Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Ecco cosa pensa Papa Leone Analisi di Massimo Sanvito
Testata: Libero Data: 10 maggio 2025 Pagina: 3 Autore: Massimo Sanvito Titolo: «Aborto, famiglia ed eutanasia: ecco cosa pensa davvero Prevost»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 10/05/2025, a pag. 3, con il titolo "Aborto, famiglia ed eutanasia: ecco cosa pensa davvero Prevost", l'analisi di Massimo Sanvito.
Su vita, gender ed eutanasia, Leone XIV la pensa come un conservatore e non può certamente essere arruolato dalla sinistra come uno dei loro. Sull'immigrazione, invece, è come papa Francesco ed è fortemente critico nei confronti di Trump.
È il 12 novembre del 2016. Donald Trump, tre giorni prima, è stato eletto per la prima volta presidente degli Stati Uniti. Robert Francis Prevost, ai tempi vescovo di Chiclayo in Perù, su twitter (oggi X) condivide un articolo della Catholic News Agency in cui Hillary Clinton, fresca di sconfitta, veniva accusata di aver ignorato il peso dell’ettorato pro vita «a suo rischio e pericolo».
La linea del futuro Leone XIV sull’aborto è stata sempre molto chiara. Alla faccia di chi, a sinistra, lo sta già dipingendo come progressista.
Il 29 gennaio del 2017, sempre sull’allora twitter e sempre ripostando l’agenzia di stampa cattolica, Prevost applaude le parole di Timothy Dolan, il cardinale americano considerato filo Trump, che si esprimeva senza mezzi termini: «L’aborto mina i diritti umani di tutti». Lo stesso giorno ricondivide pure le parole di Mike Pence, l’allora vicepresidente americano sotto la prima amministrazione Trump, che così si rivolgeva ai pro vita: «Conquistate i cuori con compassione e amore». E ancora, il 14 febbraio, un’altra ripresa non banale dalla Catholic News Agency, con l’invito al governatore dell’Illinois a porre «il veto alla legge per finanziare l’aborto». Il futuro Papa aveva benedetto anche la marcia per la vita di Chiclayo con un eloquente «difendiamo la vita umana in ogni momento». Ma già nel maggio del 2013, quando è priore generale dell’Ordine di Sant’Agostino, le sue posizioni pro life sono più che nette. Incontrovertibili. La scritta “abortion” viene corretta in “adoption” in un post sulla sua bacheca. Di più: il 4 settembre del 2016 Prevost condivide un’immagine di Madre Teresa di Calcutta che non le manda a dire.
Ovvero: «Se accettiamo che una madre possa uccidere suo figlio, come possiamo dire agli altri che non si uccidano?».
Dall’aborto al gender. Il 22 settembre del 2017, ripostando un tweet di Aci Prensa, uno tra i siti di stampa cattolica online più visitati in lingua spagnola, l’oggi Leone XIV approva la linea del governo paraguaiano: «Il governo del Paraguay rigetta l’ideologia gender: la famiglia è mamma, papà e figli». Gioco, partita e incontro: Pd e compagni, grandi sponsor della famiglia arcobaleno, al tappeto. Riavvolgendo il nastro, stando a quanto riporta il New York Times, in un discorso nel 2012 Prevost aveva accennato allo «stile di vita omosessuale» e alle «famiglie alternative composte da partner dello stesso sesso e dai loro figli adottivi», criticando i media occidentali che mostravano «simpatia per credenze e pratiche che sono in contrasto con il Vangelo».
Chiarì anche che l’espressione «famiglie alternative è errata» perché le coppie omosessuali «non possono essere famiglia dato che la famiglia nasce dal matrimonio e il matrimonio esiste solo tra un uomo e una donna». Nel solco di Bergoglio, in ogni caso, avrebbe sposato la dichiarazione “Fiducia supplicans” che apriva alla possibilità di benedizioni pastorali per le coppie omosessuali. Una cosa chiaramente ben distinta dal tema delle famiglia tradizionale.
Dunque l’eutanasia, altro grande cavallo di battaglia del pensiero progressita. Il 10 maggio del 2016, affidandosi alla solita Catholic News Agency, l’allora vescovo di Chiclayo approva un post con tanto di hashtag Prolife che recità così: «“Non andate oltre”, i belgi si appellano al Canada perché non legalizzi l’eutanasia». E c’è la sua firma, così come quella di tutti i vescovi del Perù, in calce alla Dichiarazione della Conferenza Episcopale Peruviana contro l’eutanasia e l’ordine imposto dai giudici al governo di dar seguito alle richieste di suicidio assistito dei cittadini. Esattamente quanto avvenuto in Italia col caso dj Fabo. Degna di nota anche la posizione di Prevost, nel 2018, in merito alla vicenda che coinvolse il piccolo Alfie Evans, il bimbo di Liverpool di nemmeno due anni (colpito da una malattia neurodegenerativa) morto il 28 aprile di quell’anno dopo cinque giorni dalla rimozione del supporto di ventilazione da parte dei medici nonostante la strenua opposizione della famiglia. Alfie, su richiesta di Giorgia Meloni e di Simone Pillon, aveva anche ottenuto la cittadinanza italiana in modo da poterlo accogliere nel nostro Paese per provare a curarlo. Il futuro Papa, il 26 aprile del 2018, riposta un pensiero molto chiaro del frate domenicano Nelson Medina: «I tre carnefici di Alfie Evans sono la scienza, quando la trasformiamo nell’unico arbitro della verità; lo Stato, quando gli concediamo il diritto di impossessarsi dei bambini; i mass media, venduti al Nuovo ordine mondiale».
Tutto ciò significa che Leone XIV è un pontefice “di destra-destra”? No, ma la linea sui diritti civili e i temi etici non lascia spazio a ombre. Come già riportato da Libero ieri, infatti, Prevost ha avuto parole dure sulla linea anti-immigrazionista del duo Trump-Vance. Del resto, è un uomo di chiesa, non un politico.
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