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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Libero Rassegna Stampa
20.05.2025 L’ultima carnevalata PD
Cronaca di Alessandro Gonzato

Testata: Libero
Data: 20 maggio 2025
Pagina: 9
Autore: Alessandro Gonzato
Titolo: «La carnevalata del Pd contro 'TeleMeloni'»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 20/05/2025, a pag. 9, il commento di Alessandro Gonzato intitolato: "La carnevalata del Pd contro 'TeleMeloni'".


Alessandro Gonzato

Altra sceneggiata del PD contro la Rai. A detta dell'opposizione è monopolizzata dalla Meloni. Senti chi parla. Quando il PD è stato al governo, cioè praticamente sempre nel passato recente, la Rai era portavoce solo della sinistra. 

Venghino signori venghino: il Pd grida alla censura di «TeleMeloni». Ieri il nuovo spettacolo (entrata gratuita) di fronte alle sedi nazionali e regionali della Rai. Idem poi – a breve entriamo nel dettaglio – sbraitano contro i partiti di governo che hanno annunciato l’astensione ai referendum di giugno. È lo stesso Pd che a inizio 2024, ennesimo show, accusava «TeleMeloni» di oscurare la propria segretaria, e peccato che fosse una balla colossale dato che lo stesso Osservatorio di Pavia aveva chiarito che Elly era la leader più presente al Tg1. Inoltre stando agli ultimi dati Agcom il politico più loquace in Rai è proprio quello di Zurigo. Quelli dell’Osservatorio di Pavia erano i giorni in cui la capodem, assistita da un Sandro Ruotolo che stava per incatenarsi i baffoni al cancello, protestava davanti a Viale Mazzini contro il «boicotaggio», e peccato che vi fosse solo il cavallo, dato che i dirigenti erano a Sanremo per il Festival. L’equino ha comunque emesso nitriti antifascisti. Il Pd che si scaglia contro il presidente del Senato La Russa perché ha annunciato che ai referendum si asterrà è lo stesso che per bocca di Pina Picierno, una dei vicepresidenti del parlamento Ue, dichiara che «non è corretto che uomini delle istituzioni invitino a non andare a votare». E cosa farà la Picierno ai referendum? «Ritirerò solo due schede su cinque», spiega al Corriere. Ma come, signora Picierno: e la correttezza degli uomini delle istituzioni? Forse per le donne è diverso.
Ieri, dicevamo, la nuova carnevalata del Pd, nel pomeriggio supportato dal resto dell’allegra compagnia (Magi però, il capo di +Europa, stavolta non s’è vestito da fantasma formaggino ma da Riccardo Magi). Alle 11.30 Elly, assieme a una trentina di dem, si è piazzata di fronte all’entrata Rai di via Teulada e ha impugnato un megafono giocattolo: «La Rai non deve dire cosa votare, deve informare sui referendum, ma i cittadini si vedono negata una corretta informazione». La segretaria, a caccia di scuse innanzi allo scontato flop - il quorum è un miraggio- sorregge un lenzuolo bianco con la scritta “No TeleMeloni”. Riparte: «C’è la questione del servizio pubblico, di una riforma che renda la Rai indipendente dai partiti», e lo sostiene la leader di un partito che a Viale Mazzini negli anni ha lottizzato pure il povero cavallo. Capitano tutte a lui.
La segretaria è rimontata in sella poco dopo le 17 nei giardini romani di piazza Vittorio Emanuele II.
Con lei, al passo, gli altri capipartito. Ecco Maurizio Landini della Cgil, il paladino dei lavoratori che ha sottoscritto una dozzina di contratti collettivi sotto i 9 euro l’ora (alcuni a 5, altri a 6): «La censura anche da parte del servizio pubblico credo sia un errore politico che si rivolterà contro il governo.
Questo è un voto che vuole ridare un futuro al nostro Paese investendo sul lavoro», a 5 euro l’ora. E ancora, il Landini: «La Russa invita a non votare?
Dimostra che è una seconda carica dello Stato», e in effetti Landini vola più alto. «La prima, il nostro presidente della Repubblica, ha detto esattamente il contrario», ma il riferimento non è a Napolitano il quale nel 2016 in vista del referendum sulle trivelle disse che «astenersi» era «legittimo».
Per Fratoianni (Sinistra Italiana) «la destra è codarda e invita all’astensione perché non ha argomenti». Già: potrebbe chiederli in prestito alla sinistra. Se alle urne sarà fallimento, e lo sarà, la colpa ricadrà sulle camicie nere: costringeranno gli italiani ad andare al mare o in montagna, ma non a fare la resistenza.
E però Bonelli, dell’irresistibile duo Bonelli&Fratoianni, si lancia in una profezia ottimistica: «Credo che il clima di censura che si respira sarà un boomerang. Più gente come La Russa parla e più i cittadini andranno a votare. Sarà una soddisfazione vedere come le indicazioni di voto del camerata La Russa saranno disattese». Magi, di nuovo lui, gonfia le vene del collo: «Il governo ha paura». Tocca a Conte, tenetevi forte: «In un Paese normale ci sarebbe informazione. La democrazia può svilupparsi in modo sano solo in un contesto informato, ma non lo consentono. Bisogna andare a votare in massa “sì”. Dobbiamo vincere». Lo spettacolo finisce qui, per ora. Il popolo cinquestelle scandisce: «Cin-que sì/Cin-que sì».
«Circensi si nasce», spiegava Moira Orfei, «come nel mio caso. Oppure circensi si diventa. Il nostro speaker ha due lauree, in economia e in ingegneria, ma è stato conquistato dalla magia del circo e non lo ha più lasciato».

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