Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Elettori in fuga dalle urne: quello che le sinistre non hanno capito Editoriale di Daniele Capezzone
Testata: Libero Data: 09 giugno 2025 Pagina: 1/12 Autore: Daniele Capezzone Titolo: «Quello che Elly & co. non hanno capito»
Riprendiamo da LIBERO di oggi 09/06/2025, a pag. 1/12, con il titolo "Quello che Elly & co. non hanno capito", l'editoriale di Daniele Capezzone.
Daniele Capezzone
Urne vuote, dopo il primo giorno di votazioni ai referendum non è stata raggiunta nemmeno la metà del quorum. I promotori, dalla Cgil a +Europa, ancora non hanno capito perché la maggioranza degli italiani ha preferito disertare.
I nomi e i cognomi sono ben noti: Maurizio Landini, Elly Schlein, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli, Riccardo Magi. Si tratta dei capi e sottocapi della sinistra che hanno sbagliato tutto lo sbagliabile, e si preparano a raccogliere nelle prossime ore una memorabile sconfitta referendaria.
1. Su cittadinanza e immigrazione, sono andati letteralmente contromano in autostrada. Gli italiani chiedono di stringere le maglie, e loro volevano allargarle, anzi slabbrarle. Un caso di follia politica. C’è da credere che non prendano un bus o una metro da qualche anno: non c’è altra spiegazione possibile.
2. Sul lavoro, hanno scelto un bersaglio ideologico, mostrando di non aver compreso nulla dell’andamento dell’economia reale italiana. Il lavoro c’è, i contratti a tempo indeterminato sono in aumento, i dati sull’occupazione sono i migliori da tempo immemorabile (il problema vero - ma da vent’anni - è semmai quello dei salari). E loro invece? Con gli occhi fissi sullo specchietto retrovisore, hanno convocato gli italiani per una crociata ideologica contro i residui normativi della stagione renziana.
3. E perché lo hanno fatto? Perché la vera posta in gioco era una sorta di doppia “opa”: un’operazione egemonica di Landini su tutta la coalizione, e una convergente operazione egemonica di Schlein sulle correnti del Pd. Una specie di doppia pretesa di sottomissione.
4. Ciechi loro a pretenderla, ma ciechi anche troppi altri (dentro e fuori il Pd) ad accettarla. Gli stessi “riformisti” - intimiditi, muti, mai combattivi - si sono limitati a qualche tenue lamento, quando invece avrebbero dovuto e potuto dare battaglia. E invece no: otterranno forse dieci seggi sicuri alle elezioni del 2027 (più o meno quello che il vecchio Pci garantiva agli “indipendenti di sinistra”), e in cambio hanno preferito tacere e subire.
5. È pesantemente sconfitta anche la sinistra mediatica e culturale, tutta presa dal proprio odio contro Meloni e Salvini. Eccole lì le grandi firme dei giornali un tempo maggiori, i telefaccioni, tutti quelli che - in odio al governo - si sono accodati a una campagna minoritaria nei numeri e massimalista nei contenuti.
6. Resta osceno l’uso della tragedia in Medio Oriente come estremo trampolino di lancio referendario, con una manifestazione convocata sabato scorso, nel giorno del silenzio elettorale, e nella quale per un verso la sinistra ufficiale non è stata in grado di dire mezza parola contro Hamas e per altro verso ha cercato di usare la piazza per un disperato appello finale al voto. È finita secondo il noto monito di Pietro Nenni: piazze piene, urne vuote.
7. Nessuno provi - adesso - a cercare scuse parlando di mancata informazione. Per carità: di informazione ne servirebbe sempre di più, per principio. Ma - da vecchio referendario - chi scrive non ricorda una sola campagna negli ultimi vent’anni che abbia avuto più spazi mediatici e più echi di questa.
Niente alibi, dunque.
8. Ancora più patetico è stato il tentativo della sinistra, nella giornata di ieri, di accreditare l’idea che nei seggi stessero accadendo cose strane. Signori, è bene che qualcuno ve lo dica: ai seggi non sono andati neanche tutti i vostri elettori. Fatela finita con queste scuse risibili.
9. I cittadini italiani sono saggi.
Vanno al voto quando è davvero importante farlo, e non ci vanno quando sentono che non ne vale la pena. E soprattutto – anche rispetto ai dibattiti a cui assistono in tv sanno porsi la domanda decisiva: “Stanno parlando di me o stanno parlando di se stessi?”. Cioè: stanno affrontando i problemi del paese o stanno giocando una loro partita di palazzo? Stavolta era vera la seconda opzione. E dunque - comprensibilmente quanto inesorabilmente - è scattato il vaffanquorum.
Per inviare a Libero la propria opinione, telefonare: 02/99966200, oppure cliccare sulla e-mail sottostante