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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Libero Rassegna Stampa
25.05.2025 Milano: Comunità ebraica contro Sala
Cronaca di Fabio Rubini

Testata: Libero
Data: 25 maggio 2025
Pagina: 3
Autore: Fabio Rubini
Titolo: «La sinistra: lenzuolata per Gaza. Ma l’Onu smentisce i compagni»

Riprendiamo da LIBERO di oggi 25/05/2025, a pag. 3, con il titolo "La sinistra: lenzuolata per Gaza. Ma l’Onu smentisce i compagni", la cronaca di Fabio Rubini.


Fabio Rubini

La "lenzuolata" della sinistra per Gaza si basa, tanto per cambiare, su una notizia falsa già smentita dall'Onu: quella dei camion destinati a Gaza carichi esclusivamente di sudari per i cadaveri.

La propaganda anti Israele e pro Gaza della sinistra italiana, con la lenzuolata di ieri, ha toccato uno dei punti più bassi di sempre. Non fosse altro che essa è partita da una notizia falsa, usata senza le necessarie verifiche. Certo, questo non toglie nulla alla drammatica situazione che si sta vivendo in Medioriente, ma la dice lunga sul carico politico che la sinistra sta mettendo su questa vicenda.
Partiamo dall’antefatto. Dopo giorni nei quali Israele aveva chiuso all’invio di aiuti umanitari, nei giorni scorsi sono partiti i primi camion dell’Onu carichi di aiuti. Sul web sono girate alcune fotografie delle operazioni di carico dei convogli. In una di essere si vedono sacchetti bianchi, ma non si capisce di cosa si tratti. Ma a sinistra c’è sempre quello che ne sa più degli altri, e allora ecco spuntare un video del rettore-militante Tomaso Montanari che, con faccia contrita e voce sommessa, spiega: «Dei 5 camion che Israele ha permesso di entrare a Gaza il 19 maggio, 2 contenevano sudari in cui avvolgere i corpi vittime del genocidio di Israele». Poi lancia l’idea: «Il 24 maggio esponiamo un sudario, un telo, un lenzuolo, qualcosa di bianco. Serve a prendere la parola e a far sentire un peso crescente sulla coscienza di chi ci governa».
Ripetiamo, senza nulla togliere alla drammaticità della situazione, quella da cui parte Montanari è una fake news. A dirlo è Stéphane Dujarric, un nome che ai più non dirà nulla, ma che di mestiere fa il portavoce delle Nazioni Unite e che lo scorso 21 maggio aveva già smentito la notizia dei sudari entrati a Gaza. Lo aveva fatto rispondendo a una domanda postagli da Mounira Elsamra, giornalista della tv americana CNN (la trascrizione dell’intera conferenza stampa è facilmente reperibile sul sito delle Nazioni Unite alla sezione stampa, ndr): «Sono Mounira della CNN. Volevo chiedere: stanno circolando sui social media delle foto di due camion che vengono riempiti con sudari. Potete confermare che due degli otto camion trasportano esclusivamente sudari?» Risponde il portavoce: «No. Posso dirvi che non... le Nazioni Unite non hanno portato alcun sudario a Gaza». Parole chiare, che non necessitano di troppi commenti. L’occasione però era troppo ghiotta e la sinistra l’ha colta al balzo.
Così da Trento a Isernia e anche più giù, sono stati oltre 200 i Comuni che hanno aderito alla campagna lanciata da Montanari. A Roma la protesta ha avuto luogo in piazza Vittorio, a Firenze un lenzuolo bianco è spuntato da Palazzo Strozzi Sacrati, sede della Regione, così come da una finestra degli uffici del Pd al Pirellone a Milano. Un’azione replicata anche dal Comune di Milano. Il capoluogo lombardo è stato sede anche di una polemica piuttosto dura con la Comunità ebraica. «Con questa iniziativa registro che Sala non vuole più essere il sindaco di tutti, ma solo di una parte della città», ha spiegato Davide Romano, direttore del Museo della Brigata ebraica di Milano. Uno sfogo che ha origini lontane, che risalgono alla tragica vicenda dei fratellini israeliani Bibas, di quattro mesi e otto anni, presi come ostaggi nel raid del 7 ottobre e restituiti cadaveri al padre, l’unico sopravvissuto della famiglia. Allora la Comunità ebraica chiese di illuminare Palazzo Marino, sede del Comune, di arancione, ricevendone un “no” secco da Sala e dalla sua amministrazione.
Montanari e i lenzuolisti sono comunque in buona compagnia. Nel giorno in cui a Lecco è stato arrestato uno studente universitario di origini egiziane, con l’accusa di detenzione di materiale con finalità di terrorismo, l’esponente di Avs Elisabetta Piccolotti, lancia l’idea di aumentare il numero di borse di studio per studenti palestinesi: «Il governo e le istituzioni europee devono potenziare le borse di studio per i palestinesi promosse dalle università italiane».
E farlo attraverso «corridoi umanitari da Gaza e dalla Cisgiordania» sul modello «di quanto fatto con gli studenti ucraini». Questo per la Piccolotti sarebbe «un segnale forte di solidarietà con un popolo martoriato e con i suoi giovani che devono tornare ad avere il diritto di guardare al proprio futuro e a quello della Palestina».
Non la pensa così l’europarlamentare leghista Isabella Tovaglieri, che commentando i fatti di Lecco, chiosa: «Da Parigi a Lecco, la minaccia è ormai la stessa in tutta Europa: l’estremismo islamico cerca di infiltrasi anche nelle università. Questo episodio provoca inquietudine e sconcerto e conferma la necessità di fare subito marcia indietro su tutte le politiche buoniste portate avanti finora da Bruxelles in modo miope e autolesionista, dalle frontiere aperte in modo indiscriminato fino ai fondi milionari stanziati per promuovere l’Islam in Europa a spese dei contribuenti».
Altro che allargare il numero delle borse di studio agli studenti provenienti da un territorio, la Striscia di Gaza, da sempre in balia dei terroristi di Hamas.

 

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