies, vedi alla voce Hezbollah, Hamas, talebani. Scorriamo di seguito alcune delle tappe più significative delle imprese terroristiche finanziate dall’Iran nell’ultimo ventennio. Si tratta di protocolli intrisi di sangue.

A Beirut, il 18 Aprile 1983 ha luogo un attentato all’ambasciata americana che provocherà 63 morti. Sempre a Beirut, il 23 ottobre 1983, 241 marines verranno uccisi in quello che è ancora oggi il più clamoroso attentato nei confronti degli USA precedente l’11 settembre.

Il 12 Dicembre 1983 è la volta dell’attentato all’ambasciata americana in Kuwait che causerà 5 morti e 86 feriti. Il 20 settembre 1984 sarà il turno dell’attentato a un distaccamento dell’ambasciata americana a Beirut Est che provocherà 24 morti. Il 17 marzo 1992 tocca all’ambasciata israeliana a Buenos Aires con 29 morti e 242 feriti a cui farà seguito, due anni dopo, il 18 luglio del 1994, l’attentato all’AMIA, centro della comunità ebraica sempre a Buenos Aires che causerà 85 morti e 300 feriti. Il terrorismo sponsorizzato dall’Iran prosegue il 25 giugno del 1996 con l’attentato alle Khobar Towers in Arabia Saudita lasciando al suolo 19 americani morti e provocando 372 feriti.

A questa lunga lista di crimini va aggiunto il supporto armato e logistico dato dall’Iran alle milizie sciite e sunnite combattenti le forze della coalizione e causa della morte di migliaia di soldati americani. Come dichiarò nel 2010, James Jeffrey, l’ambasciatore americano in Iraq, “Almeno un quarto delle perdite americane (4,491) possono essere ricondotte senza dubbio a gruppi di matrice iraniana”.

A partire dal 2006 l’Iran offre il suo supporto ai talebani nel teatro di guerra afghano. Secondo il Dipartimento del Tesoro, “Dal 2006 l’Iran ha organizzato frequenti spedizioni di piccole armi e munizioni di vario tipo ai talebani”. A questi vanno aggiunti i 1000 dollari retribuiti per ogni soldato americano ucciso.

Nel marzo del 2015 Netanyahu mise in luce con forza la grande minaccia rappresentata da un Iran dotato di capacità nucleare, in primis per Israele, ma non solo. Sono passati dieci anni da allora, e l’Operazione Rising Lion lanciata da Israele venerdì notte in Iran, ha lo scopo di neutralizzare questa minaccia salvaguardando il futuro di Israele dal fuoco apocalittico del regime che da 46 anni tiene il Paese sotto il suo dominio.

Niram Ferretti

takinut3@gmail.com

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