Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Trump fa pressione solo su Israele Editoriale del Foglio
Testata: Il Foglio Data: 20 maggio 2025 Pagina: 3 Autore: Editoriale Titolo: «Trump a corto di idee in medio oriente»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 20/05/2024, a pag. 3, l'editoriale dal titolo "Trump a corto di idee in medio oriente".
Trump voleva fermare la guerra in Ucraina mettendo Zelensky sul patibolo; ora vuole fare lo stesso con Israele per un proprio tornaconto personale. Questo modo di fare politica estera rappresenta un danno per tutto l'Occidente
Ieri l’esercito israeliano ha ordinato agli abitanti di Gaza di lasciare la città di Khan Younis, che si trova nel sud della Striscia. Nel fine settimana Tsahal ha iniziato le prime manovre di un’operazione più ampia, l’obiettivo è colpire più punti e smantellare ogni infrastruttura gestita da Hamas. Per farlo continua a spostare la popolazione, che ha porzioni sempre ridotte di territorio per mettersi al riparo dalle bombe. Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha ordinato il necessario invio degli aiuti umanitari dentro la Striscia, che hanno ripreso a fluire nonostante non ci sia un nuovo modello di distribuzione, quindi, ancora una volta, sarà Hamas a occuparsene. Non era possibile continuare con il blocco degli aiuti umanitari e il premier israeliano ha deciso di affrontare alcuni elementi della sua coalizione che sono contrari a consegnare medicine, acqua e cibo dentro la Striscia. La scorsa settimana, durante il viaggio di Donald Trump in medio oriente, l’inviato speciale Steve Witkoff ha detto agli israeliani che il capo della Casa Bianca vuole un accordo a Gaza. In modo indiretto sono ricominciati dei colloqui, in cui Hamas ha fatto sapere che nessuna delle proposte degli Stati Uniti è accettabile per il gruppo. Witkoff avrebbe proposto una tregua di due mesi in cambio della liberazione di una decina di ostaggi, dentro la Striscia sono tenuti prigionieri ancora cinquantanove israeliani, soltanto ventuno sono in vita. Questa settimana sarebbe dovuto andare in Israele il vicepresidente J. D. Vance. Vance ha detto che per motivi logistici la visita è stata rimandata, secondo il sito Axios, invece, il vicepresidente ha scelto di non andare per non essere associato all’espansione della guerra a Gaza, diventando così, dopo il capo del Pentagono Pete Hegseth, il secondo funzionario americano a cancellare un viaggio in Israele. Dopo 592 giorni di guerra, altrettanti di prigionia per gli ostaggi e le loro famiglie, altrettanti di bombe per gli abitanti di Gaza, nessuno ha trovato il modo di fare pressione su Hamas, responsabile di tutto.
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