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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Informazione Corretta Rassegna Stampa
09.05.2025 Il crimine non paga? Ma siamo seri!
Commento di Michelle Mazel

Testata: Informazione Corretta
Data: 09 maggio 2025
Pagina: 1
Autore: Michelle Mazel
Titolo: «Il crimine non paga? Ma siamo seri!»

Il crimine non paga? Ma siamo seri!
Commento di Michelle Mazel 
(Traduzione di Yehudit Weisz)
https://www.dreuz.info/2025/05/le-crime-ne-paie-pas-soyons-serieux-314565.html

Il Batclan all'Eliseo: Macron incontra Al-Jolani
Al-Jolani, dieci anni fa esultava per gli attentati al Bataclan, e oggi stringe la mano a Macron all'Eliseo. Purtroppo non è un film dell'orrore, ma la cruda realtà. Il Presidente francese non ha perso l'occasione per ingraziarsi l'ex terrorista criticando ancora una volta Israele. Questo è l'Occidente alla deriva!

Bisognava vederlo, mercoledì 7 maggio, il sorriso soddisfatto sfoderato dal Presidente siriano ad interim, Ahmed al-Sharaa. Secondo Le Figaro, il leader transitorio siriano è arrivato all'Eliseo, dove Emmanuel Macron lo ha accolto con una stretta di mano nel cortile d’onore. Un altro successo per questo transfuga di Daesh, un jihadista convinto. Leader dei ribelli di Hayat Tahrir al-Sham (HTS), un gruppo islamista discendente da al-Qaeda, è riuscito a rovesciare Assad e il suo governo con una campagna lampo. Vuole far dimenticare alla gente il suo nome di battaglia, Abou Mohammad al-Joulani. Il compito è difficile. Non ha ancora imparato la virtù della tolleranza verso le minoranze, il che non è in contrasto né con il suo passato né con le sue convinzioni. Lo dimostrano i massacri perpetrati dai suoi servizi segreti contro la minoranza alawita all'inizio di marzo e la campagna contro la comunità drusa, la cui massima autorità spirituale lo ha accusato di preparare un genocidio. Mentre in aiuto degli alawiti non è intervenuto nessuno, Israele invece è intervenuto energicamente su richiesta dei drusi residenti in Israele. Ma al-Sharaa ha capito la necessità del pragmatismo o della sua immagine. Il suo nuovo governo comprende un druso, un alawita, un curdo, una cristiana, ovviamente senza alcun potere reale. Fa una serie di affermazioni rassicuranti, accennando persino a colloqui discreti con Israele, l'eterno nemico. Perché allora la Francia ha avuto tanta fretta di accoglierlo? Nonostante l'opposizione della destra e dell'estrema destra: “Stupore e sgomento” di Marine Le Pen, indignazione del leader dei repubblicani: “non riceviamo leader ex terroristi, membri di organizzazioni che vogliono attaccare la Francia.” Tuttavia, al Quai d'Orsay non si fanno illusioni: “Sarà un autocrate con un tocco mediorientale, con una sfumatura islamista.” Sì, ma tant'è. Il tempo stringe. Ufficialmente si tratta di fornire assistenza immediata al popolo siriano che ha sofferto così tanto. In realtà, ciò che è in gioco è la ricostruzione della Siria. Si tratta di mercati enormi, che genereranno posti di lavoro e profitti per molti anni a venire. Sono già in corso difficili trattative. La Francia, che sostiene le sue industrie, non vuole essere superata dalla Germania. Per salvare la faccia, durante la conferenza stampa congiunta, il Presidente francese ha chiesto al suo ospite di garantire che i responsabili degli abusi contro le minoranze vengano puniti. Ma non era questo il punto principale. Emmanuel Macron ha annunciato che la Francia si batterà affinché le sanzioni contro la Siria non vengano rinnovate durante la prossima riunione dei 27 Stati membri dell'Unione Europea, prevista per il 1° giugno. Un passo essenziale per consentire al nuovo governo di ottenere gli aiuti internazionali di cui ha urgente bisogno. Assad gli ha lasciato le casse vuote. Prima o poi dovremo finanziare questi lucrosi contratti di ricostruzione. Il Presidente francese non ha perso neppure questa occasione per criticare Israele e condannare gli attacchi e le incursioni di questo Paese in Siria.

Michelle Mazel

takinut3@gmail.com

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