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Luce nel buio del tunnel. Come gli ostaggi a Gaza celebravano Hanukkah 13/12/2025

Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.



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Libero Rassegna Stampa
09.05.2025 La via della Chiesa passa tra Roma e Washington
Editoriale di Mario Sechi

Testata: Libero
Data: 09 maggio 2025
Pagina: 1
Autore: Mario Sechi
Titolo: «La via della Chiesa passa tra Roma e Washington»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 09/05/2025, a pag. 1 con il titolo "La via della Chiesa passa tra Roma e Washington" l'editoriale di Mario Sechi.


Mario Sechi

Papa Leone XIV, il primo nordamericano. Chiaro che non siamo di fronte a un nuovo Francesco, lo si capisce dalla sua prima apparizione. Ma è Vaticano, non dimentichiamolo.

Lo Spirito Santo gioca a dadi con la Storia e ieri ne abbiamo avuto un altro segno: mentre tutti aspettavano l’ascesa di Pietro Parolin (regolare: è entrato Papa, è uscito cardinale), è arrivata l’elezione del primo Santo Padre americano, Robert Francis Prevost, nato a Chicago.
A sinistra è già partita la pietosa corsa all’arruolamento, avviso ai naviganti: il nuovo Papa non è Francesco, è chiaro che siamo di fronte a un altro carattere, visibile fin dalla sua comparsa in scena, con il ritorno dei paramenti, il bianco che si sposa con il rosso, l’abito che fa il monaco. Prevost si è definito un «figlio di Sant’Agostino» - un padre della Chiesa, gigante della cultura e della spiritualità - e anche questa è una differenza rispetto al gesuita Bergoglio. «Habemus Papam», la scelta rapidissima del Conclave non è casuale, la diocesi degli Stati Uniti è quella più importante, alla Casa Bianca i cattolici occupano ruoli chiave e interpretano il loro mandato politico con una forte spinta (anche) religiosa. È in terra americana che si giocano le più grandi partite geopolitiche e culturali: la guerra e la pace; la difesa del metodo democratico dall’aggressione delle dittature e dagli inganni delle tecnocrazie; il primato della politica sull’economia; la missione dell’Occidente e il recupero del “sacro”. L’americano Prevost non sarà il Papa di Trump, Cesare e Dio non sono sovrapponibili, dunque ci saranno increspature e contrasti, ma entrambi avranno l’occasione che fu concessa a Ronald Reagan e Karol Wojtyla, quella di difendere i valori universali e seminare la pianta della libertà. La coglieranno?
Non potranno sottrarsi alla chiamata, Trump governa la nazione che può cambiare il corso della storia, Prevost è la nuova voce che parla al mondo, quella che ha fatto risuonare per 8 volte in Piazza San Pietro la parola «pace» e citato «Cristo risorto». È una traccia sulla mappa, è la storia della Chiesa che per la prima volta passa tra Washington e Roma.

 

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