Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Il Monte del Tempio è nelle nostre mani: 58 anni di Gerusalemme unificata Commento di Claudia De Benedetti
Testata: Shalom Data: 27 maggio 2025 Pagina: 1 Autore: Claudia De Benedetti Titolo: «Il Monte del Tempio è nelle nostre mani: 58 anni di Gerusalemme unificata»
Riprendiamo da SHALOM il commento di Claudia De Benedetti dal titolo "Il Monte del Tempio è nelle nostre mani: 58 anni di Gerusalemme unificata".
Claudia De Benedetti
La foto più celebre della liberazione di Gerusalemme, 58 anni fa. I tre paracadutisti israeliani Yitzhak Yifat, Haim Oshri e Zion Karasanti raggiungono per la prima volta il Muro Occidentale, fino a quel momento occupato dai giordani e precluso agli ebrei.
Oggi celebriamo Yom Yerushalaim, la festa di Gerusalemme, il 58° anniversario della liberazione dall’occupazione giordana di Gerusalemme, capitale unica e indivisibile dello Stato d’Israele. Dopo diciannove interminabili e terribili anni in cui la città era stata teatro d’incuria, angherie e scorribande il generale Motta Gur alla guida della cinquantasettesima brigata dei paracadutisti dell’esercito israeliano irruppe oltre le linee nemiche attraverso la Porta dei Leoni a nord del monte del Tempio e liberò Gerusalemme. “Har haBait beyadeinu”, “il Monte del Tempio è nelle nostre mani”, l’annuncio di Gur alla radio israeliana realizzava un sogno millenario, portava al popolo ebraico un’immensa gioia, pari solo alle parole pronunciate da David Ben Gurion nella dichiarazione d’Indipendenza d’Israele del maggio 1948.
Oggi è un giorno di festa per tutti coloro che amano Gerusalemme, non solo per gli ebrei. Chi pensasse di tornare a una divisione della città, commetterebbe non solo un errore storico, ma un crimine culturale e umanitario, come chi volesse di nuovo dividere Berlino in due parti con un muro in mezzo.
Dove un tempo si sparava e crescevano le erbacce, oggi ci sono giardini, centri culturali, meravigliosi scavi archeologici. Dove c’erano divieti e intolleranze oggi c’è libertà e apertura, dove si negava la storia, oggi la si studia e la si esplora. I volti di Gerusalemme sono tanti, tantissimi, forse infiniti. Gerusalemme assume aspetti diversi a seconda dell’animo del visitatore. C’è la Gerusalemme dei turisti, delle cartoline, dei dipinti oleografici, ma c’è anche una Gerusalemme più intima fatta di pietre, di gradini, di vicoli e vicoletti.
Gerusalemme è un tesoro dell’umanità intera, da un certo punto di vista, come pensavano gli antichi, il centro del mondo. Perché continui ad esserlo, deve stare nelle mani di chi l’ha costruita, fondata e rifondata, di chi l’ha messa al centro della propria tradizione religiosa, il popolo ebraico. Il Monte del tempio nelle nostre mani, come diceva il generale Gur, è Gerusalemme per tutta l’umanità. Gerusalemme è la nostra capitale da tremila anni, qui per quasi mille anni ha avuto sede il Tempio, il solo spazio in cui la realizzazione della vita prescritta dalla Torà sia interamente possibile, perché solo al Tempio si possono mettere in pratica molti dei comandamenti, mitzvot, contenuti nella Torà.
Dal Salmo 137, all’Hatikwa, l’inno dello Stato d’Israele, dalle preghiere quotidiane pronunciate nella sua direzione, alla rottura del bicchiere durante la cerimonia nuziale ebraica, Gerusalemme è sempre nei nostri cuori.