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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Informazione Corretta Rassegna Stampa
12.05.2025 Ennesimo insulto alle vittime israeliane della bestialità palestinese
Commento di Deborah Fait

Testata: Informazione Corretta
Data: 12 maggio 2025
Pagina: 1
Autore: Deborah Fait
Titolo: «Ennesimo insulto alle vittime israeliane della bestialità palestinese»

Ennesimo insulto alle vittime israeliane della bestialità palestinese
Commento di Deborah Fait

Premio Pulitzer al criminale palestinese Mosab Abu Toha, uno scrittore che nega i crimini dei Hamas del 7 ottobre e fa propaganda contro Israele. Un ennesimo schiaffo alle vittime ebree del terrorismo. Come se non bastasse tutta l'istigazione all'odio a livello mondiale.

Da settimane le televisioni sono diventate  portavoci del Papato. Non si sente niente che non siano elogi del Papa morto e biografie di quello appena eletto fin dai suoi primi vagiti di neonato. Attualmente si possono sapere le notizie che esulino da Vatican City, solamente dai social, gli unici organi di informazione rimasti che non facciano catechismo dalla mattina alla sera, esattamente come i canali tv, divenuti ormai filiali del Vaticano. Ed è così che siamo venuti a conoscenza dell'ennesimo insulto alle vittime del 7 Ottobre con il conferimento del Premio Pulitzer a Mossab Abu Toha, un negazionista, uno di quelli che dicono che le vittime sono state causate da chissà che fenomeno, persino dallo stesso Israele, da tutto e tutti meno che dai palestinesi. Questo signore, come i negazionisti della Shoah, nega le vittime, tutte inventate secondo lui e prende di mira soprattutto Emily Damari, ex ostaggio. Afferma inoltre che i bambini Bibas non sono stati uccisi, come nessun altro bambino. Un tempo i negazionisti della Shoah venivano trascinati in tribunale, oggi  quelli che negano gli eccidi del 7 Ottobre, vengono premiati con il prestigioso Pulitzer. Si passa da schifo a schifo. Emily Damari però non è stata zitta e, con tutta l'indignazione che aveva nel cuore, ha scritto una lettera ai Signori del Premio Pulitzer:

«Cari membri del Consiglio del Premio Pulitzer, mi chiamo Emily Damari. Sono stata tenuta in ostaggio a Gaza per quasi 500 giorni.

Emily Damari

La mattina del 7 ottobre ero a casa, nel mio piccolo monolocale nel kibbutz Kfar Aza, quando i terroristi di Hamas hanno fatto irruzione, mi hanno sparato e mi hanno trascinata oltre il confine, a Gaza. Ero una dei 251 uomini, donne, bambini e anziani che quel giorno sono stati rapiti dai loro letti, dalle loro case e da un festival musicale. Per quasi 500 giorni ho vissuto nel terrore. Sono stata affamata, maltrattata e trattata come se fossi meno che umana. Ho visto amici soffrire. Ho visto la speranza affievolirsi. Anche ora, dopo essere tornata a casa, porto con me quell’oscurità, perché i miei migliori amici, Gali e Ziv Berman, sono ancora tenuti nei tunnel del terrore di Hamas. Quindi, immaginate il mio shock e il mio dolore quando ho saputo che avete assegnato un Premio Pulitzer a Mosab Abu Toha. Si tratta di un uomo che, a gennaio, ha messo in dubbio il fatto stesso della mia prigionia. Ha pubblicato un post su Facebook chiedendo: “Come diavolo si può chiamare ostaggio questa ragazza?" Ha negato l’assassinio della famiglia Bibas. Ha messo in dubbio che Agam Berger fosse davvero un ostaggio. Non si tratta di giochi di parole: sono vere e proprie negazioni di atrocità documentate. Voi affermate di onorare il giornalismo che difende la verità, la democrazia e la dignità umana. Eppure avete scelto di dare risalto a una voce che nega la verità, cancella le vittime e dissacra la memoria degli assassinati. Non capite cosa significa? Mosab Abu Toha non è uno scrittore coraggioso. È l’equivalente moderno di un negazionista della Shoah. E siete uniti a lui nelle ombre del negazionismo. Questa non è una questione politica. Questa è una questione di umanità. E oggi l’avete tradita.»

Bellissime le parole di Emily, a vergogna eterna di quello che ormai è diventato la negazione dell'umanità e della giustizia, che esalta il terrorismo genocida palestinese. 500 giorni ostaggio di mostri diabolici, aiutati da altri mostri che, pur non facendo parte di Hamas, esultavano accogliendo gli ostaggi  a Gaza a sputi e calci. Emily è stata operata alle dita, senza anestesia, da un ragazzo di 19 anni che non sapeva che fare se non aumentare la sofferenza nel modo più disumano possibile.

Questo odio internazionalizzato, queste umiliazioni, la inesauribile volontà di dare un'immagine diabolica di Israele, di farlo diventare carnefice anzichè vittima non solo di Hamas e di tutti i proxi dell'Iran in Medio Oriente, ma del mondo intero, non può non avere un Grande Fratello e contro Israele di grandi fratelli ve ne sono in quantità: l'islam e il suo odio ordinato dal Corano, la Chiesa il cui Papa defunto ha fatto di tutto per mettere il mondo cristiano contro Israele, i media che sono stati il megafono di tutto l'odio antisemita, i social che danno voce ai più laidi personaggi del web. Infine la stupidità della gente perchè essere antisemiti, credere ciecamente, senza il minimo senso critico, a notizie false e a demonizzazioni di ogni tipo, equivale ad avere il cervello simile a quello delle amebe.

 

Deborah Fait
Deborah Fait


takinut3@gmail.com

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