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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Libero Rassegna Stampa
10.05.2025 Il sogno di cemento della sinistra londinese
Commento di Giovanni Longoni

Testata: Libero
Data: 10 maggio 2025
Pagina: 15
Autore: Giovanni Longoni
Titolo: «Il sogno di cemento della sinistra londinese»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 10/05/2025, a pag. 15, con il titolo "Il sogno di cemento della sinistra londinese", il commento di Giovanni Longoni.

Giovanni Longoni.
Giovanni Longoni

Contrordine compagni: il verde non va più bene, per risolvere la crisi abitativa il sindaco laburista di Londra propone un piano di cementificazione massiccia. E' l'ultima da Sadiq Khan, sindaco di Londra. Si sta verificando tutto quanto è previsto da Giulio Meotti: fra non molto l'Inghilterra sarà nelle mani degli islamici.

Se abbatti un vecchio albero in Inghilterra finisci davanti a un giudice, se ne abbatti centinaia di migliaia, invece, ti fanno sindaco di Londra. Sadiq Khan, primo cittadino della capitale britannica, ha deciso che la metropoli che amministra da esattamente nove anni è troppo piccola e ha bisogno, a occhio e croce, di un milione di nuove abitazioni.
L’esponente laburista ieri ha annunciato un cambiamento radicale nella sua politica, sostenendo la costruzione di nuove abitazioni in alcune aree della “cintura verde”. Come riferisce The Guardian, l’obiettivo di Khan è affrontare «la più grave crisi abitativa nella storia della capitale» e costruire fino a un milione di case nei prossimi dieci anni.
«Aumenteremo la biodiversità e le aree verdi accessibili», promette il primo cittadino. Il nuovo piano sarà incluso nel prossimo London Plan e accompagnato da una revisione dell’intera cintura verde.
La Metropolitan Green Belt è un’area di circa 5mila chilometri quadrati attorno alla metropoli che conta quasi nove milioni di abitanti; è il nucleo urbano più popoloso del vecchio continente - escluse le gigantesse euroasiatiche Mosca e Istanbul - davanti a Parigi. L’area protetta comprende aree agricole e altre selvagge non solo della “Greater London” ma anche di contee limitrofe: Berkshire, Buckinghamshire, Essex, Hertfordshire, Kent e Surrey. La Green Belt è un’area protetta da leggi e regolamenti locali a partire dagli anni Trenta del secolo scorso ma già Elisabetta I aveva proibito la costruzione di edifici per tre miglia attorno a Londra (anche se durante tutto l’Antico Regime il rispetto delle aree di caccia anche nei pressi dei centri urbani era cosa diffusa: la zona dove sorge l’ex avveniristico quartiere parigino della Défense è uno di queste foreste abbattute).
La ragione dietro la difesa della Green Belt è duplice: quella di mettere un freno alla cementificazione ma anche quella di salvare il paesaggio rurale inglese che è parte integrante della civiltà dell’isola: Turner, Constable, Palmer; ma anche Elgar, Holst, Waughan Williams; e Blake, Hardy, Wordsworth. Eccetera.
Londra è la metropoli da cui, con un breve tragitto sui mezzi pubblici, è possibile arrivare in posti sperduti nella campagna; anche da Parigi si arriva nel Vexin ma è una eccezione fra tante altre destinazioni degradate a banlieue depresse.
La mossa di Khan ha inevitabilmente aperto un feroce dibattito in Gran Bretagna. In un discorso a Greenwich, Sir Sadiq ha attribuito la causa della crisi immobiliare londinese all’aumento dei tassi di interesse sui mutui, alla Brexit (figurarsi) e alla crescita dei costi dell’edilizia. Secondo l’Ufficio nazionale di statistica, lo scorso anno il numero di coloro che affittano case nella capitale ha registrato un aumento dell’11%, mentre si stima che 183mila londinesi vivano in alloggi temporanei, come gli ostelli. Il municipio londinese ha aggiunto che per soddisfare la domanda saranno necessarie circa 88mila nuove case ogni anno, almeno per il prossimo decennio. Il governo Starmer è a favore: la vicepremier e ministra per l’Edilizia Abitativa, Angela Rayner, ha definito la proposta «coraggiosa» e «all’altezza della sfida» mentre per i conservatori il piano rappresenta un «totale tradimento» delle precedenti promesse del sindaco di proteggere la cintura verde e lo stesso ente che controlla la Green Belt è sul piede di guerra.
Distruggere le piante nel Regno Unito può però portare a conseguenze spiacevoli. Proprio ieri, mentre Sadiq Khan parlava, una corte di Newcastle giudicava colpevoli due uomini per aver abbattuto un acero secolare noto come l’albero di Sycamore Gap oppure più di recente come l’Albero di Robin Hood. Non che risalisse al Medioevo, ma nel 1991 era finito in un film sul Principe dei ladri. Daniel Graham e Adam Carruthers, i due amici finiti alla sbarra, evidentemente digiuni di Teoria dei giochi, si sono accusati a vicenda finendo entrambi condannati. Il valore dell’albero è stimato in 700mila euro, più il costo del muro su cui la pianta è piombata una volta tagliata. I due vandali finiranno magari al verde e trioferà la giustizia «in Englands green & pleasant Land». Sindaco avvisato.

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