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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Libero Rassegna Stampa
03.06.2025 Israele avanza a Khan Yunis per liberare Gaza
Analisi di Mirko Molteni

Testata: Libero
Data: 03 giugno 2025
Pagina: 8
Autore: Mirko Molteni
Titolo: «Israele avanza a Khan Yunis per liberare Gaza»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 03/06/2025, a pag. 8 con il titolo "Israele avanza a Khan Yunis per liberare Gaza" la cronaca di Mirko Molteni. 

Mirko Molteni
Mirko Molteni

"Grazie a voi, Hamas sta perdendo il controllo", così dice ai soldati il generale Eyal Zamir, capo di Stato Maggiore dell'IDF. L'operazione Carri di Gedeone procede con la conquista di Khan Younis, roccaforte storica di Hamas. Si andrà avanti fino alla distruzione del gruppo terrorista e al ritorno di tutti gli ostaggi in Israele.

Mentre i difficili negoziati Israele-Hamas, mediati da Usa, Egitto e Qatar, si trascinano, l'esercito ebraico espande la rinnovata offensiva militare nella Striscia di Gaza, come pressione sul movimento palestinese. È stato il capo di Stato Maggiore di Tsahal, ovvero il complesso delle forze armate israeliane, generale Eyal Zamir, 59 anni, a proclamare ieri, passando in rassegna le truppe in prima linea, «l’espansione dell’operazione terrestre in nuove aree di Gaza, finché non saranno create le condizioni per il ritorno degli ostaggi e la sconfitta di Hamas». Ha aggiunto, rivolto ai soldati: «Siamo nel mezzo di un’operazione potente e incessante. Grazie a voi, Hamas sta perdendo il controllo.
L'impegno è continuo su tutti i fronti, secondo un piano strutturato e a un ritmo modulato». Ha concluso con toni biblici: «Dove passa l’aratro, lì verrà tracciato il confine».
Il portavoce dell'esercito, colonnello Avichay Adraee, ha diffuso un ordine di evacuazione dei civili palestinesi residenti in quartieri di Khan Yunis poiché «l’esercito israeliano agirà con grande forza nelle aree in cui siete presenti», invitandoli a rifugiarsi verso Ovest, nell’area di Maswasi affacciata sul mare. In un'altra zona della Striscia, a Deir el Balah, un’incursione coordinata fra l'esercito e il servizio di sicurezza Shin Bet ha colpito «militanti che operavano all’interno di un centro di comando e controllo di Hamas, centro usato per pianificare ed eseguire attacchi contro civili israeliani e truppe». L’attacco sarebbe stato condotto con mezzi chirurgici, fra cui droni e munizioni guidate, in modo da evitare uccisioni di civili.
A Jabalia, invece, un altro raid avrebbe causato fino a 14 morti, ma si parla di 20 dispersi. Le forze israeliane al momento non hanno commentato l'azione. L’offensiva, denominata in codice “Carri di Gedeone”, sta dunque crescendo in intensità e attualmente vede impegnate 5 divisioni dell'esercito, la 162°, 252°, 98°, 36° e 143°. È il modo con cui il premier Benjamin Netanyahu fa capire che non è disposto a lasciar sopravvivere, in quanto movimento, Hamas, che invece nelle trattative chiede invano una tregua definitiva per cercare di riprendersi e riorganizzarsi.
Intanto, in relazione ai 31 morti e 150 feriti segnalati sabato da Hamas fra i civili assiepati in cerca di cibo al centro umanitario della ong americana Gaza Humanitarian Foundation, ma ieri ridimensionati da un nuovo comunicato di Hamas, che parla di «3 morti e 35 feriti», il segretario dell'ONU Antonio Guterres ha chiesto un'indagine, rinnovando l'appello a lasciar entrare i rifornimenti. Le truppe ebraiche hanno diffuso un video, ripreso da un loro drone, in cui a sparare sulla folla sembrano uomini mascherati. Testimoni palestinesi ribattono che «ci hanno sparato addosso gli israeliani con carri armati e droni». La fondazione GHF ha quantificato finora le sue consegne in «18.720 pacchi di aiuti, pari a cibo sufficiente per un milione di pasti».

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