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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Libero Rassegna Stampa
31.05.2025 E’ Hamas che affama Gaza
Commento di Marco Patricelli

Testata: Libero
Data: 31 maggio 2025
Pagina: 10
Autore: Marco Patricelli
Titolo: «È Hamas che affama Gaza: Gli aiuti umanitari nascosti in un deposito. La popolazione lo assalta»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 31/05/2025, a pag. 10 con il titolo "È Hamas che affama Gaza. Gli aiuti umanitari nascosti in un deposito. La popolazione lo assalta", il commento di Marco Patricelli.

Marco Patricelli
Marco Patricelli

L'assalto al deposito di Gaza, con Hamas che spara sui gazawi affamati, è la dimostrazione che il cibo c'è, ma viene sequestrato da Hamas. Chi sta usando l'arma della fame è Hamas, non Israele.

Il primo nemico dei gazawi è Hamas, ma nel mirino dei pro Pal nostrani c’è solo Israele, con le iperboli verbali e gli impropri rimandi storici a quello che sta accadendo in quella terra martoriata.
Niente cortei, niente striscioni, niente moti di condanna, niente video virali al di fuori della vulgata da tifoseria e da accecamento ideologico.
Come quelli dell’assalto al magazzino Al-Ghafari, proprio nel cuore di Gaza, trovato pieno di ogni ben di Dio: tutto era stato stoccato da Hamas, ma non certamente messo a disposizione dei palestinesi affamati. Farina e viveri di svariate tipologie come faccia nascosta della luna della narrazione propagandistica su Israele che negherebbe il cibo ai civili, con la strategia bellica e politica di frapporre ostacoli alla distribuzione di aiuti umanitari. Tutto per impietosire il ventre molle dell’opinione pubblica occidentale con kefiah d’ordinanza, sempre più acriticamente sbilanciata sul conflitto che ha mostrato il volto crudele della guerra.
Che, va ricordato, è divampata per il rifiuto dell’organizzazione terroristica di rilasciare gli ostaggi presi dopo la mattanza del 7 ottobre, e continua a utilizzare i civili come scudi umani allo stesso modo in cui utilizzava come scudi scuole e ospedali per occultare i tunnel e la basi, obiettivi dei raid militari.
I generi alimentari che oggi da quelle parti rappresentano il confine tra la vita e la morte sono stati sottratti e nascosti nei depositi proprio da Hamas per rinfocolare la narrazione unilaterale che ha sedotto l’occidente. E di fronte all’irruzione dei gazawi per appropriarsi di ciò che è a loro destinato, i miliziani hanno aperto il fuoco.
Non bastavano morti e feriti nella ressa. La cinica strategia comunicativa davanti al mondo sembrerebbe richiedere l’immagine sempre più esasperata della popolazione civile palestinese. Quando una nuova organizzazione umanitaria americana ha infatti consegnato un carico con oltre 840.000 razioni direttamente ai gazawi, escludendo i canali gestiti da Hamas, i terroristi avrebbero fatto di tutto per impedire la distribuzione, non lesinando l’uso della forza. Altri miliziani di Hamas hanno a loro volta fatto irruzione nell’ospedale da campo americano di Zawaida, anch’esso al centro della Striscia, portando via qualsiasi cosa capitasse tra le mani, dai generatori di energia elettrica agli pneumatici delle ambulanze. Razzia indiscriminata, eloquentemente testimoniata dal giornalista israeliano Ariel Oseran di i24News.
La cronaca distonica dal Medio Oriente riporta altresì che il coordinatore delle Attività governative nei territori (Cogat) ha accusato Stephane Djarric, portavoce delle Nazioni Unite, di aver mentito sulle recenti visite a Gaza del capo dei soccorsi Onu, Tom Fletcher, e sulla versione fornita in merito agli aiuti umanitari. Nonostante l’affermazione di Dujarric che Fletcher avrebbe visitato Gaza «qualche settimana fa» vedendo con i propri occhi la situazione, in realtà il capo dei soccorsi mancherebbe da febbraio. Il Cogat ha riferito che da una settimana sono stati offerti percorsi alternativi per facilitare il ritiro degli aiuti in aree con attività militare attive proprio per garantire la sicurezza: «Smettiamo di concentrarci sugli aiuti che potrebbero essere in arrivo e iniziamo a raccogliere il contenuto dei 550 camion che vi aspettano già a Gaza». Sempre il Cogat ritiene infatti che sia stata diffusa ad arte la falsa notizia di «10.000 camion di aiuti in attesa», invece di impegnarsi in sinergia a garantire che la popolazione civile possa essere rifornita di cibo e generi di prima necessità, senza dover coinvolgere Hamas nella distribuzione.
Il punto è proprio questo: ai tagliagole del 7 ottobre, decapitati da Israele dei comandanti militari e dei miliziani, non si può lasciare il regalo della propaganda che hanno gestito disinvoltamente sotto ogni forma: dallo squallido circo mediatico imbastito col rilascio centellinato degli ostaggi israeliani all’uso strumentale delle sofferenze e della disperazione del proprio popolo. Hamas è due volte carnefice.

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