Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
'Faccetta Nera' in un bar e il PD scatena la guerra contro gli 'Alpini fascisti' Commento di Dario Mazzocchi
Testata: Libero Data: 11 maggio 2025 Pagina: 8 Autore: Dario Mazzocchi Titolo: «'Faccetta Nera' in un bar e il PD scatena la guerra contro gli 'Alpini fascisti'»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 11/05/2025, pag. 8, con il titolo "'Faccetta Nera' in un bar e il PD scatena la guerra contro gli 'Alpini fascisti'", il commento di Dario Mazzocchi.
Dario Mazzocchi
Durante il raduno degli Alpini a Biella parte la musica della marcetta fascista Faccetta Nera e qualcuno risponde col saluto romano. Il tutto in un raduno con centinaia di migliaia di alpini presenti. Quanto basta per far scatenare la sinistra contro gli "alpini fascisti".
«Hai visto che bella Biella?». Dopo una mattina di nubi e pioggia, nella città piemontese inizia finalmente a splendere il sole e il centro si riempie di cappelli con le piume, per festeggiare al meglio la vigilia del raduno nazionale degli Alpini 2025. Le penne nere raggiungono il centro con i mezzi più originali: arrivando da Tollegno si incontra un trenino, uno di quelli immancabili alle sagre di paese. Ecco, la sensazione è proprio quella di infilarsi in una festa accogliente che ravviva le vie del centro che richiamano il passato sabaudo e patriottico: via Italia, Piazza Fiume, via Lamarmora tanto per citarne alcune che si incrociano seguendo la folla.
I locali sono sorpresi: «È da anni che non si vedevano così tante persone di sabato pomeriggio», il momento della settimana riservato al passeggio, agli acquisti nei negozi e agli incontri con gli amici. Un revival reso possibile dall’adunata che in molti aspettavano. Qualche bastian contrario, ma quelli si trovano ovunque e poi i biellesi sono fatti così, quel modo di fare un po’ burbero e scontroso che si riscontra dove iniziano i monti. Una festa, che non viene minimamente intaccata dalle polemiche per quanto accaduto nella notte tra venerdì e sabato, quando da un locale di via Gramsci, ad ora tarda, si alzano le note di “Faccetta nera” e qualche avventore saluta romanamente. L’Associazione nazionale alpini si è dissociata ufficialmente con una nota, nessun valore da condividere con chi si è dedicato alla pirlata di turno: «Stiamo celebrando la nostra 96esima Adunata in una città Medaglia d’oro della Resistenza. Il motto che fa da filo conduttore a questa Adunata è “Alpini portatori di speranza”».
Ma è un’occasione troppo ghiotta per la segretaria del Partito democratico Elly Schlein per non intervenire: «Non lo si deve accettare e mi chiedo quanto dovremo aspettare per avere parole di condanna forti e nette da partedi tutto l’arco costituzionale, di tutte le forze politiche, di tutte le istituzioni e di chi governa». È la notizia clamorosa che, inevitabilmente, rischia di oscurare a livello nazionale tutto il resto e che, muovendosi nel capoluogo piemontese, appare invece molto più ridimensionata: il pretesto per fare polemiche, insomma, non attecchisce.
Dai commercianti è vissuta come una boccata d’ossigeno, contando sulle previsioni che suggerivano 200.000 visitatori e destinate ad essere smentite perché alla fine dei conti dovrebbero essere di più: si dovrebbe arrivare a 400.000 unità, che si stanno radunando da giovedì. Lasciando l’autostrada a Carisio e risalendo lungo la statale 142, la Trossi per i biellesi, si incrociano bandiere tricolori in ogni angolo, ai balconi e ai cancelli delle villette che scorrono tra un paese e l’altro. Bar e ristoranti offrono ospitalità a chi raggiunge il luogo di raduno anche in bicicletta: è il caso del quartetto “Quelli della Graziella”, a bordo delle loro biciclette in stile Anni Sessanta, fenomeno social proveniente dal Bellunese, con il leone di San Marco che sventola al loro passaggio.
Accenti nordici, dal piemontese ovviamente al friulano, e note da tutta la penisola che salgono dalle bande che si preparano alla grande sfilata di oggi marciando per via Lamarmora: “O sole mio!” e “Na gita a li Castelli” che si mischiano ai canti tradizionali come “Madonnina dai riccioli d’oro” e “Amici miei”.
Una liturgia nazionale, di bandiere dell’Unione europea non se ne vedono, lo si riporta giusto a titolo di cronaca e non per prestarsi alle facili polemiche che, per l’appunto, non trovano spazio nei commenti di chi partecipa alla gran vigilia. Il tricolore illumina pure le facciate dei due santuari tanto cari a chi abita qui: quello di Oropa e quello di Graglia.
Ci avviciniamo al centro in navetta, alla guida un ragazzo di colore e i posti occupati da una comitiva di penne nere della bassa bresciana. «Di dove siete?», chiede l’autista.
«Ghedi e Leno, conosci?».
«Certo». E inizia un racconto sulla sua vita segnata dall’aiuto dato dai missionari bresciani. I passeggeri ascoltano con attenzione, ci si scambia qualche battuta e ci si dà appuntamento per il rientro, per quanto nessuno abbia veramente idea dell’ora a cui intenderà tornare al centro polivalente di Pralungo dove sono ospitati. È festa, mica si inizia pensando già a quando deve finire. Abbracci, strette di mano e il tempo che scorre via, senza tante storie e preoccupazioni. Un ritrovo tra amici che allieta davvero l’umore: la pirlata di un manipolo di balordi non trova eco e le parole della Schlein svaniscono nel nulla.
Il segretario della Lega, nonché vicepremier, Matteo Salvini, in serata, commenterà così sui social: «Giù le mani dagli Alpini, che sono gloria, storia e patrimonio dell’Italia».
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