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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Informazione Corretta Rassegna Stampa
10.05.2025 L’inerzia di Trump dà man forte a Russia e Cina
Commento di Antonio Donno

Testata: Informazione Corretta
Data: 10 maggio 2025
Pagina: 1
Autore: Antonio Donno
Titolo: «L’inerzia di Trump dà man forte a Russia e Cina»

L’inerzia di Trump dà man forte a Russia e Cina
Commento di Antonio Donno

Trump è l'unico che potrebbe contrastare l'invasione russa dell'Ucraina, ma sinora ha permesso a Putin di fare quel che voleva. Il pericolo vero è che l'inerzia occidentale permetta l'annessione, di fatto, di un pezzo di Ucraina invasa dai russi.

Nel 1929 Erich Maria Remarque pubblicò un libro rimasto famoso, Niente di nuovo sul fronte occidentale. Oggi il titolo di quel libro può essere riformulato come “Niente di nuovo sul fronte orientale”, se ci riferiamo allo stallo della situazione in Ucraina. Più passano le settimane, più il problema ucraino scivola sui giornali e sugli altri mezzi di comunicazione in una posizione defilata. L’occupazione russa delle regioni orientali dell’Ucraina sembra un fatto acquisito. Era ciò che Putin sperava quando ha iniziato l’invasione dell’Ucraina. Ma uno degli aspetti più preoccupanti è l’inazione, che si sta trasformando in indifferenza e, ancor peggio, in accettazione del fatto da parte del sistema politico internazionale. Dopo un periodo di faticosi viaggi di Zelensky presso le cancellerie delle nazioni più importanti e dei sistemi di alleanze esistenti (la Nato e l’Unione Europea), il presidente ucraino sembra rassegnato alla perdita, oltre che della Crimea, anche delle regioni orientali del suo Paese (Lugansk, Donetzk, Zaporizhzhia, Kherson), regioni nelle quali Putin consolida la presenza russa, anche se con falsi referendum.

     Le conseguenze che sono scaturite sono evidenti: l’Ucraina ha perso definitivamente quelle regioni e nessuno, a livello internazionale, contesterà il possesso russo dei territori ucraini conquistati. Si tratta di una conquista nel significato testuale della parola. Putin ha invaso l’Ucraina, ha sconfitto l’esercito di Kiev, ha permesso ai suoi di diffondere distruzione e morte tra la popolazione civile ucraina. Ora quelle regioni faranno parte integrante del territorio russo e potranno costituire il punto avanzato di una conquista più grande, nel silenzio del mondo. Del resto, l’unica potenza in grado di contestare tale annessione sarebbero stati gli Stati Uniti, ma Trump ha di fatto permesso a Putin di operare con la massima disinvoltura contro l’Ucraina. La situazione politica internazionale attuale rappresenta una gravissima novità dalla fine della seconda guerra mondiale: un presidente americano accetta una violazione palese della sovranità di un Paese, una violazione che potrebbe avere un riflesso di enorme importanza nell’assetto attuale del sistema politico internazionale.

     Di recente, si è assistito all’annessione del Nagorno-Karabakh da parte dell’Azerbaijan a danno dell’Armenia. Il Nagorno-Karabakh era una regione inserita tra i due Paesi rivali, ora è di fatto annessa dall’Azerbaijan, costringendo migliaia di armeni di religione cristiana ad abbandonare le proprie case e rifugiarsi in Armenia. Nessuno, a livello internazionale, ha contestato questa azione avvenuta in un territorio strategicamente importante del contesto euro-asiatico. La Russia ha approvato questa annessione, fornendo all’Azerbaijan un sostegno politico che avrà riflessi importanti nell’intera regione. Gli Stati Uniti hanno taciuto.

     Alcuni osservatori hanno considerato il peso politico del silenzio-assenso americano come un fattore pesante nei rapporti russo-americani; come conseguenza di questa nuova evidenza nello scenario internazionale, si deve considerare l’eventualità che l’annosa questione di Taiwan possa degenerare in un esito che da molti anni si temeva: la conquista ed annessione di un Paese sovrano da parte della Cina comunista. Si tratta di una questione che si trascina dalla fine della seconda guerra mondiale e che ha sempre rappresentato una questione di fondamentale importanza nei rapporti tra Occidente ed Oriente. Se l’inettitudine di Trump nelle relazioni internazionali dovesse protrarsi, le conseguenze sarebbero gravissime. La Cina, che già di fatto viola spesso i confini marittimi ed aerei dell’isola di Taiwan, potrebbe iniziare un’azione a tenaglia sulle coste dell’isola, valutando progressivamente le reazioni internazionali. Taiwan ha un’importanza ben più grande rispetto al Nagorno-Karabakh nella politica internazionale, perché si tratta di una presenza politico-sociale di carattere occidentale di fronte alla Cina comunista. Taiwan è una democrazia nata dall’influenza diretta dell’Occidente e costituisce, insieme al Giappone e alla Corea del Sud, una sorta di avanguardia dello stesso Occidente di fronte alle coste orientali dell’Asia dominate dalla presenza di due Paesi comunisti, Russia e Cina.

Antonio Donno
Antonio Donno


takinut3@gmail.com

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