Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Chi può entrare a scuola: imam sì, Bersaglieri no Commento di Claudio Brigliadori
Testata: Libero Data: 31 maggio 2025 Pagina: 5 Autore: Claudio Brigliadori Titolo: «Chi Può entrare a scuola. Imam sì, Bersaglieri no»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 31/05/2025, a pag. 5, con il titolo "Chi Può entrare a scuola. Imam sì, Bersaglieri no", il commento di Claudio Brigliadori.
Claudio BrigliadoriSarà "normale" portare i bambini dell'asilo a pregare in moschea. O non fare lezione durante il ramadan. Mentre i professori fanno le barricate per non far tenere lezioni di educazione civica da ufficiali del corpo dei Bersaglieri.
«Diciamo no ai bersaglieri in classe». La lettera di un gruppo di professori del liceo Donato Bramante di Magenta esprime meglio di tante altre riflessioni il modo in cui il mondo dell’istruzione sta andando a schiantarsi: a passo di corsa e senza fanfara. E sì che di scelte contestabili negli ultimi tempi ne sono state fatte parecchie, dagli istituti chiusi per Ramadan alle gite dei bambini in moschea, senza citare le più svariate e fantasiose applicazioni delle teorie gender.
Una vicenda talmente surreale da costringere a intervenire persino il presidente del Senato Ignazio La Russa (ed ex ministro della Difesa): «Dispiace leggere prese di posizione ideologiche che non riconoscono il valore della storia e dell’esperienza dei nostri Bersaglieri: donne e uomini che servono la Nazione con disciplina, generosità e spirito di sacrificio. A loro giunga la mia stima e il mio sincero apprezzamento».
Ricapitoliamo: il Ministero dell’Istruzione sigla un protocollo nell’ambito delle ore di educazione civica coinvolgendo, appunto, i bersaglieri. L’obiettivo è quello di promuovere la conoscenza della storia risorgimentale, sostenere la conoscenza dei simboli ed elementi identificativi della Repubblica, promuovere e infondere valori come il rispetto per lo Stato e per i caduti e «l’amor di Patria». Ma a qualche docente non va giù, prende carta e penna e invia una bella lettera al ministro Valditara in persona: «I Bersaglieri - ricordano - hanno fra le loro principali finalità quella di custodire le tradizioni del Corpo; ed esaltarne lo spirito come stile e concezione di vita. E un decalogo valoriale che prevede obbedienza, rispetto, conoscenza assoluta delle proprie armi; ginnastica di ogni genere, sentimento della famiglia; rispetto delle leggi e onore al Capo dello Stato oltre che alla patria; fiducia in se stessi sino alla presunzione. Nella maggior parte di questi dettami noi non ci riconosciamo e non riconosciamo il senso del lavoro educativo che svolgiamo». In altre parole, sarebbero un esempio sbagliato per gli studenti. E solo per puro caso, probabilmente, nella reprimenda non infilano la parola «fascismo». Eppure, quando si tratta di aprire le porte delle scuole all’islam non si levano mai simili proteste da parte del corpo docenti. Anzi.
Prendiamo il recente caso di Susegana, in provincia di Treviso, dove i bambini dell’asilo parrocchiale Santa Maria delle Vittorie di Ponte della Priula sono stati portati in gita nella moschea del paese e sono stati fatti inginocchiare davanti all’imam per simulare una preghiera.
La foto è stata persino pubblicata sui canali della scuola dell’infanzia. «Ci siamo tolti le scarpe, le maestre hanno indossato un velo e siamo entrati in una grande stanza dove per terra c’era un enorme tappeto rosso con alcune strisce bianche dove ci si mette per pregare», hanno gioito le insegnanti. Poi è stata la volta di Sesto San Giovanni, hinterland nord di Milano, dove un centro culturale islamico ha avviato un progetto con due scuole della città per insegnare ai bambini i dettami della propria religione. E menomale che la scuola deve essere laica...
I bersagliari, ovviamente, sono amareggiati: «Una cosa tristissima. I nostri valori sono quelli della famiglia, della generosità e dello spirito di sacrificio: siamo i primi a soccorrere la gente, in caso di calamità naturali, e oltretutto a Magenta abbiamo una bella sezione di bersaglieri che si dà un gran da fare», commenta Giuseppenicola Tota, presidente dell'Associazione Nazionale Bersaglieri. Solidarietà arriva loro dal ministro della Difesa, Guido Crosetto: « I valori che guidano i Bersaglieri e, più in generale, le Forze Armate - rispetto, disciplina, coraggio, senso del dovere e spirito di servizio - sono principi fondanti della nostra Repubblica». Carlo Fidanza, europarlamentare di Fratelli d’Italia, sui social è tra i primi a stigmatizzare la protesta: «È la solita retorica ideologica e anti-italiana che tenta di screditare chi ha scritto la Storia d’Italia e ama la nostra Nazione più di ogni altra cosa». Per Paola Frassinetti, sottosegretario all’istruzione, e Stefania Bonfiglio, assessore a Magenta, entrambe di Fdi, «è paradossale che proprio alla vigilia della Festa della Repubblica si scelga di screditare il Corpo dei Bersaglieri, una delle espressioni più amate e rispettate della nostra storia nazionale: non solo per il valore militare, ma per la continua disponibilità a servire la popolazione nei momenti di emergenza». Sconcerto anche dalla Lega, con l’assessore Simone Gelli che si dice «basito e attonito» perché «certi insegnanti a scuola si comportano come politici e non come educatori».
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