Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Israele fornisce i missili a Kiev Cronaca di Dario Mazzocchi
Testata: Libero Data: 10 giugno 2025 Pagina: 13 Autore: Dario Mazzocchi Titolo: «Israele fornisce i missili Patriot a Kiev»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 10/06/2025, pag. 13, con il titolo "Israele fornisce i missili Patriot a Kiev", il commento di Dario Mazzocchi.
Dario Mazzocchi
Pur privandosi di una difesa essenziale, Israele fornisce suoi missili Patriot all'Ucraina. Ennesima dimostrazione che Israele sta aiutando l'Ucraina, dice il falso chi afferma che Netanyahu sia dalla parte di Putin.
Era uno dei punti discussi nelle trattative di inizio mese a Istanbul e ieri si è concretizzato: è iniziato lo scambio di prigionieri tra Ucraina e Russia, che include i soldati particolarmente debilitati e ammalati tra i 18 e i 25 anni. La conferma è arrivata dalle autorità delle due nazioni, con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky che ha annunciato che lo scambio proseguirà per diversi giorni. «Stiamo facendo del nostro meglio per il rimpatrio di tutti», ha promesso, ma per un gesto che potrebbe far intendere una tregua tra Kiev e Mosca, fanno da contraltare i toni accesi soprattutto dal Cremlino e gli attacchi a colpi di droni.
È stato il portavoce di Vladimir Putin, Dmitry Peskov, ad alzare il tiro: «In un modo o nell’altro la Russia dovrà reagire alle azioni espansionistiche e aggressive della Nato», ha affermato citando direttamente l’ingresso nell’Alleanza atlantica di Svezia e Finlandia.
Per farlo non è escluso il dispiegamento di missili a medio e corto raggio nei punti in cui la Russia si considera più vulnerabile, dopo la scadenza della moratoria che riguardava questa tipologia di armamenti, sopraggiunta domenica. A muso duro anche Serghei Lavrov, ministro degli Esteri, che ha accusato il cancelliere tedesco Friedrich Merz di avere «la mentalità della Germania di Hitler» quando denuncia che l’esercito russo non vuole fermarsi all’Ucraina.
Non sorprende che il segretario della Nato, Mark Rutte, abbia indicato in Mosca «la principale minaccia a lungo termine» per l’Alleanza che si ritroverà il 24 e il 25 giugno a L’Aia per un vertice durante il quale si discuterà dell’ingresso dell’Ucraina, un «percorso irreversibile». Intervenendo al think tank londinese Chatham House, Rutte ha messo in chiaro che il summit sarà concentrato sulla spesa e la produzione militare degli stati alleati e che dunque l’adesione ucraina non dovesse risaltare nel comunicato finale dei lavori, non significherà un declassamento della priorità: «Non è necessario ripetere ogni frase o impegno già espressi perché restino validi».
Dalla diplomazia al campo di battaglia, con 20 missili di vario tipo e 479 droni che tra domenica e lunedì sono stati lanciati contro i centri ucraini: la maggior parte è andata distrutta dalla contraerea di Kiev, compresi quattro razzi ipersonici. Una fabbrica di componenti elettronici, a mille chilometri a nord-est rispetto al fronte, è stata colpita da un raid di droni ucraini. In giornata lo stato maggiore ucraino ha poi reso noto che è stato portato a termine un attacco contro la base di Savasleyka, nella regione di Nizhni Novgorod, a est di Mosca, danneggiando due aerei da guerra.
Secondo i calcoli del Center for Strategic and International Studies di Washington, con l’arrivo dell’estate l’esercito russo supererà il milione di vittime, tra morti e feriti: i caduti sarebbero all’incirca 250.000, una quota cinque volte superiore a quella di tutte le guerre sovietiche e russe dopo il 1945. Quattrocentomila le vittime ucraine, compresi i soldati morti che sono stimati tra i 60.000 e i 100.000.
Nel frattempo, Israele ha inviato in sostegno a Kiev i sistemi di difesa aerea Patriot ottenuti dagli Stati Uniti nel 1991, in occasione della prima Guerra del Golfo: lo ha comunicato l’ambasciatore Michael Brodsky: «Purtroppo non se ne è parlato molto, ma quando alcuni dicono che Israele non ha aiutato militarmente l'Ucraina, non è vero», ha sottolineato Brodsky. Se Zelensky ottiene così una sponda concreta del Medio Oriente, Putin va in cerca di nuovi patti con il gruppo dei Paesi Brics che raggruppa, oltre alla Russia, la Cina, l’India e il Brasile con l’obiettivo di «costruire un sistema efficace di cooperazione internazionale che sia libero da ogni forma di discriminazione, coercizione e sanzioni», recitava una nota del Cremlino.
Per inviare a Libero la propria opinione, telefonare: 02/99966200, oppure cliccare sulla e-mail sottostante