Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Nessuno criminalizzi chi ha deciso di astenersi Commento di Daniele Capezzone
Testata: Libero Data: 08 giugno 2025 Pagina: 1/3 Autore: Daniele Capezzone Titolo: «Nessuno criminalizzi chi ha deciso di astenersi. È una scelta libera»
Riprendiamo da LIBERO di oggi 08/06/2025, a pag. 1/3, con il titolo "Nessuno criminalizzi chi ha deciso di astenersi. È una scelta libera", il commento di Daniele Capezzone.
Daniele Capezzone
I giornali di sinistra già provano a criminalizzare chi si asterrà non andando a votare ai referendum. Non se ne parla nemmeno: in tutti i referendum, l'astensione è una scelta legittima, consapevole, esattamente come chi decide di andare a votare Sì o No.
Non provateci. Anzi: non vi azzardate proprio. L’invito è caldamente rivolto all’Editorialista Unico (di sinistra), al Commentatore Collettivo, al sinedrio di analisti tutti schierati dalla solita parte che sono già pronti, in caso di floppone referendario, a fare il processo alla maggioranza degli italiani.
Già mi pare di leggerli: l’Italia «consapevole» è alle urne e quella «disimpegnata» al mare, i «buoni» al seggio e i «cattivi» in gita. E – una volta presa la rincorsa – non si fermeranno più descrivendo la loro inesistente «altra Italia».
Sì, l’«altra Italia» è la loro ossessione: descrivono un paese colto -impegnato -progressista (il loro, credono...) che sarebbe tenuto prigioniero e ostaggio da una maggioranza di populisti rozzi, di fascisti (espliciti o cripto), di «destre pericolose», anzi di «destre-destre» (non si sa cosa vogliano dire queste espressioni: però metterle al plurale o addirittura raddoppiarle fa più paura, pensano i maestrini progressisti).
Ecco, il nostro gentile ma fermo messaggio è: cari compagni, siete fuori strada. La scelta di moltissimi di noi di non recarci alle urne è consapevole e rispettabile tanto quanto la vostra di andarci. Dovete smetterla con una presunzione di superiorità morale e culturale in forza della quale vi autocollocate su una specie di cattedra, anzi di pulpito, da cui ci date le pagelle. E inequivocabilmente concludete che chi la pensa come voi è un italiano di serie a, mentre chi si comporta diversamente è un cittadino di categoria inferiore.
C’è una sola parola che descrive questo vostro modo di ragionare, che ormai ha i contorni di un istinto, di un riflesso pavloviano: si chiama “razzismo”. Razzismo dolce, razzismo soft, anzi razzismo «empatico e inclusivo», direste voi, convinti di avere la missione di rieducarci. Ma pur sempre razzismo. Pur sempre intolleranza verso un pensiero differente dal vostro, anzi da un approccio alla vita e alla società che non condividete.
Parlate di «diversità», ma invece vorreste imporre conformisticamente un’omologazione di pensiero e di comportamento. Parlate di «rispetto», ma non avete alcuna considerazione per la parte avversa. Siete intimamente convinti (vale per l’Italia e vale per qualunque altra elezione in giro per il mondo) che, quando vincete voi, allora è l’alba di un nuovo giorno, la prova di una democrazia matura («yes we can», «la storia siamo noi», e così via), mentre se vincono gli altri c’è per forza un’«onda nera», una «torsione autoritaria», una «stretta di regime». Tutto da ridere, o forse da piangere.
Nello zainetto che tanti italiani stanno preparando per una piccola gita, nel costume da bagno che qualcuno sta tirando fuori dal cassetto, c’è altrettanta consapevolezza rispetto a quella di chi – né migliore né peggiore – sta cercando la sua tessera elettorale. Buon italiano l’uno, buon italiano anche l’altro. Con una differenza: l’italiano dedito al mix “nuotata & grigliata” non si ritiene superiore all’altro, mentre quello che preferisce il duo “Landini & Schlein” si reputa appartenente a una classe eletta. Vi sbagliate, compagni. Buona domenica lo stesso.
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