Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Le menzogne sono diventate letali Commento di Giulio Meotti
Testata: Il Foglio Data: 03 giugno 2025 Pagina: 1 Autore: Giulio Meotti Titolo: «Molotov contro sopravvissuti alla Shoah, negozi ebraici distrutti, sinagoghe vandalizzate. Le menzogne dei media sono diventate letali»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 03/05/2025, a pagina 1, il commento di Giulio Meotti dal titolo: "Molotov contro sopravvissuti alla Shoah, negozi ebraici distrutti, sinagoghe vandalizzate. Le menzogne dei media sono diventate letali".
Giulio MeottiNegli USA, un attentatore ha ferito sei persone durante una marcia pro-ostaggi israeliani gridando slogan pro-Palestina. A Parigi e Londra, diversi siti e negozi ebraici sono stati vandalizzati da attivisti anti-israeliani. A Golders Green sono state strappate le mezuzot dalle case ebraiche. Il ministro israeliano Chikli ha invitato gli ebrei a lasciare Belgio e Inghilterra per motivi di sicurezza. Questa serie di episodi dimostra una cosa soltanto: l’Occidente è malato, e il suo virus si chiama radicalismo islamico
Roma. Come il terrorista che ha ucciso la coppia di giovani funzionari israeliani davanti al Museo ebraico di Washington, anche Mohamed Sabry Soliman gridava “Palestina libera”, mentre domenica era impegnato a tirare le molotov contro la marcia a Boulder, in Colorado, a favore degli ostaggi israeliani a Gaza. Era armato di un “lanciafiamme artigianale e un dispositivo incendiario”, ha detto l’Fbi. Nell’attentato ci sono stati sei feriti, uno in gravi condizioni. “Quanti bambini avete ucciso?”, ha urlato Soliman mentre dava fuoco a un sopravvissuto alla Shoah.
La sera prima, dei vandali avevano attaccato e deturpato cinque siti ebraici a Parigi, tra cui il Memoriale dell’Olocausto (già imbrattato di mani rosse, il simbolo della seconda Intifada) nel quartiere del Marais, la sinagogadi Belleville, la sinagoga di Tournelles, il ristorante israeliano “Chez Marianne” e la sinagoga di Agoudas Hakehilos. Due giorni prima, un’attività commerciale ebraica a Stamford Hill, a Londra, era stata vandalizzata con la rottura delle vetrine, la distruzione di computer e mobili e la vernice rossa sulla facciata. Il marciapiede era stato contrassegnato con lo slogan “Drop Elbit” (abbandona Elbit), riferimento all’azienda di difesa israeliana Elbit. Il gruppo di attivisti anti israeliani Palestine Action ha rivendicato l’attacco. A Prestwich, nella zona nord di Manchester, un’altra attività commerciale di proprietà ebraica era stata vandalizzata con la scritta “Happy Nakba Day”.
Un uomo è stato ripreso la sera prima mentre strappa le mezuzah (l’astuccio che contiene una pergamena con i primi due brani dello Shemà, la preghiera ebraica) dagli stipiti delle porte delle case ebraiche a Golders Green, il quartiere ebraico nella zona nord di Londra. L’uomo si avvicina alla porta d’ingresso di un’abitazione
privata, estrae un coltello da sotto i vestiti e taglia la mezuzah. Intanto la città di Barcellona era impegnata a tagliare ogni legame con lo stato ebraico (Hamas ha “ringraziato”).
Amichai Chikli, ministro israeliano della Diaspora, ha detto: “Non sono sicuro del futuro dell’Inghilterra o del Belgio, non sono sicuro che possano riprendersi: il mio consiglio agli ebrei è di lasciare l’Inghilterra e il Belgio”. La settimana prima, ad Anversa, un bambino con la kippah era stato aggredito per strada e del vino era stato lanciato in faccia a una bambina al grido di, manco a dirlo, “Free Palestine”. Ralph Pais, fondatore del Centro di informazione ebraica in Belgio, ha detto: “Gli ebrei non sono più al sicuro e, se osserviamo la demografia del paese, capiamo che la situazione non potrà che peggiorare. Se non ci facciamo valere, nessuno ci difenderà; siamo soli”.
A forza di ripetere che “Israele uccide i bambini” e “Israele spara sui palestinesi al centro di distribuzione degli aiuti” (quando è stata Hamas) si finisce così, con le molotov sulla carne dei sopravvissuti all’Olocausto, le sinagoghe deturpate, i negozi e le case ebraiche assalite, i bambini ebrei aggrediti.
Fa bene qualcuno a sinistra a preoccuparsi che l’adunata per Gaza di sabato possa trasformarsi in un carnevale antisemita.
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