Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Il veliero poteva affidare gli aiuti a Hamas Commento di Stefano Parisi
Testata: Il Riformista Data: 10 giugno 2025 Pagina: 3 Autore: Stefano Parisi Titolo: «Il veliero poteva affidare gli aiuti a Hamas»
Riprendiamo dal RIFORMISTA di oggi 10/06/2025, il commento di Stefano Parisi dal titolo: "Il veliero poteva affidare gli aiuti a Hamas".
Stefano Parisi
Greta Thunberg fermata assieme alla Freedom Flotilla, sulla barca a vela Madleen, se avesse proseguito avrebbe dovuto consegnare tutti gli aiuti alimentari che portava nelle mani di Hamas. E forse (forse) avrebbe potuto rendersi conto di chi realmente affama Gaza.
La risposta del ministero degli Esteri israeliano: “Lo yacht da selfi e delle celebrità sta navigando sano e salvo” l veliero Madleen, con a bordo Greta Thunberg, l’europarlamentare francese Rima Hassan e altri attivisti influencer odiatori degli ebrei e di Israele, è stato fermato dall’Idf in una zona a largo di Gaza, chiusa alle imbarcazioni per un provvedimento relativo alla sicurezza approvato dalle Nazioni Unite nel 2011.
Era diretto a Gaza per portare “aiuti umanitari alla popolazione palestinese affamata da Israele”.
Il carico della barca riempiva a malapena un quarto di un camion della Gaza Humanitarian Foundation (GHF), che nelle ultime due settimane ha fatto entrare 85 camion al giorno.
In questi giorni, durante la navigazione, i passeggeri della nave hanno inondato i social di foto di Greta entusiasta che si arrampicava sugli alberi del veliero.
Felice della notorietà, felice per il bel tempo di giugno nel mar Mediterraneo, tipo giovane europea in vacanza su un caicco in Turchia.
Gli attivisti hanno lanciato allarmi su presunti droni che li controllavano, hanno costruito per sé stessi un’immagine di eroi che sfidano il gigante militare per aiutare la popolazione affamata: “Non abbiamo paura di essere arrestati! Il pericolo è il silenzio!”.
Perché, come è noto, della questione degli aiuti a Gaza non si parla mai e viene cancellata dai media di tutto il mondo.
I giornali e le tv dei Paesi occidentali hanno dato grande risalto alla vicenda.
Ancora un’occasione per dimostrare che Israele affama i palestinesi ancora vivi, aggredisce i poveri attivisti per la causa palestinese.
Quelli che vogliono eliminare tutti gli ebrei “dal fiume al mare”.
Un atto dimostrativo, dunque: gli “attivisti” della Madleen non hanno a cuore i palestinesi, non hanno l’obiettivo di portare un concreto aiuto ai gazawi; vogliono solo sostenere la propaganda di Hamas contro Israele e gli ebrei.
Dietro di loro c’è il fondatore della Freedom Flotilla Coalition, Zaher Birawi, uomo di Hamas basato a Londra, da dove raccoglie soldi per l’organizzazione terroristica (secondo N12, Omri Maniv, un Documento del Foreign Office UK del 2022, Honest Reporting e NGO Monitor).
È evidente che Greta e i suoi compagni sono lì solo per farsi pubblicità e che dei palestinesi non gli frega assolutamente nulla.
Sapevano già, partendo dal porto di Catania, che sarebbero stati fermati; speravano di essere arrestati, sapevano che non sarebbero mai entrati a Gaza.
Invece di fermarli, forse l’Idf avrebbe dovuto lasciarli entrare a Gaza, lasciarli distribuire il carico alla popolazione, magari attraverso Hamas: avrebbero così potuto parlare con i gazawi, rendersi conto della situazione.
Forse il sorriso dalle labbra di Greta sarebbe scomparso.
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