Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Ma Israele non uscirà dal radar Usa Commento di Fiamma Nirenstein
Testata: Il Giornale Data: 11 maggio 2025 Pagina: 5 Autore: Fiamma Nirenstein Titolo: «Ma Israele non uscirà dal radar Usa»
Riprendiamo dal GIORNALE di oggi 11/05/2025 a pag. 5 il commento di Fiamma Nirenstein dal titolo: "Ma Israele non uscirà dal radar Usa".
Fiamma Nirenstein
Trump in partenza per il suo tour di visite mediorientali in Arabia Saudita, Emirati e Qatar. Circolano molte speculazioni su quello che dirà e anche il timore che possa riconoscere la Palestina (per ora le voci sono state smentite). Vero che dell'alleanza fra Trump e Netanyahu c'è da stare sereni, come della lunga alleanza Usa-Israele. Ma da Trump dobbiamo aspettarci di tutto.
La verità è molto semplice: non si sa niente di che cosa combinerà Trump con il viaggio negli Emirati, sull’onda dei colloqui con l’Iran che seguitano oggi… qualcosa succederà, l’ha promesso. Molti commentatori adorano l’opportunità di affermare che Trump non ne può più di Netanyahu e che vuole annunciare uno Stato palestinese. Cioè, la politica mediorientale degli USA avrebbe dichiarato uno scisma a Israele, condanna Bibi all’isolamento e alla sua fine politica. Le ragioni sarebbero che non ha saputo chiudere la guerra con Hamas e persino che Trump sospetta che Bibi avrebbe tentato di manipolarlo. La seconda accusa è bizzarra; la prima è assurda, in genere si accusa Bibi di essere un guerrafondaio. La verità: la guerra è cauta a causa dei rapiti, soggetto cui anche Trump ci tiene. Bibi ha agito con lentezza, Trump voleva piazza pulita. I sintomi della rottura: la pax americana con gli Houty; la cancellazione della visita di Pete Hegseth, Ministro della Difesa, il sospetto di un accordo con l’Iran; l’idea che con i sauditi si preveda un accordo senza Israele. Ma di fatto: la notizia sullo Stato palestinese era stata ricavata da un sito citato a sua volta dal Jerusalem Post, Media Line, per cui “anonime fonti del Golfo” “stavano dibattendo” se “fonti diplomatiche” avessero affermato che Trump ci pensa. Intanto la TV I24 ha ritirato il pezzo: esso accompagnava un’intervista dell’Ambasciatore americano in Israele Mike Huckabee: dichiara sciocchezze quelle sullo “stato palestinese”; l’Iran non avrà un’arma nucleare; dell’Iran non ci si può comunque fidare; invece Israele può contare su Trump. Intanto Trump ha detto che le centrifughe verranno distrutte “per amore, o per forza”; e Steve Witkoff, ripete che solo di centrali ad uso civile si parla. Trump,certo, viene in Medio Oriente per disegnarsi come portatore di una pace mai vista. Gaza è un ostacolo, i rapiti il maggiore problema. Può darsi che gli USA abbiano organizzato una svolta che include l’Arabia Saudita e che Bin Salman voglia una concessione ai palestinesi... è da vedere, ma è escluso che Israele esca dal radar americano. Se sulle scelte iraniane e palestinesi non ci sta, non è disarmato né inerte e ha ammiratori anche nel Senato americano. Si tratta della sua vita, e di quella della democrazia nel mondo. Il ministro Ron Dermer è stato ricevuto personalmente da Trump, un trattamento speciale. Non parla di un Paese che si vuole lasciare da parte. Israele combatte per la sua vita, se Trump se lo dimentica, ci pensa la storia a risvegliarne l’attenzione.
Per inviare la propria opinione al Giornale, telefonare: 02/85661, oppure cliccare sulla e-mail sottostante