giovedi` 05 giugno 2025
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



Clicca qui






Libero Rassegna Stampa
02.06.2025 Prove di rivoluzione islamista in Europa
Analisi di Anna Lisa Terranova

Testata: Libero
Data: 02 giugno 2025
Pagina: 5
Autore: Anna Lisa Terranova
Titolo: «Integrazione fallita: troppi giovani francesi odiano la Francia»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 02/06/2025, a pag. 5, con il titolo "Integrazione fallita: troppi giovani francesi odiano la Francia" l'analisi di Anna Lisa Terranova.

Ogni occasione è buona per una rivolta delle banlieue. Anche quando la squadra del cuore vince. Così, mentre si festeggia la vittoria della Champions del Paris Saint Germain, gli immigrati (prevalentemente islamici) delle periferie, devastano anche il centro della capitale francese. Il modello di immigrazione della Francia è fallito, gran parte dei giovani non è integrata e odia il paese di cui è ospite. Quelle del fine settimana sono prove generali di una rivolta islamica.

Emmanuel Macron esultava su “X” parlando di giornata di gloria grazie alla vittoria sull’Inter del Paris Saint-Germain, ma ben presto a Parigi e nel resto della Francia quell’esultanza si è spenta per lasciare spazio a rabbia, incredulità, paura. Non festa dello sport, non festa di popolo ma guerriglia urbana organizzata con le forze dell’ordine impotenti dinanzi a una situazione ben presto sfuggita al controllo.
Oggi la polemica in Francia è rovente: sotto accusa è finito il ministro degli Interni, Bruno Retailleau, che aveva predisposto sul terreno solo 5.400 gendarmi. Troppo pochi secondo il Rassemblement National che parla di pagina vergognosa per l’intera nazione. E di certo la deriva notturna fatta di violenze, saccheggi e distruzione (2 morti, 600 arresti e un agente in coma) nella capitale francese ma anche a Dax e a Grenoble (qui il lancio di oggetti contro la polizia non si è fermato neanche quando gli agenti proteggevamo i soccorritori delle persone ferite da un’auto che ha investito la folla) ci testimonia di un volto oscuro della Francia, incontrollato e incontrollabile, che la politica micro-imperialista macroniana finge di non vedere o sottovaluta colpevolmente.
Disordini e scene di teppismo sono stati segnalati anche nel centro di Pau, capoluogo dei Pirenei dove una cinquantina di giovani hanno spaccato il vetro posteriore di un autobus, poi hanno fatto lo stesso con una vetrina di un negozio Lacoste e con il portone di ingresso di una scuola media a Coutances (Normandia) dove un poliziotto è stato ricoverato in ospedale e posto in coma farmacologico dopo essere stato colpito da un petardo lanciato dalla folla.
Chi erano i “barbari” – così li ha chiamati Retailleau - che hanno rovinato la festa?
Finti tifosi di sicuro, visto che i disordini sono cominciati prima della fine della partita quando i tifosi veri si stavano godendo lo spettacolo di un Psg che dominava gli avversari sul campo di Monaco. Lo conferma il prefetto di Parigi: «La gente era chiaramente lì per saccheggiare e aggredire la polizia, non stavano nemmeno guardando la partita». Su “X” sono subito partite le accuse (con filmati e foto) ai migranti, ai ribelli delle banlieu, ai tanti giovani insoddisfatti che gridano “tutto il mondo odia la polizia”. Francesi, sì, ma francesi che odiano la Francia. Un odio che è rivolto anche contro l’Occidente, contro quel mondo che li ha accolti ma che evidentemente non li ha integrati. Al punto che non sanno godersi una notte magica trasformandola in una notte di fuochi cui la polizia ha risposto con gli idranti. Sono stati 692 gli incendi a Parigi e più di 250 le auto date alle fiamme. Così una bella vittoria calcistica diviene pretesto per una oscura pagina di follia e vandalismi.
Ieri è andato in scena sempre a Parigi lo spettacolo rassicurante e gioioso: la sfilata sugli Champs-Elysées dei calciatori vittoriosi capitanati da Luis Enrique, la stretta di mano con Macron all’Eliseo, la Tour Eiffel illuminata di rosso e azzurro, ma ciò che cova sotto la cenere resta pronto ad esplodere ad ogni occasione, purché venga data l’opportunità ai “barbari” di far sentire la loro voce, che non è voce di festa e di allegria. Il Rassemblement cavalca lo sgomento dei francesi: «Chi si assumerà la responsabilità di quanto è successo questa notte in Francia? – accusa Jordan Bardella su “X” – non avendo né la lucidità né l’onesta di riconoscere questo caos e di nominarne le cause, il lassismo sulla sicurezza e l’immigrazione incontrollata, Bruno Retailleau si condanna definitivamente al fallimento».
Alcuni parlano apertamente di prove di rivoluzione islamista nel cuore dell’Europa.
Uno scenario descritto da Michelle Houllebecq ormai parecchi anni fa nel suo romanzo Sottomissione.
Una tesi rilanciata sempre su “X” dal giornalista, Roberto Arditti: «Deve essere chiaro a tutti che la rivolta urbana a Parigi nulla ha a che fare con il calcio ma è stata voluta, pianificata, eseguita da migliaia di giovani migranti più o meno illegali o figli di migranti. Si tratta a tutti gli effetti di una prova di forza sostenuta dall’ala violenta di gruppi islamisti ben radicati in Europa e anche in Italia».

Per inviare a Libero la propria opinione, telefonare: 02/99966200, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@liberoquotidiano.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT