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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Libero Rassegna Stampa
02.06.2025 Tutte le bufale su Israele
Analisi di Andrea Morigi

Testata: Libero
Data: 02 giugno 2025
Pagina: 13
Autore: Andrea Morigi
Titolo: «Stragi, genocidi, aiuti: tutte le bufale su Israele»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 02/06/2025, a pag. 13 con il titolo "Stragi, genocidi, aiuti: tutte le bufale su Israele", l'analisi di Andrea Morigi.

Princìpi non negoziabili» e Destra -
Andrea Morigi

Mai vista una nazione che vuole sterminare un popolo regalandole il cibo in grandi quantità. Eppure persiste il mito mediatico, che parte dall'ONU ed è condiviso da quasi tutti i media, secondo cui Israele "affama Gaza". Che si unisce all'altro mito delle uccisioni indiscriminate di civili, quando l'IDF sta facendo di tutto per colpire solo i terroristi. 

Quando si tratta di demonizzare Israele, ogni giorno ha la sua menzogna, talvolta più d’una. Se a Gaza non arrivano gli aiuti umanitari, si accusa lo Stato ebraico di provocare la carestia.
Quando arriva il cibo, si afferma che sparano sulla folla. E, se consigliano ai profughi di radunarsi in luoghi sicuri, si insinua che sia uno stratagemma per prenderli meglio di mira ed eliminarli. Ieri l’ex primo ministro di Gerusalemme, Naftali Bennett, che non è affatto un sostenitore di Netanyahu, ha smentito nientemeno che i reportage di Cnn e Bbc sui carri armati dell’Idf, che avrebbero aperto il fuoco e ucciso palestinesi in un centro di distribuzione nel sud del territorio della Striscia di Gaza: «Abbiamo indagato, in nessun centro di distribuzione, o nelle vicinanze di un centro di distribuzione, nessuno ha aperto il fuoco». E Tsahal stesso precisa: «L’Idf consente all'American Civil Society (Ghf) e alle organizzazioni umanitarie internazionali di distribuire aiuti ai residenti di Gaza e non ad Hamas», che invece «sta facendo tutto il possibile per impedire il successo della distribuzione di cibo a Gaza», in quanto «è una crudele organizzazione terroristica che affama la popolazione e la mette in pericolo per mantenere il suo controllo sulla Striscia di Gaza», e così «arreca direttamente danno ai cittadini della Striscia di Gaza».
A conferma, il portavoce del ministro degli Esteri israeliano, Oren Marmorstein, posta su X un filmato dove la gente viene davvero presa a fucilate mentre tenta di andare a procurarsi viveri e beni di prima necessità, ma a premere il grilletto è un uomo identificabile come membro di Hamas.
Senza contare che dal 7 ottobre 2023, Cogat, l’ente governativo israeliano che coordina le operazioni umanitarie, elenca 100.000 camion entrati a Gaza con 1,75 milioni di tonnellate di aiuti, tra cui medicine e cibo, a un volume che in alcuni periodi ha superato i livelli prebellici. Inoltre, Israele ha anche facilitato la fornitura di acqua e carburante e ha persino permesso la costruzione di numerosi ospedali da campo.
Chi viola costantemente il diritto internazionale, semmai, è Hamas, che ha trasformato gli ospedali e le scuole di Gaza in complessi militari fortificati e luoghi di sosta per i terroristi. E non si poteva certo chiedere a Israele di ignorare la minaccia che proveniva da quegli edifici.
Poi ci sono le bugie più persistenti, come quelle sul presunto genocidio in atto, per le quali non basta un tweet o una dichiarazione estemporanea e bisogna porsi delle domande più circostanziate. La disinformazione è guerra psicologica e la controinformazione è una risposta proporzionata.
Israele non si è posto l’obiettivo di sterminare un popolo, ma un’organizzazione terroristica, Hamas, che ha iniziato la guerra con atrocità di massa il 7 ottobre. L’Idf, semmai, diffonde avvisi di evacuazione, facilita i soccorsi umanitari e limita le proprie operazioni militari a obiettivi legittimi. Magari i mezzi di comunicazione non ne tengono conto e prendono come oro colato ogni parola che proviene da Hamas, ma la popolazione civile palestinese riceve costantemente dagli israeliani avvertimenti anticipati attraverso volantini, sms, telefonate e perfino le mappe militari e segnali prima degli attacchi. Inoltre, sono stati istituiti corridoi di evacuazione ed è stata disposta una sorveglianza aerea costante per interrompere le missioni se vengono rilevati civili vicino agli obiettivi.
Altro che “crimini di guerra”, insomma. Certo, se i “miliziani” - come li definiscono in modo ipocrita - di Hamas indossassero una divisa ed evitassero di confondersi con la popolazione civile, invece di farsene scudo, il numero di vittime sarebbe numericamente molto minore. Ma non vengano a raccontarci di attacchi indiscriminati. Secondo il diritto internazionale, la legalità di un’azione armata non si giudica dal suo esito, ma da ciò che i comandanti sapevano o avrebbero potuto ragionevolmente sapere al momento di colpire. Israele, spesso con un grande rischio operativo per le proprie forze, sta solo difendendo la legge.

 

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